“Ci vogliamo vive”, lunedì un corteo per l’eliminazione della violenza sulle donne

BRINDISI- Non Una Di Meno Brindisi, per la giornata mondiale per l’eliminazione della violenza, organizza a Brindisi, con la partecipazione delle scuole, un corteo che, partendo dal luogo simbolico del Tribunale, attraverserà la città e si concluderà in Piazza della Vittoria con un laboratorio sul tema “SMASCHERIAMO IL PATRIARCATO”.

La manifestazione si svolgerà il 27 novembre con partenza alle ore 9.00 dal piazzale antistante il Tribunale e vi hanno aderito l’Associazione Io Donna-Centro Antiviolenza, ANPI Brindisi Sez. Vincenzo Gigante, Coordinamento Donne SPI-CGIL, CGIL, Auser Territoriale, Associazione FR/AZIONE Tuturano, FIAB Brindisi, Cooperativa Solidarietà e Rinnovamento, Cobas Brindisi, Arci Brindisi, Cooperativa Il Sogno di San Pietro Vernotico.

Denunciamo la violenza degli uomini di ogni età, classe sociale e livello culturale che maltrattano, perseguitano, picchiano, ricattano, violentano ed uccidono donne sulle quali pretendono di esercitare il diritto di vita e di morte. Denunciamo le complicità, l’indifferenza, l’inerzia delle istituzioni che non attuano le politiche necessarie ad eliminare la violenza e le sue cause.

Nel 2023 si sono verificati episodi particolarmente feroci di violenza contro le donne: l’ultimo in ordine di tempo il femminicidio di Giulia Cecchettin, ammazzata dall’ex fidanzato che voleva impedirle di laurearsi e di realizzare il suo progetto di vita. E non dimentichiamo il femminicidio di Giulia Tramontana uccisa all’ottavo mese di gravidanza, lo stupro di gruppo a Palermo, gli stupri di Caivano da parte di adolescenti su due bambine, sino al femminicidio di Concetta Marruocco ad opera del marito, già sotto processo per maltrattamenti in famiglia, durati venti anni e lesioni aggravate.

In Italia dal 2012 al 2022 sono state uccise 2051 donne, per lo più da parte di partner ed ex-partner. Sono 105 i femminicidi avvenuti nel 2023, e il numero sarebbe più alto se alcune donne non fossero sopravvissute. I femminicidi sono solo l’apice di una piramide di violenza che ha le sue basi nel patriarcato, nei miti e pregiudizi che lo alimentano.

Questa situazione richiede una risposta da parte delle istituzioni, della politica, del sistema economico, giudiziario, educativo e della comunicazione. La violenza maschile sulle donne investe sia le relazioni di intimità e familiari, sia l’ambito pubblico.

Essa si manifesta spesso in forme multiple quali la violenza fisica, psicologica, sessuale ed economica; in atti persecutori, diffusione illecita di immagini intime, molestie, ricatti e violenze sui luoghi di lavoro. La libertà di scelta della donna è tuttora minacciata e necessita che famiglia, scuola, istituzioni e mezzi di comunicazione si assumano il compito di contrastare discriminazione, esclusione, sessismo e razzismo propri del sistema patriarcale.

Siamo contro la diffusa narrazione tossica che avvelena il sistema pubblico e dell’informazione con stereotipi sessisti, come “amore malato” e la costante sottovalutazione delle condotte maschili, delle violenze e dei maltrattamenti nei confronti delle donne, con violazioni ripetute da parte dell’Italia della Convenzione di Istanbul, a cui sono seguite condanne da parte della Corte Europea.

Per questi motivi abbiamo chiamato il laboratorio “SMASCHERIAMO IL PATRIARCATO”. Esso sarà rappresentato da un fantoccio attorno al quale si svolgerà un’attività di animazione dove tutte e tutti si potranno esprimere per svelare e mettere in discussione le sue diverse articolazioni.

Ribadiamo l’urgenza di finanziare adeguatamente i centri antiviolenza e le case rifugio, strutture indispensabili nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza e alla prevenzione dei femminicidi, di realizzare la prevenzione a partire dal sistema educativo e la formazione costante delle operatrici ed operatori del sistema antiviolenza.

 Inoltre, è necessario garantire alle donne i diritti sociali, previsti dalla Costituzione, nel campo del lavoro e della vita, contro ogni disuguaglianza e discriminazione, perché si è veramente libere/i di decidere della propria vita, solo quando si possiede reddito (diritto al lavoro),  strumenti di conoscenza (diritto allo studio e alla formazione) e capacità di autonomia (diritto alla salute).

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