Cattedrale nel deserto a Villa Castelli, al via il processo

VILLA CASTELLI- Sette imputati tra cui l’ex sindaco di Villa Castelli Vitantonio Caliandro, un dirigente della regione Puglia e del Comune, imprenditori di Villa Castelli e Ceglie Messapica, tra questi il proprietario della struttura Rocco Cavallo. Accusati di abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e violazione delle norme edilizie. Ha preso il via questo pomeriggio presso il tribunale di Brindisi il processo per il mega complesso turistico-alberghiero costruito sulla strada che collega Villa Castelli a Taranto, sequestrato nell’agosto 2009 dalla guardia di finanza nell’operazione la cattedrale nel deserto. Un complesso turistico-alberghiero e un capannone commerciale, per un valore di circa 7 milioni di euro ormai abbandonati al degrado. Questo pomeriggio si è tenuta la prima udienza, il procedimento è passato nelle mani del pubblico ministero Milto De Nozza, dopo il trasferimento a Lecce del pm Adele Ferraro.  Secondo l’accusa sia il complesso turistico, sia l’immobile rispettivamente del valore 5 e 2 milioni di euro sarebbero frutto di comportamenti illeciti, con lottizzazione abusiva, violazione di norme urbanistiche e norme regionali attraverso collusioni tra imprenditori di Villa Castelli e Ceglie Messapica, funzionari pubblici del Comune ed un funzionario della regione puglia. Quest’ultimo che in un primo momento aveva espresso parere sfavorevole è accusato di aver cambiato successivamente idea in seguito ad un incarico ricevuto dal comune per una consulenza tecnica. I reati ipotizzati sono quelli di abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e violazione delle norme edilizie. Secondo gli inquirenti la società Natura Park snc acquista il terreno su cui doveva sorgere il complesso nel 1999 a 36 mila euro, presenta la domanda di variante per cambiare la destinazione d’uso e la rivende alla Natura Point srl che chiede e ottiene in tre trance anche un finanziamento pubblico da 1,3 milioni di euro dalla Società Pacchetto Localizzativo Brindisi. Per superare il diniego della regione la società presenta un piano di marketing per dimostrare che potesse nascere un complesso turistico da 200 posti letto. Poi rivende tutto ad una terza società, in cui ci sono gli stessi soci, per 12 mila euro.

L’ex sindaco di Villa Castelli si è sempre difeso affermando che l’albergo è stato concepito quando lui era primo cittadino ma che il provvedimento autorizzativo  era stato rilasciato  molto tempo dopo quando era all’opposizione, precisando che  toccava ad altri controllare l’iter.

 Brindisioggi

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