Contagiato un altro lavoratore del Cup di Ostuni, Cobas:”Non hanno neanche le mascherine”

BRINDISI – Contagiato un secondo lavoratore del Cup di Ostuni. Il Sindacato Cobas denuncia che i lavoratori del Cup continuano a lamentare il fatto che non gli vengono assegnati i dispositivi di protezione individuale con la motivazione che non sono previtsti.

“Ma stiamo scherzando – afferma Bobo Aprile, segretario provinciale Cobas – Fosse solo per un principio di precauzione in relazione al fatto che i modi di trasmissione del virus  sono ancora ad oggi del tutto sconosciuti .Per settimane questi lavoratori sono stati anche senza guanti e sapone per lavarsi le mani”

Ma il  Cobas segnale anche il grave episodio alla Fondazione San Raffaele dove una  fisioterapista è stata contagiata. “Solo ieri la direzione è corsa ai ripari per tentare secondo noi di mettere una pezza ad una drammatica situazione con la decisione di fare il tampone a tutti – aggiunge – Il tampone sarà fatto anche ai lavoratori delle pulizie ai quali nei giorni precedenti la Fondazione aveva negato le mascherine , con la motivazione che  non gli toccavano. Secondo noi le azioni portate avanti dal San Raffaele a difesa dei lavoratori e dei malati sono state dichiaratamente insufficienti in seguito al contagio della fisioterapista, sperando che il tutto non sia diventato un pericoloso focolaio.Come denunciavamo all’inizio di questa storia il mondo del lavoro è il meno tutelato. Prima con quel ridicolo accordo di Cgil,Cisl, Uil con il Governo che era solo un enorme veicolo di contagio , poi con le leggi di ieri che diminuiscono le presenze sui posti di lavoro ma non in modo significativo come sarebbe necessario. E’ salito prepotentemente a galla finalmente  il dramma delle mascherine con la scelta di non produrli più in Italia ma di comprarli dall’estero a qualche centesimo in meno. Le mancate scorte di mascherine per eventuali epidemie , così come è accaduto , sono da imputare ai diversi Governi che si sono succeduti fino ad oggi . Stessa cosa per i respiratori che non si producono più in Italia ma all’estero. Sono comunque mesi che tutti conoscevano la più che certa espansione a livello mondiale del Coronavirus ,  non realizzando secondo noi le necessarie misure ad affrontarlo. Ma chi se ne frega , tanto per qualcuno c’è sempre da guadagnare e speculare sulle disgrazie che colpiscono le popolazioni. Insieme ad una sanità da rivedere completamente che in questa situazione ha mostrato i suoi limiti incredibili dovuta ai tagli di questi anni.Il Cobas ha l’unica  speranza  che quando tutto sarà finito si affrontino realmente  i problemi  evidenziati da questa disgrazia”.

 

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