Decarbonizzazione, operai della Sir rischiano il posto di lavoro e bloccano la centrale Enel

BRINDISI- Decarbonizzazione , operati della Sir rischiano il posto di lavoro e bloccano l’ingresso alla Centrale Enel-. Dalle prime ore del mattino gli operai delle ditte appaltatrici che eseguono diverse commesse all’interno della Centrale Enel di Cerano sono in stato di agitazione davanti all’ingresso, impedendo l’accesso agli altri lavoratori. Tra questi ci sono 45 lavoratori della Sir. “Si tratta di un atto illegittimo ed intollerabile. Il cambio d’appalto, in presenza di una clausola sociale, non può in nessuna forma configurare il licenziamento dei lavoratori, che debbono passare alle dipendenze del soggetto subentrante come previsto dalla normativa, così come è inaccettabile che venga applicato un differente contratto collettivo che incide pesantemente sulla retribuzione dei Lavoratori che acuisce il processo di impoverimento, reale e percepito, accanto al dato negativo dell’occupazione, presente nel nostro territorio- dicono CGIL,CISL e Uil in una nota congiunta- La decarbonizzazione è una oggettività dalla quale non si può tornare indietro, ma serve una “road map” anche nel sistema degli appalti che porti al migliore degli esiti possibili, in termini di occupazione, sostenibilità e ritorno economico per il territorio; può rilevarsi una grande opportunità solo se verranno contestualmente programmati adeguati investimenti per lo sviluppo economico e produttivo. È da qui che nasce l’obbligo di non lasciare dietro nessuno, per evitare che siano i lavoratori a pagare i costi della transizione. In questa fase, c’è bisogno di grande responsabilità nel gestire la transizione energetica, se invece si continua a voler decidere di adottare unilateralmente provvedimenti tesi a perseguire la corsa al ribasso sui servizi appaltati, il risultato appare scontato: a risentirne sono i diritti dei Lavoratori, col rischio di una grave implosione sociale. E questo noi non ce lo possiamo permette, anche in considerazione degli indicatori socio – economici presenti sul territorio che esprimono una profonda crisi. Pertanto, si chiede un urgente incontro, finalizzato a trovare le giuste soluzioni”. “La ditta SIR ha vinto la gara per la movimentazione del carbone della Centrale di Cerano con la clausola da parte Enel di utilizzare solo la vecchia platea storica composta di 45 lavoratori- dice il sindacato del Cobas-  In questi anni i lavoratori impegnati per le attività di movimentazione del carbone sono stati oltre 80 e la SIR, dopo l’ultima gara vinta, ha quantificato gli esuberi in 38 unità per i le quali ha avanzato una proposta di ricollocazione ad altre attività.Sono 16 i lavoratori di questa platea di espulsi dal processo produttivo della centrale Enel di Cerano che hanno rifiutato a diverso titolo la proposta di ricollocazione e di conseguenza sono interessati da una procedura di licenziamento collettivo da parte della SIR. Inizia così ufficialmente il processo di dismissione della Centrale”.  “E’ arrivato il momento di unire tutti i lavoratori della Centrale di Cerano nella lotta per trovare soluzioni alternative, di rispondere insieme come territorio per ribadire che tutti abbiamo diritto ad avere la continuità occupazionale, anche attraverso un modello di sviluppo diverso e possibile- aggiunge il sindacato-  Denunciamo intanto il comportamento non collaborativo dell’Enel che tarda soddisfare la richiesta di gruppi di lavoratori di avere la possibilità di utilizzare una sala per svolgere un’assemblea aperta con la parlamentare di 5 Stelle, Valentina Palmisano, che si sta occupando della questione, e con il Cobas, rappresentato da Roberto Aprile, che da tempo aveva chiesto un incontro con il MISE proprio per porre al centro la discussione sulle prospettive occupazionali legate alla dismissione della centrale a carbone. Candidamente però, i rappresentanti dell’Enel hanno affermato che la sala può essere concessa, ma alla sola condizione che sia inibito l’ingresso al rappresentante dei Cobas, Roberto Aprile. Ribadiamo qui la nostra proposta di fare comunque una assemblea all’ esterno, così come abbiamo già fatto il 24 ottobre dello scorso anno davanti ai cancelli della centrale e, nel caso, continueremo a fare assemblee ovunque si possano fare”.

Queste le  proposte del Cobas: l’utilizzo di un ammortizzatore sociale ad hoc non solo per i dipendenti dell’Enel ma anche per i dipendenti delle ditte appaltatrici prossimi al pensionamento, della durata di 7 anni;  pianificazione dello smantellamento, bonifica e ripristino dello stato dei luoghi delle due centrali che darebbe continuità occupazionale non di poco conto per tutto il periodo occorrente allo svolgimento delle tre fasi; il resto lavoratori giovani che sarebbero lontani dall’età pensionabile inserirli in percorsi di corsi di formazione professionali specifici sullo sviluppo, installazione e manutenzione delle filiere rinnovabili compreso l’idrogeno verde prodotto con il 100% dell’energia da fonti rinnovabili; no alla trasformazione a gas della stessa Cerano e dall’altra centrale storica di Brindisi Nord, oggi A2A;  no a nuovi gasdotti che legherebbero il nostro futuro a scelte climalteranti e speculazioni internazionali assai opache come con il TAP; chiediamo che quei soldi invece di essere spesi per la riconversione a gas delle Centrali vengano investiti per realizzare Comunità Energetiche in tutti i comuni della Provincia, un utilizzo quindi delle rinnovabili in ogni casa, condominio e ogni struttura pubblica: ci sarebbe molta più occupazione che delle poche decine di occupati previsti con una centrale a gas;  non vogliamo che i soliti furbi del quartierino si accaparrino i finanziamenti europei tanto attesi dall’Italia, soldi di cui Brindisi nei programmi del Governo nazionale è ancora a tutt’oggi escluso;  creazione di un centro di ricerca e sviluppo delle tecnologie delle fonti rinnovabili.

BrindisiOggi

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