Centro Icaro per l’Alzheimer: un’eccellenza pubblica senza risorse

BRINDISI – Chiedono sostegno, attenzione, ma soprattutto che venga riconosciuta l‘eccellenza di questo centro diurno per la demenza e l’Alzheimer e così che arrivino fondi per ampliare le loro attività.  Il centro diurno Icaro di Brindisi, presso l’ex Di Summa, è stato inaugurato lo scorso anno grazie a un accordo di servizio integrato tra Asl/Br1 e Comune in cui si da attuazione alla scheda 27/a del piano sanitario di zona. Un’eccellenza della sanità pubblica nel suo genere se si pensa che di simili non ce ne sono in tutta Italia e che qui vi arrivano paziente e le loro famiglie da tutta la regione. Peccato che sia quasi sconosciuto e che chi vi lavora fa salti mortali con il supporto di psicologi “stagisti” e volontari. Solo pochi vengono assunti e a volte per pochi mesi. “I nostri parenti si affezionano, li vedono per mesi poi ne trovano altri. E questo in loro genera ancora più confusione in una patologia già difficilissima da questo punto di vista” ha spiegato il marito di una donna malata che non lascerebbe il centro neanche il sabato e la domenica. Già perché Icaro il weekend non lavora, non ha i mezzi, anche se la malattia non va in ferie, mai.

Qui mancano le risorse e solo pochi sono assunti in qualità di accompagnatori seppur seguono gli utenti solo dentro il Centro e per pochi mesi, ma il loro ruolo è fondamentale: sviluppano un canale comunicativo adeguato per fronteggiare i radicali cambiamenti che avvengono in queste persone. Presto si istituirà anche un gruppo di auto mutuo aiuto per i familiari: non sentirsi soli e confrontarsi con chi ha gli stessi disagi è fondamentale per non sviluppare un isolamento sociale che peggiorerebbe l’approccio con il congiunto malato. “La cosa più importante è quella di divulgare e informare su questa patologia che ha risvolti sui pazienti ma anche sulla società in cui si inseriscono” ha spiegato la dottoressa Patrizia Sion dirigente del centro. Forse per far capire quanto è importante il lavoro che si svolge nelle stanze del centro è primario sdoganare la malsana associazione Alzheimer-persona anziana. Niente di più sbagliato perché questa patologia può colpire, come colpisce, anche persone giovani, addirittura quarantenni. “C’è ancora tanto da sapere su questa malattia ed è infatti in fase di sperimentazione – ha detto la dirigente – quello che cerchiamo di fare qui è conoscere la biografia dei nostri utenti perché per intervenire sul loro benessere è importate sapere chi sono e cosa piace loro. E soprattutto dare supporto alle loro famiglie e aiutarli a capire come gestire il problema senza farsene sopraffare”.

Perché da soli non si può.

“Se questo centro fiorisse i nostri parenti potrebbero essere seguiti meglio, 24 ore su 24, vedrebbero gli stessi operatori ai quali si affezionano. Ma mancano le risorse e allora è tutto precario” ha detto il marito di una signora, ex professoressa che ormai chiama i volontari “i miei ragazzi”.

“La cosa più dura è vedere quanto soffre mio padre perché non sa come prendere mia madre e poi è una cosa stremante viverla sulla pelle ogni giorno senza avere i mezzi per affrontarla. Non siamo medici e abbiamo bisogno di aiuto” ha detto una figlia disperata perché il padre invalido non ha che il suo supporto per aiutare la madre e accompagnarla al Centro.

Basterebbe un pulmino, infondo, per sollevare in modo incredibile le nostre famiglie dalle enormi difficoltà” ha detto un marito.

Anche perché, purtroppo, per quanto poco è conosciuta questa oasi nel deserto conta una decina di persone.

Un bel progetto significativo per quello che riesce a fare per aiutare sia i malati che le loro famiglie per rendere anche più facile l’integrazione sociale. E allora che si aspetta a farne un vanto della Sanità Pugliese?

Carmen Vesco

3 Commenti

  1. buongiorno sono di brindisi ho 42 anni e avevo due nonni che soffrivano di questa malattia.. vorrei nel mio piccolo fare del volontariato per le persone bisognose.. prego volermi rispondere grazie

  2. Per fortuna che esiste il volontariato. GRAZIE.
    Vedo che ci sono tanti numeri di telefono. E’ possibile contattarvi per a-mail?
    Mia suocera affetta da questa malattia abbisogna di assistenza. A chi posso rivolgermi?
    Ancora un grazie.

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