Il Comune mette in vendita le case popolari, la rivolta del Villaggio Pescatori: “Che fine faremo?”

BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Sono 697 gli appartamenti messi in vendita dall’amministrazione comunale di Brindisi. Quasi 700 unità abitative inserite nel piano triennale delle alienazioni 2019 / 2021. Secondo le previsioni di bilancio, in questo modo il Comune dalla vendita delle unità abitative dovrebbe riuscire ad incassare 4.044.597,06 euro nel 2019, 7.690.397,93 euro nel 2020, e 5.391.506,34 euro nel 2021. Gran parte delle unità abitative sono situate in via dei Pescatori al rione Casale di Brindisi, molti altri in via Campania, via Marche nella zona Commenda, oltre una decina si trovano in via Cappuccini. Un centinaio di appartamenti in via Gerolamo Aleandro e via Angelo Lanzellotti al rione Sant’Angelo. Questi in particolare sono quelle abitazioni comunali assegnate e per le quali non sono mai stati stipulati i contratti di locazione. Motivo per cui nessuno degli inquilini in quasi quattordici anni ha mai pagato un centesimo di affitto all’amministrazione comunale creando un buco da milioni di euro nelle casse. Sono in vendita anche le abitazioni comunali in via Gioacchino Rossini, nella frazione di Tuturano. Appartamenti di tre, quattro e cinque vani ma anche garage. Il ricavato delle alienazioni potrebbe essere destinato a interventi infrastrutturali volti alla manutenzione degli alloggi vista la destinazione vincolata dei proventi delle alienazioni per le abitazioni comunali ed al miglioramento della viabilità cittadina, alla realizzazione dei parcheggi pubblici, alla realizzazione del sistema di trattamento delle acque cittadine, all’adeguamento della rete fognaria e alla riqualificazione urbana.

“La procedura di alienazione delle unità catastali sarà attivata d’ufficio con l’offerta in vendita dell’alloggio, nello stato d’uso in cui si trova, indirizzata agli assegnatari ovvero a coloro che avranno regolarizzato di posizione di occupante senza titolo, in possesso dei requisiti di permanenza nel sistema dell’edilizia residenziale pubblica e in regola con il pagamento dei canoni e delle spese anche condominiali, assegnando il termine di 60 giorni-scrive il Comune di Brindisi- Trascorso tale termine senza che si sia manifestata formale e univoca volontà di acquisto al prezzo comunicato, l’amministrazione riterrà di poter disporre liberamente dell’alloggio per l’alienazione mediante bandi di asta pubblica”. Detto in parole povere: il diritto di prelazione spetta solo ai legittimi assegnatari a patto che siano in regola con tutti i pagamenti , altrimenti la casa andrà direttamente ad asta pubblica.

Il piano di alienazione, così concepito, ha creato non poca agitazione tra i legittimi assegnatari, in particolare tra i residenti del villaggio pescatori che occupano gli alloggi popolari da oltre 50 anni.

Piero, ha 69 anni e vive in via dei Pescatori da sempre e prima di lui, vivevano i genitori. “Ho trascorso quasi tutta una vita sul mare. Sono nato pescatore e morirò pescatore. Una vita di sacrifici e non ho la possibilità di comprare la casa in cui vivo- dice- ho cresciuto tre figli e non ho soldi da parte. Come devo fare se mi mandano via da qui”. Il pensiero di Piero è quello di gran parte d questa gente che non ha mai avuto le possibilità economiche di acquistare una casa per conto proprio.

“Se avessi potuto non sarei certo in una casa popolare- aggiunge l’uomo che oramai si avvia alla pensione- guadagno si e no 10, 15 euro al giorno, quando va bene e la pensione minima non mi garantisce nulla. Il Comune deve tenere conto anche di questo”.

La voce sulla vendita degli alloggi popolari ha fatto presto il giro del villaggio e la signora Elvira , 88 anni, vedova, è disperata. Trascorre le sue giornate affacciata al balcone in una delle abitazioni popolari al primo piano della palazzina di proprietà comunale in via dei Pescatori. “E chi me li deve dare i soldi- dice con un sorriso amaro- i miei figli vivono fuori e qui ho solo una commare ( si riferisce ad una vecchia amica), che abita qua vicino. Se mi cacciano dove devo andare? Piuttosto perché non vengono a vedere, quelli del Comune, come sono ridotte le case. Vogliono i soldi ma poi in cucina c’è l’umido e in bagno i tubi sono arrugginiti, chi devo chiamare, che sono sola”.

Gli alloggi collocati nel villaggio pescatori inseriti nel piano di alienazione sono cinquanta. Si tratta di immobili in gran parte fatiscenti, dove la manutenzione in questi anni è mancata o è stata fatto in maniera sporadica . Anche di questo si lamentano gli inquilini che ad oggi non si capacitano che la loro casa venga messa in vendita. “Qui c’è gente che abita da generazioni- ripete Piero il pescatore- io sono cresciuto qui. I miei genitori sono nati tra queste case e come me tanta altra gente. Il Comune di Brindisi non può alzarsi un giorno e decidere di mandare via tutti. Ma sapete che significa per questa gente che è abituata a vivere qui. E poi è da anni che si parla di queste case e nessuno si è mai interessato. Ora vogliono cambiare tutto”.

I timori della gente sono più che legittimi, la notizia della messa in vendita delle case comunali ha creato molta tensione. Gran parte degli assegnatari sono persone anziane, talvolta anche sole e soprattutto economicamente disagiate, motivo per il quale usufruiscono dell’alloggio popolare.

Ma dal Comune, l’assessore al Patrimonio Casa, Cristiano D’Errico, dice che le cose non stanno proprio così: “Vorrei tranquillizzare tutti e porre un freno a questo allarmismo. Bisogna leggere bene la norma. Qui nessuno caccia nessuno. C’è un diritto di prelazione ma se qualcuno rinuncia e dovessimo avere la possibilità di vendere l’immobile il Comune non lascerà mai in mezzo ad una strada la gente. Al contrario dovrà garantire un altro alloggio. In ogni caso deciderà sempre in ultima battuta il Comune valutando di volta in volta le situazioni e le esigenze delle persone”.

La vendita degli immobili comunali ad uso abitativo è stata inserita solo in seconda battuta. Nei mesi precedenti il Comune ha tentato più volte di alienare i locali comunali ad uso commerciale per le aste sono andate deserte. Ora l’amministrazione ha pensato che rifacendo il bando e inserendo anche le unità abitative qualcosa si possa muovere e le casse in qualche modo possano ricevere una boccata d’ossigeno. La situazione, tuttavia, vista la reazione di molta gente, resta comunque ancora molto complessa.

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

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