De Donno: “La politica ha bisogno di meritrocrazia così come Brindisi di risposte”

INTERVENTO- “Dov’era D’Attis?” e “Dov’è Consales?”: perché la politica fa domande invece di dare risposte. Sono ormai mesi che le uniche domande che si fa la politica brindisina riguardano solo beghe partitiche. Ancora una volta ci troviamo di fronte all’ennesima amministrazione che funziona a singhiozzo. Il problema è che a singhiozzo non ha mai funzionato niente. Le strade a Brindisi sembrano un campo da cross con buche e dislivelli da schivare, non ci sono soldi per l’assistenza domiciliare alle persone che ne hanno bisogno, abbiamo case popolari insufficienti per i più bisognosi perché occupate da gente che non ne avrebbe diritto, scuole in cui i genitori portano la carta igienica e i fogli per le fotocopie, negozi che chiudono, il lavoro che non esiste, aziende che muoiono, un porto morto e il turismo inesistente. Politici che insultano giornalisti perché la versione descritta in un articolo non piace, incuranti del fatto che la libertà di parola è considerata un concetto basilare nella democrazia che loro dovrebbero servire. “Giovani politici” che si permettono di insultare gratuitamente le donne, e che nella loro vita non hanno niente da dire perché sono mediocri esecutori di ordini altrui e quindi incapaci di ragionare da soli. Buoni politici che vengono scaricati dal proprio partito solo perché non obbediscono a dovere a scelte non democratiche. Cambi di alleanze politiche locali dettate da politiche nazionali che a noi, di sicuro, non guardano. E dopo tutto ciò le uniche domande che si sentono da mesi sono: “Dov’era D’Attis?” e “Dov’è Consales?” Siete tutti in evidente stato confusionale.
La politica è un servizio civile da fare a tempo determinato e per il bene del popolo. La politica si può fare senza soldi. La coerenza è un valore e l’onestà una virtù. Questo me lo insegna mio padre. E i vostri padri dove erano quando dovevano insegnarlo a voi? Credo lo abbiano fatto, ma voi ve ne siete dimenticati.
In politica la gente si indebita, si vende la moglie, i figli e la casa pur di riuscire ad entrare nel sistema. Perché una volta dentro finalmente si arriva al vero obiettivo: il raggiungimento del potere di decidere della vita altrui da una posizione di presunta intoccabilità e stratificare ricchezze grazie alle aperture di credito politico.
È’ un mondo fatto, nella maggior parte dei casi, di ladri, di chi si compra i voti, di chi vende la propria integrità morale, di chi crea i problemi per poterli risolvere e di pochi onesti isolati, di sognatori, vittime del sistema a cui scippano anche i meriti solo per essere protagonisti di un articolo di giornale.
E’ la prospettiva da cui si guarda la politica che, in fondo, è sbagliata: si parla sempre e solo di coalizioni, partiti, appartenenze, gruppi, mai di programmi seri, concreti e fattibili. Anche a me piacerebbe pensare a Brindisi come “seconda città dell’ONU dopo New York” ma scendiamo con i piedi per terra e cominciamo con risolvere i problemi più seri e urgenti. Cominciamo a dimetterci da incarichi, che non servono a nulla, se non si è stati nominati da alcun direttivo (ma solo da logiche di partito perverse) prima di parlare di onestà.
Non si può più pensare all’eco compatibilità come se fosse un termine legato a quei “rompiballe” di ambientalisti. E gli ambientalisti non possono continuare a pensare di essere una casta illuminata e guardare gli altri dall’alto in basso.
Sarebbe il caso di tornare a scuola. Chi di buone maniere, chi di politica, chi di umiltà. Ma andateci, tutti.
Lasciate la poltrona a chi, più di voi, la merita. Perché di ricette per salvare questa città ce ne sono tante.
Partiamo dal concepire la pubblica amministrazione nel modo giusto, in cui il sindaco gode di piena libertà senza essere sempre sotto scacco della volontà dei partiti, in cui si fa ciò che si è deciso di fare prima di farlo sedere li. La giunta deve essere composta da tecnici esperti che devono lavorare in gruppo, senza personalismi o conferenze stampa del singolo. I progetti si pubblicizzano, si realizzano nei tempi e nei modi giusti. E se ciò viene ostacolato dai dirigenti, si applichino le penali e non i premi di produzione che la casta della casta si assegna a fine anno per aver svolto solo il proprio lavoro.
Cominciamo dalla meritocrazia, in politica. Cominciamo con il dire basta a coalizioni con partiti che implichino mediazioni e accordi pre-elettorali. Cominciamo ad affidare la politica a persone virtuose che con onestà potranno amministrare la nostra città, a uomini e soprattutto donne che riescano a comprendere che la bellezza della nostra terra vincerà sulla negatività della gente che ci vive.
Ogni partito ha i suoi pregi e i suoi difetti, ma dovrebbero essere i primi a prevalere sui secondi.
Il movimento a cui appartengo ne ha tanti di difetti ma devo ammettere che il presidente mi ha insegnato che cambiare è possibile solo se si è giovani sognatori, sognatori liberi di esprimere le proprie idee. È il caso che tutti i partiti, oggi, facciano un esame di coscienza e cambino rotta. Il tempo del “vediamo se lui cambierà qualcosa” è finito, nessuno ci salverà se non noi stessi. Forse questo vorrà dire poche possibilità di vincere. Ma sicuramente tante possibilità di cambiare.
Alla luce di tutto ciò, cari politici, invece di porre domande inutili, cominciate a pensare che a questa città servono risposte. Concrete. Subito.

Attivista del movimento “Noi Centro”, cittadina
Claudia De Donno

2 Commenti

  1. Belle parole!!! Però penso che il tuo partito sia un po’ ambiguo . Non si può stare un piede con il centrosinistra e l altro con il centrodestra . Per fare una politica seria bisogna avere una identità ben precisa.

  2. Complimenti. Brava . Ma alla fine anche la tua e’ una domanda. Rivolta a chi ? Servono nomi cognomi e denuncie su fatti concreti. Comunque è un buon inizio.

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