Case popolari alla Torretta, slitta al primo ottobre la consegna. Residenti di Parco Bove tra vecchi e nuovi canoni da pagare

BRINDISI- (Il7 Magazzine) Case popolari alla Torretta nel quartiere Paradiso di Brindisi, la consegna slitta al primo ottobre, in difficoltà, intanto,  gli abitanti di Parco Bove tra vecchi e nuovi canoni di locazione. Era prevista lo scorso otto settembre la consegna delle nuove case popolari nella zona Torretta di Brindisi, ma a causa di alcuni problemi tecnici con l’allaccio alla rete elettrica le cinquanta famiglie assegnatarie dovranno attendere sino al primo ottobre. A comunicarlo è stato lo stesso Comune di Brindisi che giovedì scorso ha convocato i legittimi assegnatari tra questi anche i residenti di Parco Bove, circa trenta famiglie tra gli aventi diritto che da anni attendono un alloggio dignitoso. Il complesso della Torretta comprende cinquanta appartamenti nuovi di zecca, quattro edifici  con case di diversa tipologia dai 45 ai 90 metri quadrati. Alcune  sono state realizzate per ospitare famiglie che hanno componenti diversamente abili. Sui terrazzi sono stati installati i pannelli fotovoltaici per il riscaldamento dell’acqua ed i solai  dotati di cappotto termico. Qui andranno ad abitare, quindi, le trenta famiglie che attualmente risiedono nelle baracche di Parco Bove e che hanno dimostrato di avere tutti i requisiti necessari per l’assegnazione, oltre ai primi venti nuclei famigliari che risultano aventi diritto nella graduatoria redatta dal Comune di Brindisi nei mesi scorsi e diventata definitiva nelle ultime settimane.  Una graduatoria che conta 417 aventi diritto per i quali il Comune ha una disponibilità al momenti di soli 60 appartamenti, inclusi gli immobili alla Torretta. In particolare per gli immobili della Torretta, come già affermato dall’assessore comunale al patrimonio casa,  Cristiano D’Errico, potrebbero essere gli stessi legittimi assegnatari a scegliere l’appartamento purchè si mettano d’accordo tra di loro. Ovviamente si spera che venga seguito un criterio che tenga conto dei metri quadri a disposizione e del numero dei componenti del nucleo famigliare. In caso non dovesse essere raggiunta la quadra sarà il Comune ad intervenire e procedere all’assegnazione, magari anche tramite sorteggio. Ma quel che preme in questo momento per queste famiglie, soprattutto quelle che risiedono a Parco Bove, è di poter avere in mano quanto prima le chiavi della loro nuova casa. Per questo motivo le famiglie hanno già fatto un primo sopralluogo ed hanno redatto un piano di assegnazione nel quale hanno valutato il numero dei componenti famigliari e la presenza di bambini. “Non è stato semplice- dice Danilo Reho, uno dei residenti di Parco Bove ed oggi legittimo assegnatario di un alloggio alla Torretta- all’inizio il Comune ci ha detto di tener conto anche del sesso dei figli. Chi aveva un maschietto ed una femminuccia aveva diritto a camerette separate, poi l’amministrazione ha cambiato idea ed ha detto di tener conto del numero dei componenti e dei metri quadri. Alla fine ci conosciamo tutti e siamo riusciti a metterci d’accordo almeno su di una palazzina”.  Ma se per molti versi avere finalmente un’abitazione decorosa a fronte delle baracche fatiscenti, tra l’altro comunali,  nelle quali vivono da anni, è una prospettiva felice dall’altro canto tutte e trenta queste famiglie dovranno saldare le morosità contratte con il Comune per i canoni d’affitto non pagati ed anticipare almeno due nuove mensilità. A fronte delle richieste del Comune la situazione si complica perché molte famiglie non hanno la disponibilità economica di azzerare le morosità ed al contempo anticipare somme per il nuovo canone di locazione. Le morosità sono state accumulate negli anni canoni d’affitto e consumi di acqua non pagati per migliaia di euro. “Il Comune ci chiede di regolarizzare la nostra posizione prima di entrare nelle nuove abitazioni- dice Marcello, sposato e padre di tre figli, con un lavoro precario- Parliamo di anni di affitto arretrato che il Comune ha sempre preteso per queste baracche senza mai fare manutenzione e migliaia di euro per il consumo dell’acqua, un impianto per il quale sono stati fatti i lavori ma di fatto non è mai entrato in funzione. Basta fare due conti, qui ci sono persone che non pagano dal 1983 il canone, immaginate a quanto ammonta oggi il loro debito. E’ gente che vive del reddito di cittadinanza e non riesce neppure ad arrivare a fine mese”. La volontà di queste famiglie è quella di regolarizzare la propria posizione ma attraverso la rateizzazione del debito. Di fatto il Comune di Brindisi ha proposto loro un pagamento dilazionato a settantadue mesi che equivalgono a sei anni ma la soluzione non soddisfa gli interessati che vorrebbero più tempo per saldare i proprio debiti. “Se avessimo le possibilità economiche non avremmo neppure chiesto una alloggio popolare -dice Danilo- ma noi vogliamo pagare e chiediamo che venga applicata la legge regionale che consente un dilazionamento del debito in dodici anni, ossia un massimo di 144 rate mensili. In questo modo il Comune avrebbe la certezza di incassare il dovuto senza rischi”. Ma le spese per i nuovi assegnatari non si limitano agli arretrati perché per entrare nei nuovi alloggi tutti dovranno anticipare almeno  due canoni di locazione  queste si aggiunge l’acquisto della nuova mobilia per arredare le case. “Avremmo voluto portare con noi i vecchi mobili- dice Marcello- ma non è possibile perché quando abbiamo provato a spostarli ci siamo accorti in che condizioni si erano ridotti. L’umido e le infiltrazioni li hanno distrutti ed ora sarò costretto a chiedere un prestito per poterli acquistare, altrimenti non so come fare. Le spese così aumentano ed io ho una famiglia da portare avanti, se solo il Comune di Brindisi ci venisse incontro dilazionando in dodici anni il debito che abbiamo, sarebbe più semplice”. In questi anni le amministrazioni che si sono succedute al Comune di Brindisi non sempre hanno garantito la manutenzione delle abitazioni di Parco Bove che a conti fatti sono delle vere e proprie baracche risalenti ai primi anni trenta, lo dimostra, semmai non fosse sufficiente lo stato evidente di degrado, anche  la presenza dell’amianto che non è mai stato rimosso, tettoie  tubature sono ad oggi ancora in eternit e nessuno ha mai fatto nulla per rimuoverlo.  Nonostante questo trattandosi di proprietà comunale è stato chiesto anche un canone di locazione che ora a distanza di anni l’amministrazione chiede di saldare prima di consegnare le chiavi dei nuovi alloggi versando il venti per cento del dovuto subito ed il resto rateizzandolo in settanta mensilità che si andranno ad aggiungere al nuovo canone di locazione.

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

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