Confcommercio, è allarme: centro storico sempre più desertificato

BRINDISI- La Confcommercio ha svolto, a livello nazionale, una analisi aggiornata dell’evoluzione commerciale di tutte le città capoluogo e di altri dieci comuni di media dimensione, prendendo in considerazione ciò che è avvenuto dal 2012 al 2020.
Il dato più preoccupante che emerge da tale approfondimento è che l’emergenza-covid, in atto ormai da un anno, si è abbattuta in maniera drammatica sul nostro sistema di imprese, infliggendo un colpo gravissimo a settori come il turismo e la ristorazione che hanno letteralmente azzerato i propri fatturati. Ed è altrettanto preoccupante la situazione di altri comparti, come quelli del commercio al dettaglio e del tempo libero (attività artistiche, culturali, sportive e di intrattenimento).
In termini numerici, la riduzione di imprese potrebbe arrivare anche a 300.000, di cui 240.000 a causa della pandemia, a cui si aggiungono 200.000 attività professionali. La perdita di Pil, per effetto di tale catastrofe, è di 160 miliardi di euro.
In questo contesto, chi ha subito il colpo peggiore sono certamente i centri storici che hanno visto crescere l’effetto-desertificazione, con la forte contrazione delle relazioni di prossimità tra persone ed attività commerciali.
“In provincia di Brindisi la situazione, purtroppo, non è meno grave – afferma la Presidente di Confcommercio Brindisi Anna Rita Montanaro – anche se una semplice lettura dei dati numerici potrebbe far pensare al contrario.
Esiste, infatti, l’altrettanto preoccupante fenomeno della ‘ibernazione’ delle imprese. Una scelta pressocché obbligata da parte degli esercenti che hanno ridotto i costi al minimo per tentare di superare questo periodo pandemico, anche grazie al blocco dei licenziamenti, alla cassa integrazione ed alle promesse di ristori.
Ma la prospettiva per l’immediato futuro non induce ad alcuna forma di ottimismo – aggiunge Montanaro – visto che sarà inevitabile la chiusura definitiva di tantissime attività, a cominciare proprio da quelle localizzate nei centri storici che in questi anni hanno contenuto le perdite grazie alla presenza di bar, pub e ristoranti. Proprio quelle attività che sono state colpite duramente dall’emergenza sanitaria.
Occorre, pertanto, imprimere un cambio di passo, ricucendo il legame tra luoghi, persone e imprese a favore dei percorsi di nuovo sviluppo.
In questo contesto, i negozi di prossimità potranno tornare a svolgere un ruolo significativo, proseguendo sulla strada appena avviata durante questa pandemia”.
D’intesa con le Amministrazioni locali, pertanto, bisognerà promuovere progetti di valorizzazione dei territori, esaltandone le vocazioni e cogliendo ogni possibile occasione di sviluppo.
“La città di Brindisi, ad esempio, dovrà realizzare una forte accelerata – conclude la Presidente Montanaro – nel settore del turismo, da cui evidentemente dipende la ‘tenuta’ del centro storico e di tutte le attività che vi hanno sede. E dovrà farlo puntando sulla formazione per migliorare il livello di accoglienza, così come sul varo di un piano della mobilità per rendere la città più accessibile.
Oggi più che mai, quindi, è necessario programmare il futuro immediato e quello a medio termine delle nostre città, sgomberando il campo dall’improvvisazione e dagli interventi-tampone che hanno tristemente contraddistinto le nostre città fino ad oggi”.
BrindisiOggi

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