Disastro ferroviario, salgono a 27 i morti, si cercano i dispersi, ecco chi sono le vittime

BARI- Ventisette morti e cinquanta feriti, questo l’ultimo drammatico bilancio del disastro ferroviario verificatosi ieri mattina  sui binari tra Andria e Corato.

I soccorritori hanno continuato a lavorare tutta la notte anche con l’aiuto delle unità cinofile. Ci sarebbero ancora dei dispersi.

Una tragedia immane quella che si è consumata nelle campagne pugliesi, tra gli ulivi secolari ed il sole battente. Così senza sosta hanno lavorato i vigili del fuoco, la protezione civile, i medici del 118, le forze dell’ordine e i tanti volontari che hanno raggiunto il luogo della tragedia per dare una mano.

Nelle ultime ore è stata recuperata la scatola nera che dovrebbe aiutare gli investigatori a fare chiarezza sulla dinamica del terribile schianto, dovrebbe aiutare a capire come mai ieri mattina dopo le 11 due treni della Ferrotramviaria viaggiavano a 100km/h sullo stesso binario in direzione l’una opposta all’altra.

Tra le prime ipotesi si fa strada l’errore umano. Pare infatti che i sistemi di comunicazione e gestione del traffico ferroviario su quella linea regionale siano piuttosto obsoleti. Pare che ad oggi le comunicazioni avvengano ancora con una telefonata. Pare che quella telefonata ieri per gestire il passaggio dei due treni non ci sia stata.

La procura di Trani ha aperto un fascicolo per  omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario, ma nessun nome ancora compare come indagato.

C_2_fotogallery_3003363_4_imageNel frattempo si comincia a dare un volto ed un nome alle vittime. Tra i 27 morti tanti lavoratori pendolari e studenti, tra questi il più giovane Antonio Summa, 15 anni , era andato ad Andria per sostenere due esami di riparazione. I genitori lo hanno cercato disperatamente negli ospedali sperando sino all’ultimo di trovarlo  ancora vivo.

Tra le vittime un ostunese, Enrico Castellano, 72 anni, dirigente del Banco di Napoli in pensione, viveva da anni a Torino ma tornava qui in Puglia l’estate per stare con i suoi figli.

Jolanda Inchingolo, 25 anni, stava andando a Bari per incontrare il fidanzato, doveva sposarsi a settembre. I parenti l’hanno riconosciuta da un anello.

Pasquale Abbasciano, di Andria, era uno dei due macchinisti. A fine anno sarebbe andato in pensione.

Giuseppe Acquaviva, 51 anni, faceva l’agricoltore. Ieri mattina era tra i campi, in mezzo agli ulivi, quando è stato colpito da una delle lamiere che si sono staccate durate l’impatto dei treni,  come una  scheggia impazzita è volata via colpendolo in pieno.

Fulvio Schinzari, 59 anni, nato a Galatina, Lecce, sposato con due figlie, è stato invece la prima vittima identificata. A riconoscerlo un collega poliziotto che stava lavorando ai soccorsi, Schinzari era vice questore aggiunto a Bari.

Queste solo alcune delle vittime identificate, molte altre restano ancora senza un nome. Il lavoro dei soccorritori è ancora molto  lungo.

13680574_10153958454454915_439854602660770443_nNella serata di ieri il premier Matteo Renzi ha raggiunto il luogo del disastro, ha voluto incontrare i soccorritori e i parenti delle vittime che sono stati ospitati nel palazzetto comunale di Andria dove stanno ricevendo il supporto degli psicologi.

Dopo il presidente del consiglio  si è spostato in Prefettura a Bari dove ha presieduto una riunione del centro di coordinamento soccorsi.  Alla riunione hanno partecipato anche il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, Fabrizio Curcio capo del Dipartimento della Protezione Civile di Roma, i prefetti di Bari, Carmela Pagano, e Bat, Clara Minerva, i vertici della forze dell’ordine provinciali e della Protezione Civile.

“Non vi lasceremo soli” ha detto Renzi parlando ai pugliesi, mentre il presidente della Repubblica, Mattarella da Roma ha dichiarato: “Una tragedia inammissibile, faremo luce”.

Lu.Pez.

1 Commento

  1. Dott.Mattarella, lei da Roma dichiara: “…Faremo luce…”. Bene, è un proposito encomiabilissimo. Nel frattempo che l’inchiesta va avanti, perchè non fa aprire gli archivi “riservati” della repubblica e ci fa sapere, tanto per fare un esempio, chi lanciò il missile che abbattè il DC-9 a Ustica nel giugno 1980? Non farebbe tornare in vita le vittime, questo è vero, ma darebbe, come dire, un poco più di credibilità alle sue dichiarazioni. E tutta l’Italia le sarebbe grata. Ci faccia un pensierino……

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