Comunità energetica, risparmio sulla bolletta per 250 famiglie ma è tutto fermo al Comune

BRINDISI- ( Da Il7 Magazine) A Brindisi la prima Comunità energetica rinnovabile per il risparmio economico delle famiglie al Paradiso e al Perrino, dopo mesi dall’annuncio ancora nulla si muove. Era stato annunciato in pompa magna, addirittura era stata proprio la Regione Puglia a presentare il Comune di Brindisi come una tra le prime ad adottare il progetto pilota per la nascita della prima “Comunità energetica rinnovabile” che da l’opportunità a  circa 350 famiglie, residenti  nei quartieri Paradiso e Perrino di sperimentare forme di autoconsumo energetico, favorendo risparmi economici e ottenendo benefici ambientali, attraverso  istallazione di pannelli fotovoltaici. Peccato che a distanza di mesi ancora non è stato fatto nulla e la stessa Regione Puglia asserisce che la procedura è in stallo al Comune di Brindisi.  In pratica il progetto pilota è stato presentato la scorsa primavera a Bari. Nello specifico si tratta di un modello di produzione distribuita dell’energia da fonti rinnovabili. L’associazione Brec, grazie al recupero e alla riqualificazione energetica di immobili di proprietà Arca, con l’installazione di pannelli per una potenza complessiva di 600 KW, stima un risparmio sul costo dei consumi energetici elettrici del 30-40 per  cento.  “La firma dell’associazione Brec e l’avvio della prima Comunità energetica di Brindisi – aveva detto Arturo de Risi, presidente del DiTNE – rappresentano un passo importante verso la piena attivazione di un processo che sta traghettando il nostro Paese verso uno degli obiettivi più importanti del nuovo secolo: la decarbonizzazione. Quella di Brindisi è una iniziativa a cui il Distretto, in collaborazione con l’Enea nostro socio ha dato pieno supporto”. Il progetto, quindi, andava anche a integrarsi con la politica della decarbonizzazione. La Comunità energetica rinnovabile, infatti,  è un modello di produzione distribuita dell’energia da fonti rinnovabili per fornire benefici ambientali, economici e sociali a tutti i soggetti coinvolti. Quindi il ruolo dell’associazione BREC , grazie al recupero e alla riqualificazione energetica di immobili di proprietà ARCA finanziati rispettivamente con fondi POR PUGLIA con l’istallazione di pannelli per una potenza complessiva di 600 KW , non solo, come detto, era quello di ridurre la spesa per l’energia delle famiglie e dei soci, stimando una percentuale di recupero sul costo relativo ai consumi energetici elettrici del 30/40 per cento ma anche  di sensibilizzare gli utenti all’uso razionale delle risorse e di creare modelli di comunità autosostenibili. “Le comunità energetiche – aveva commentato l’assessore regionale allo Sviluppo economico – rappresentano uno strumento fondamentale nel processo di transizione energetica ed ecologica a cui, ora più che mai, siamo chiamati. Un modello da sostenere, capace di mettere insieme numerosi attori pubblici e privati e di restituire protagonismo ai cittadini nella gestione e nel consumo dell’energia. La comunità energetica di Brindisi nasce dalla volontà di ARCA Nord Salento, egregiamente guidata da Cosimo Casilli, di massimizzare la fruizione dei pannelli fotovoltaici da installare negli alloggi di edilizia popolare, evitare l’abbandono degli stessi e creare un vantaggio collettivo economico e sociale. Ci auguriamo che questa buona prassi sia di ispirazione per tutte le altre realtà.”  Amministratori locali e distretti tecnico-scientifici, tutti uniti avrebbero potuto dare un notevole contributo ad obiettivi ambientali che perseguono il contrasto ai fenomeni climatici avversi, ma soprattutto obiettivi sociali di contrasto alle povertà energetiche, come aveva anche sottolineato l’assessora all’Ambiente e alle Politiche Abitative della Regione Puglia.  I beneficiari finali di questa operazione sarebbero stati i cittadini, che  avrebbero avuto notevoli vantaggi in termini economici con ricadute positive sul territorio e sull’ambiente. Ora , in un momento in cui la centrale Enel di Cerano torna a pieno regime ed il costo delle bollette continua a salire non è difficile immaginare quale enormi benefici potrebbero esserci per le famiglie che per l’ambiente stesso. Il progetto coinvolge proprio gli immobili popolari, famiglie costantemente in difficoltà con le spese domestiche. “Circa 350 famiglie beneficeranno di energia rinnovabile con notevoli risparmi economici- aveva detto il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi-  Grazie all’impegno di Arca Nord Salento e della Regione Puglia sui temi della sostenibilità si avvia quindi anche a Brindisi quel percorso virtuoso che le comunità energetiche consentono. Come Amministrazione comunale individuiamo in questo primo progetto, un modello da replicare in tutta la città”. Mentre Cosimo Casilli, amministratore unico ARCA NORD Salento, commentava: “Vogliamo prenderci cura non solo delle nostre case ma anche delle persone che le abitano. Questa iniziativa si inserisce in un quadro di attività che concorrono a migliorare la qualità della vita in questi quartieri considerati periferici.” La Regione Puglia, recentemente interpellata sull’argomento, ha riferito che il progetto non va avanti perché manca una semplice delibera, delibera che dovrebbe essere discussa e firmata in consiglio comunale altrimenti non si può fare nulla. Ora, non sarebbe la prima volta che le buone pratiche si arenano in Comune. Certo è che a distanza di mesi la procedura è ferma e dopo gli annunci ancora non si è concretizzato nulla. Detto questo , il contatore gira ed il costo delle bollette pure ma forse la stesse famiglie che ogni giorno si barcamenano con le spese non sono al corrente delle tante opportunità che passano sotto il loro naso ed intanto aspettano.

 

 

1 Commento

  1. Buon giorno.
    Chiedendo di inserire un commento, ne approfitto per informarvi su alcuni aspetti della ristrutturazione. e dll’efficientamento energetico dei LOTTI al Rione Paradiso,
    Probabilmente non siete informato di quanto sto per scrivervi.
    Mi chiamo Nicola D’Amore, mia figlia ha riscattato un appartamento (ex IACP), ora ARCA NORD SALENTO. La quale sta chiedendo a due inquilini , del Lotto n. 11 che hanno riscattato l’appartamento in cui abitano, di versare la somma di € 51891,87 (forse + IVA) quale quota parte “per le lavorazioni che saranno eseguite per l’appalto in oggetto”.
    Allora, mentre ARCA NORD SALENTO ha chiesto e ottenuto il finanziamento – POR PUGLIA (FSER-FSE)- 2014 -2020)) Per la riduzione del disagio abitativo per effettuare, la ristrutturazione e l’efficientamento energetico degli alloggi di sua proprietà; in definitiva ARCA chiede e ottiene il finanziamento dell’Unione Europea per i sui alloggi e gli inquilini che hanno riscattato l’appartamento devono concorrere alle spese.
    Non sarebbe stato logico, che nella richiesta del finanziamento fossero stati inseriti anche gli alloggi riscattati, visto che sono inglobati nei LOTTI da ristrutturare. Oppure richiedere l’Ecobonus del 110%, tuttora usufruibile. Stiamo parlando di alloggi che, chi li ha riscattati, alla stessa stregua degli inquilini ARCA, ha dovuto fare domanda per ottenere l’alloggio e avere tutti i requisiti per l’assegnazione.
    Non è forse questa una forma di discriminazione?; condannata dall’(UE) nei suoi Regolamenti. Regolamento (UE) e del Consiglio n. 1303/2014 del 17 dicembre 2013
    all’Art. n. 96 – Pag. n. 68 paragrafo 7, lettera b) così recita:
    “b) le azioni specifiche per promuovere le pari opportunità e prevenire le discriminazioni fondate sul sesso, la razza o l’origine etnica, la religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale durante la preparazione, la definizione e l’esecuzione del programma operativo, in particolare per quanto riguarda l’accesso ai finanziamenti, tenendo conto delle esigenze dei vari gruppi bersaglio a rischio di tale discriminazione, e in particolare l’obbligo di garantire l’accessibilità per le persone disabili”;

    Grazie per l’attenzione.
    Vi saluto.

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