Centro di accoglienza nella delegazione del Comune, l’Udc: “Non è una soluzione idonea”

BRINDISI- “La scelta di utilizzare gli uffici comunali del rione Casale per ospitare immigrati minorenni non accompagnati appare quella meno idonea e frutto di una politica di improvvisazione che ci meraviglia proprio perché viene da sinistra” così la direzione dell’Udc di Brindisi interviene sulla decisione del Comune di Brindisi di destinare i locali della vecchia delegazione comunale al rione Casale a centro di accoglienza per immigrati  minorenni. La decisione ha scatenato numerose polemiche in questi giorni.

“Non so cosa prevedesse il programma di Rossi in merito all’utilizzo dei beni immobili di proprietà dell’ente, in modo particolare le delegazioni comunali, tipo quella del Casale chiusa per carenza di personale e non per altri motivi,  ma tra l’altro esistono agli atti le ultime delibere della circoscrizione Casale presieduta da Alfredo Quaranta in merito all’uso di quei locali- dice l’Udc-  Noi abbiamo sempre sostenuto che quei beni posti in punti strategici dei quartieri debbano essere messi a disposizione della comunità per le reali carenze di servizi e per i bisogni dei cittadini che si distinguono da quartiere a quartiere. Al Casale abbiamo sempre pensato ad un centro per gli anziani, visto che quello del rione Bozzano non riesce a soddisfare le esigenze per tutti i quartieri oppure a un bando per giovani o per chiunque vi voglia avviare attività commerciali, attraverso delle Start Up, riqualificando così quelle strutture che con il passare degli anni diventano zone degradate”.

A parte questo l’Udc parla anche di uso improprio delle risorse riferite alla ristrutturazione di immobili da destinare ai migranti: “Inoltre vorrei ricordare al Sindaco che esiste un rilievo della Corte dei Conti sulla spesa delle casse comunali in merito all’uso improprio di tanto denaro per la ristrutturazione di immobili da destinare ad extracomunitari (quanto sta costando il centro di via Provinciale per San Vito?), in quanto vi sono altri strumenti finanziari da utilizzare e di competenza dello Stato, come fu fatto per il centro di Tuturano- dicono- Mi auguro che in scelte del genere possa coinvolgere di più la città o il mondo dell’associazionismo e del sociale per non creare allarmismi e contrasti nelle realtà locali, senza nulla togliere all’importanza dell’accoglienza”.

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