Corsa alla segreteria provinciale del PD, l’intervista ai tre candidati

BRINDISI- Partirà lunedì pomeriggio, il conto alla rovescia che porterà all’elezione del nuovo segretario provinciale del Pd. Dopo che la commissione congressuale si sarà pronunciata sulla validità delle firme presentate dagli aspiranti segretario, passeranno due settimane prima che le assemblee restituiscano il verdetto definitivo.

Intanto i tre contendenti, Maurizio Bruno, già candidato, per ora, unico alle primarie per le amministrative di Francavilla Fontana, l’ostunese Giuseppe Tagliente, appena 24enne ma già con una lunga militanza alle spalle, e Annamaria Scalera, mesagnese e dirigente provinciale del Pd, già segretaria provinciale della Sinistra Giovanile, segretaria dei Ds di Mesagne e consigliere comunale dei Ds, stanno preparando la sfida per conquistare il vertice del partito brindisino, senza dimenticare la profonda stima e amicizia che li lega l’un l’altro.

«Non sarà una competizione per distruggere gli avversari – afferma Tagliente – ma per costruire insieme un partito migliore». Gli fa eco Maurizio Bruno. «Il mio documento programmatico per la segreteria, infatti, si intitola “Far nascere il Partito Democratico” perché, finora, si è vista solo la fusione a freddo di Ds e Margherita. Solo con l’unione e il contributo di tutti questo può essere possibile». Dello stesso avviso l’unico candidato donna della competizione. «Sono contenta di partecipare a questa sfida con Maurizio e Giuseppe – dichiara Annamaria Scalera – ci rifacciamo ad aree politiche, all’interno del partito, differenti ma tutti contribuiamo a costruire un partito più nuovo e aperto alle istanze della società e continueremo a farlo anche dopo il congresso, qualsiasi sia il suo risultato».

I tre sfidanti hanno le idee chiare su quale sarà il Partito Democratico del prossimo futuro, quello che prenderà forma tra due settimane. «Lo straordinario patrimonio di conoscenze, competenze, idee che è nei territori – afferma Annamaria Scalera – deve essere la base su cui costruire un partito radicato nella società. Per questo motivo occorre dare centralità ai territori, agli amministratori e ai dirigenti locali. Bisogna fare in modo che le migliori pratiche e idee diventino spunto per le politiche territoriali. Sono tante le persone capaci di fare la differenza, vanno cercate e valorizzate, non mortificate. Abbiamo bisogno di un “partito rete”, in grado di coinvolgere associazioni, comitati, categorie professionali. In questa rete, gli iscritti al partito sono i nostri militanti, i possibili dirigenti, la forza reale cui va garantito un contatto diretto con il partito». Giuseppe Tagliente, invece, punta l’obiettivo sul ruolo sociale che dovrebbe avere il “suo” Pd. «Il partito è il luogo dove si abbattono le differenze sociali per condividere un percorso. Bisogna costruire una federazione  con una nuova classe dirigente che sappia instaurare un rapporto col territorio per proporre delle soluzioni alle tematiche sovracomunali. Mi riferisco, ad esempio, all’ambiente e al problema dell’occupazione, soprattutto giovanile. Abbiamo perso il nostro blocco di elettorato di riferimento e dobbiamo riconquistarlo. Non bisogna mettere un progetto a servizio delle persone ma le persone a servizio di un progetto. Può sembrare una frase fatta ma è il mio punto di partenza». I temi proposti da Tagliente assomigliano molto alle priorità di Maurizio Bruno. «I tre temi centrali che propongo al partito sono: la questione ambientale, quella industriale e, venendo da Francavilla Fontana, quella morale. Questi punti saranno la bussola del mio agire se sarò eletto. Bisogna aprire il partito alla società civile e alle associazioni di volontariato. Bisogna ripartire dal basso, dalla base». Bruno è nella doppia veste di candidato alle primarie per le amministrative di Francavilla e candidato alla segreteria provinciale del partito. «Se venissi eletto sindaco e segretario, lascerei l’incarico politico. Sono contrario ai tuttologi della politica e penso che ogni ruolo abbia bisogno della massima attenzione e concentrazione».

Maurizio Distante

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