Dichiarazioni del pentito, i procuratori salentini: “Irrilevante e generico il riferimento al Salento”. il Video

LECCE- Indicazione irrilevante e un riferimento generico al Salento. Definisce così il procuratore generale  della Corte D’Appello di Lecce,  Giuseppe Vignola le dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone sui rifiuti interrati nel Salento. Questa la premessa che si legge nel comunicato ufficiale redatto dopo l’incontro a Lecce tra Vignola, i tre procuratori di Brindisi, Lecce e Taranto e il capo della Dda Cataldo Motta. Per Brindisi era presente il procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi.

Nel comunicato si legge: “La stessa Commissione parlamentare ha ritenuto irrilevante l’unica indicazione fornita nel 1997 da Carmine Schiavone (peraltro già dichiarato scarsamente credibile dall’autorità giudiziaria competente) con un generico riferimento al Salento quale territorio di destinazione di rifiuti provenienti da altre zone, posto che l’autorità giudiziaria non ne era stata neanche informata, evidentemente perché del tutto generica e priva di contenuto concreto e di qualsivoglia dettaglio suscettibile di sviluppi investigativi“

Vignola ha inteso organizzare un vertice con i procuratori del distretto dopo le reazioni pubbliche scatenate sulla stampa a seguito della pubblicazione del verbale dell’audizione de parte della Commissione d’inchiesta parlamentare sui rifiuti  del pentito Carmine Schiavone. Si tratta di dichiarazioni pubblicate solo in questi giorni ma risalenti al 1997. Nei quali si fa riferimento a legami tra l’affare rifiuti e il clan dei casalesi.

I procuratori hanno sottolineato come nelle tre provincie negli ultimi anni siano state attivate indagini e aperti processi su questioni ambientali.  Sulle vicende ambientali  alta resta la loro attenzione l’attenzione. Alla fine precisano: “Continueremo l’azione di vigilanza del territorio ionico salentino con la mobilitazione della polizia giudiziaria per la rilevazione di ogni notizia riguardante reati che offendano il diritto dei cittadini alla salute e alla salubrità dell’ambiente”.

Insomma viene ribadita la posizione già espressa qualche giorno fa dal procuratore distrettuale antimafia Cataldo Motta che sulla questione aveva detto: “Non inseguiamo i fantasmi”

 BrindisiOggi

 

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