Caso di buona sanità, la lettera di una mamma al medico che ha aiutato il suo bambino

BRINDISI- Un caso di buona sanità, una storia a lieto fine che una mamma racconta ringraziando un medico brindisino che con la sua professionalità ed umanità ha aiutato il suo bambino.

Questa è la lettera che abbiamo ricevuto da Denise Neri . La pubblichiamo integralmente perché  fa piacere  dare anche  “una buona notizia”.

“Voglio raccontarvi la mia storia per farvi sapere quanto c’è di cattivo e di buono nella nostra sanità.

Ho due bambini che, loro malgrado sono stati i protagonisti di un increscioso episodio.

Tutto ha inizio con una febbre altissima che colpisce il mio figlio maggiore (5 anni). Inizialmente ho pensato ad una sindrome influenzale, ma nel giro di 24 ore i sintomi erano riconducibili alla SEU (sindrome emolitico uremica), che in quel periodo ha fatto registrare diversi casi in Puglia.  Mi metto alla frenetica ricerca di qualche indicazione e scopro che 4 bambini affetti da questa sindrome erano stati ricoverati all’ospedale pediatrico “Giovanni  XIII” di Bari. Senza pensarci troppo, corriamo subito lì. Il giorno dopo ricoveriamo anche il bimbo più piccolo con la stessa sintomatologia. Continuavano a ripetermi che se fosse stata la SEU ce ne saremmo accorti dai sintomi, un tentativo di convincimento che non funzionò con me, avevo paura e non potevo aspettare che i miei figli avessero bisogno di un’emotrasfusione. L’istinto di mamma e la voglia di capire fino in fondo cosa stesse accadendo, mi spingono nuovamente davanti al pc. Nuove ricerche mi conducono al nome di un medico, il dott. Mario Scoditti, primario dell’Unità Operativa Complessa del  Laboratorio di Patologia Clinica Distrettuale. Con mia somma sorpresa, scopro che è stato l’unico medico in tutta la Puglia ad aver ordinato il kit che con un semplice esame delle feci, identifica la tossina che provoca la SEU. È a lui che voglio dire “grazie”. La sua disponibilità, la sua umanità e la sua professionalità, hanno fugato i nostri terribili dubbi in 48 ore. I miei figli non avevano contratto la SEU e a scoprirlo è stato un direttore di un laboratorio distrettuale e non un ospedale accreditato per la gestione di questa emergenza. Vabbè, per me adesso l’incubo è passato, e non sto qui a recriminare, denunciare, insultare, ma sono qui per ringraziare il dott. Scoditti, esempio di quel briciolo di buona sanità che ancora ci è rimasta. Grazie di cuore per la professionalità e l’umanità dimostrata nei nostri confronti.  Grazie per aver messo a nostra disposizione la sua esperienza e  tanta, tanta umiltà. Grazie!

Denise Neri

BrindisiOggi

 

1 Commento

  1. Belle cose. Quando però un utente assiste a condotte poste in essere da personale sanitario, altamente scorrette e lesive innanzitutto dell’immagine dell’Azienda stessa (pochi casi fortunatamente) e segnala la cosa al direttore generale e al direttore sanitario, si trova poi con una bella querela sul groppone. Perchè i personaggi di cui sopra, invece di appurare i fatti e cercare la verità al fine di una sanzione disciplinare, consegnano la lettera di reclamo direttamente all’interessato, “sputtanando” l’utente che solertemente aveva segnalato l’accaduto. Cose assurde signori, cose assurde.

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