Caso Basell, intervengono i sindacati, Uil: «La lavoratrice venga reintegrata», Cgil:«Martedì un sit-in sotto i cancelli della fabbrica»

BRINDISI – Non si ferma l’onda lunga delle polemiche generate dal licenziamento della lavoratrice 52enne di Brindisi da parte della sua ditta, la Basell, dopo che la donna ha prestato 25 anni di servizio e sconfitto un cancro. Dal mondo sindacale, oggi, arriva la presa di posizione di Antonio Licchello, segretario provinciale della Uil, che non usa giri di parole per manifestare sdegno e incredulità riguardo la vicenda. «Nella circostanza che vede coinvolta la lavoratrice licenziata dalla società Lyondell Basell, riscontriamo il comune sentimento di solidarietà e preoccupazione espresso anche dai lavoratori. Non ci saremmo mai aspettati da una multinazionale leader nel suo settore di riferimento un atteggiamento simile che riteniamo irresponsabile e irriguardoso verso l’incolpevole protagonista e il territorio, già in forte sofferenza rispetto alle tematiche occupazionali e sociali».

Rimarcata la vicinanza alla lavoratrice, Licchello usa toni più concilianti, nella speranza di una soluzione positiva di quella che sta assumendo i contorni di una questione di principio, per l’opinione pubblica, la politica e le parti sociali che hanno voluto esprimere la propria opinione in merito. «Questo – prosegue il sindacalista – è un episodio che auspichiamo rimanga tale e rientri quanto prima nella normalità, attraverso il reintegro della lavoratrice sul posto di lavoro. Non possiamo accettare le dichiarazioni rilasciate dalla società quando afferma che non è un licenziamento ma l’eliminazione di una posizione di lavoro che si inquadra in una riorganizzazione che l’azienda ha avviato due anni addietro su scala europea». Licchello ammanta questi dubbi riguardo alla replica fornita dalla Basell poiché, secondo quanto afferma, di questa riorganizzazione cui la ditta si è appellata non è stata fatta parola, come di solito accade, ai sindacati.

«Ci chiediamo: discussa con chi? È inammissibile che le questioni che riguardano i diritti dei lavoratori della nostra provincia siano affrontate senza un confronto preventivo con le parti sociali e decise da soggetti che non conoscono la drammatica situazione in cui versa il nostro territorio. Se questo è il metodo che impone Basell, allora siamo ancora più preoccupati. Alla Uil interessa discutere e dare contributi costruttivi e non essere succubi di decisioni unilaterali. Non bastano gli attestati di solidarietà: non è solo con i sentimenti che si garantisce il benessere psicofisico dei lavoratori e delle loro famiglie».

La chiusa del ragionamento del segretario batte ancora sulla necessità di un dialogo tra aziende e parti sociali e un appello alle istituzioni a fare da garanti dei diritti dei lavoratori. «È necessario che le società non operino nel territorio in maniera distaccata nei confronti del tessuto sociale e riteniamo che un ruolo importante debba essere svolto dalle Istituzioni che non possono rimanere impassibili di fronte ad accadimenti del genere. È da tempo che richiamiamo l’attenzione su questi argomenti e su altri che riguardano, ad esempio, gli appalti assegnati al ribasso».

Ed intanto sulla vicenda interviene l’onorevole Toni Matarrelli : «Fatti di cronaca come questo superano il dibattito sul Jobs Act o il confronto sull’articolo 18: se si dovesse dimostrare che la denuncia resa pubblica dalla segreteria provinciale della Filctem CGIL è fondata, ci troveremmo di fronte ad un episodio di inaudita gravità, che rischia peraltro di diventare emblematico di una prospettiva nefasta nel mondo del lavoro».
«Una lavoratrice con 5 lustri di esperienza alle spalle e, a quanto mi viene riferito, una solida reputazione di onesta professionalità, viene licenziata su due piedi senza una motivazione plausibile se non – quella addotta dall’azienda – di ristrutturazione organizzativa, lei sola liquidata su un organico di 130 impiegati, dopo che ha combattuto e vinto una dura battaglia per la propria salute. Voglio credere che non esista un nesso causale tra la malattia della signora ed il temporalmente conseguente annuncio dell’esubero, ma la coincidenza è quantomeno inquietante. Ebbene, se le cose sono andate come denunciato, la questione si configura come un caso di clamorosa ingiustizia, per il quale è necessario ed urgente l’intervento delle istituzioni democratiche», prosegue la nota.
«La prossima settimana», conclude il deputato, «presenterò una interrogazione urgente indirizzata al Ministro del Lavoro Poletti, ma nel frattempo intendo assicurare la mia solidarietà incondizionata, morale e materiale alla lavoratrice».

Anche la Cgil, con un intervento a firma e voce del segretario generale, Michela Almiento, ha fatto sentire la sua voce, preannunciando azioni in favore della lavoratrice colpita dalla decisione dell’azienda. «La Cgil di Brindisi organizza per martedì 25 novembre, dalle 9, un sit-in di solidarietà per la lavoratrice di Lyondell Basell, che è stata allontanata dal posto di lavoro con l’avvio della procedura di licenziamento da parte dell’azienda. Il sit-in si terrà presso il piazzale antistante l’ingresso dello stabilimento, in viale Enrico Fermi, nella zona industriale di Brindisi».

BrindisiOggi

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*