Domenica 5 settembre Sergio Rubini al Barocco festival Leonardo Leo

SAN VITO DEI NORMANNI –  Sergio Rubini al «Barocco Festival Leonardo Leo».  Domenica 5 settembre, alle ore 21, in via San Giovanni – nei pressi di Palazzo di Città – a San Vito dei Normanni, con lo spettacolo di teatro musicale «Chesta è la regola, Don Lionardo!», con Sergio Rubini, tra i protagonisti della scena e del cinema del nostro tempo, e l’orchestra barocca «La Confraternita de’ Musici», diretta al cembalo dal M.O Cosimo Prontera, direttore artistico del Festival. La musica dell’ensemble sarà affiancata dalle voci di Valeria La Grotta (soprano), Agata Bienkowska (mezzosoprano) e Giuseppe Naviglio (basso). Lo spettacolo era programmato inizialmente nel Chiostro dei Domenicani: l’organizzazione ha ritenuto di spostarlo in via San Giovanni – nell’area adiacente alla chiesa barocca di San Giovanni per consentire una maggiore partecipazione di pubblico.

Ingresso con prenotazione e ticket – euro 5 – T. 347 060 4118. L’accesso e la fruizione dello spettacolo saranno regolati secondo la vigente normativa in materia di contenimento del rischio Covid-19, in particolare riguardo all’uso della mascherina e al possesso del green pass.

Un racconto in musica pensato per un pubblico young ma che, nella costruzione, si è rivelato adatto a chiunque volesse approfondire la biografia di una star. Un viaggio nel tempo di Leonardo Leo sulle strade della favola ma anche della cronaca del tempo, quelle che hanno segnato magicamente il cammino e l’immaginario di uno dei più importanti musicisti del Settecento, nato nel 1694 a San Vito dei Normanni e morto cinquanta anni più tardi a Napoli, esponente fra i massimi della cosiddetta “Scuola musicale napoletana” capace di influenzare soprattutto l’insegnamento della musica in Europa.

Sergio Rubini interpreta speranze, aspettative e sogni del giovane Lionardo, nato in un piccolo centro di provincia e destinato a quella città, Napoli, disseminata di chiese e teatri, con piazze immense e lunghe strade affacciate su un mare azzurro luccicante da non riuscire a tenere gli occhi aperti. Una città nella quale tanta gente s’incontrava per viverci e per fare festa, festa di ogni tipo accompagnata da musica eccezionale. Questa era la capitale, “la città teatro” del secolo dei lumi con la sua ineffabile liaison con la musica, nata dalla fervida attività dei quattro Conservatori e dai talentuosi musicisti che l’hanno resa immortale.

Don Lionardo, come veniva indicato amorevolmente Leonardo Leo, aveva appena 15 anni quando intraprese l’avventura musicale a Napoli. Con sacrificio ma anche con intraprendenza riuscì a modificare il suo destino: da umile ragazzino di provincia a Maestro di Maestri, a star del Settecento, a indiscusso riferimento in una delle capitali europee della musica. Con la voce narrante di Sergio Rubini il musicista si racconta, racconta i successi, la fama, le opere, il prestigio conquistato alla corte dei vicerè. E lo fa come farebbe un giovane di oggi, una storia scritta a quattro mani da Cosimo Prontera e Luigi D’Elia che supera quasi tre secoli per incrociare le parole dei millennial.

Francesco Florimo, uno dei patriarchi della musicografia ottocentesca italiana, ne ha lasciato questo ritratto: «Lavoratore strenuo, impiegava talvolta le intere notti in comporre e secondare il suo estro armonioso senza sentir mai stanchezza. […] Non lasciava mai di portare al dito mignolo della mano sinistra, un anello di gran valore regalatogli dall’Imperatore di Russia. Non fu solamente celebre compositore e gran maestro, ma anche buon organista, e sonava egregiamente il violoncello».

 

 

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