Caso Stp, Matarrelli provoca il Pd e Brigante sfida i sindacati

BRINDISI-  Il presidente della Stp Rosario Almiento dieci giorni fa aveva lanciato la pietra nello stagno, aveva annunciato la necessità di un bando esterno per le nuove assunzioni, un cambio di rotta rispetto al passato per bloccare raccomandazioni e pressioni politiche e sindacali. Dichiarazioni rilasciate alla stampa lo stesso giorno in cui gli uomini della Digos della questura di Brindisi avevano effettuato un blitz nella sede della società trasporti pubblici. A distanza di giorni si registrano i primi interventi delle parti politiche. Dopo il senatore del Pd Salvatore Tomaselli è oggi la volta dell’onorevole di Sel Toni Matarrelli e del consigliere regionale della Puglia per Vendola Giovanni Brigante, in replica anche ad alcune dichiarazioni dei sindacati Uil e Ugl che invitavano Almiento a fare i nomi e a non sparare nel mucchio.

Intanto  continuano le indagini sull’inchiesta aperta dalla procura di Brindisi in merito alla gestione e alle assunzioni alla Stp, nella giornata di ieri gli uomini della Digos hanno acquisito nuovi documenti dagli uffici di Contrada Piccoli alla zona industriale. Nuovo materiale per verificare  la fondatezza di alcune segnalazioni che sono state fatte agli investigatori su presunte ingerenze esterne.

Il dibattito politico su questa vicenda si fa acceso il deputato di Sel lancia alcune provocazioni al partito democratico, che attraverso i suoi esponenti ha guidato negli ultimi anni la società trasporti pubblici  “Ovviamente non si potrà non condividere l’accorato richiamo alla trasparenza, alla necessità di percorsi limpidi e lineari del presidente Almiento- afferma Toni Matarrelli– ma come ogni appello che si rispetti, è ancora una enunciazione. Passiamo quindi dalle parole e dalle buone intenzioni ai fatti; vigileremo – perché anche questo è il compito delle istituzioni – affinché tale transizione sia rispettata, sempre e comunque. Restano sul campo alcune perplessità da fugare. La prima balza agli occhi: la più lunga amministrazione della STP è stata, com’è noto, nelle mani del Partito Democratico (e di ciò che lo precedette), addirittura nella autorevole persona del suo segretario provinciale. Per caso, qualcuno degli intervenuti nell’attuale dibattito ne mette in dubbio quella gestione? Se è così, in quali incongruenze o contraddizioni? Perché annunciare una svolta rispetto a quel passato? Allora, se si ha contezza di notizie di reato, le si denunci immediatamente agli organi competenti, ben prima di alludervi o lasciarle trapelare alla stampa”. E poi  Matarrelli continua: “Chi amministra abbia rispetto di tutti, tanto degli azionisti, quanto delle parti sociali, e cioè ovviamente sempre di coloro che si muovono nell’alveo della legittimità. Nella Stp si cominci a tener conto delle condizioni di lavoro di chi vi è impiegato: troppi part time con stipendi troppo al di sotto della media non rappresentano certo un buon viatico.

Difende a spada tratta invece la posizione assunta da Almiento il consigliere regionale Giovanni Brigante,  a quanto pare ancora molto distante dal suo collega vendoliano Matarrelli nonostante rispondano alla stessa fonte politica.  “Ritengo doveroso, non in quanto rappresentante di una parte politica,  ma come cittadino e come amministratore regionale- afferma Brigante– esprimere il mio sostegno al presidente della Stp Rosario Almiento , che si conferma , con questa sua azione di trasparenza, persona dotata  di autonomia di giudizio e di autorevolezza, intenzionato a gestire un ente che eroga un pubblico servizio secondo il criterio dell’efficienza e della legalità, superando  consuete  logiche di spartizione di potere. Sembrerebbe che l’esternazione ad opera del presidente abbia toccato dei nervi scoperti e faccia temere l’entrata in vigore di procedure diverse da quelle finora applicate e condivise”.

Brigante parla di coda di paglia e di rispetto dei lavoratori che spesso vengono utilizzati strumenti per  soddisfare privilegi personali. Non fa nomi e cognomi, ma il riferimento ad alcune organizzazioni sindacali è chiaro.

 Lucia Portolano

4 Commenti

  1. Il problema sono proprio i sindacati politicizzati. Sindacati corrotti, boicottano i diritti dei lavoratori per il raggiungimento di scopi personali ( avanzamenti di carriera) con il beneplacito della politica, che a sua volta utilizza certe aziende partecipate come serbatoio di voti con assunzioni a orologeria in corrispondenza di consultazioni elettorali.
    I vincitori di concorso,TUTTI raccomandati, appena assunti sono avvisati di dare l’adesione ad sigle sindacali concordi creando così un sistema malavitoso che si autoalimenta in continuazione.

    Dopo le affermazioni del presidente tutti i sindacati e i politici in mala fede mettono le mani avanti per dire: NOI non centriamo siamo stati sempre per la trasparenza e la legalità.
    Un classico: predicano bene e razzolano male, così allontanano ogni dubbio di sospetto nei loro confronti. Siamo proprio scemi.

    La rovina dell’Italia sono sindacati e politici corrotti,ormai siamo sotto il loro regime. Come può l’Italia uscire dalla crisi dopo anni di sprechi e assunzioni clientelari. Una nazione che non favorisce la meritocrazia è una nazione destinata a fallire. Sindacati che fanno campagne elettorale e politici che sponsorizzano l’adesione a sigle sindacali complici,un circolo virtuoso per i promotori e vizioso per il popolo: potrà durare all’infinito?
    Non sappiamo dire basta per mancanza di coraggio e qualcuno per opportunismo, confermando in questo ultimo caso la regola generale che una classe dirigente corrotta rispecchia il popolo che rappresenta.

  2. La rovina dell’Italia sono sindacati e politici corrotti,ormai siamo sotto il loro regime. Come può l’Italia uscire dalla crisi dopo anni di sprechi e assunzioni clientelari. Una nazione che non favorisce la meritocrazia è una nazione destinata a fallire. Sindacati che fanno campagne elettorale e politici che sponsorizzano l’adesione a sigle sindacali complici,un circolo virtuoso per i promotori e vizioso per il popolo: potrà durare all’infinito?
    Non sappiamo dire basta per mancanza di coraggio e qualcuno per opportunismo, confermando in questo ultimo caso la regola generale che una classe dirigente corrotta rispecchia il popolo che rappresenta.

  3. Dopo le affermazioni del presidente tutti i sindacati e i politici in mala fede mettono le mani avanti per dire: NOI non centriamo siamo stati sempre per la trasparenza e la legalità.
    Un classico: predicano bene e razzolano male, così allontanano ogni dubbio di sospetto nei loro confronti. Siamo proprio scemi.

  4. Il problema sono proprio i sindacati politicizzati. Sindacati corrotti, boicottano i diritti dei lavoratori per il raggiungimento di scopi personali ( avanzamenti di carriera) con il beneplacito della politica, che a sua volta utilizza certe aziende partecipate come serbatoio di voti con assunzioni a orologeria in corrispondenza di consultazioni elettorali.
    I vincitori di concorso,TUTTI raccomandati, appena assunti sono avvisati di dare l’adesione ad sigle sindacali concordi creando così un sistema malavitoso che si autoalimenta in continuazione.

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*