“E’ tsunami industriale, il governo intervenga prima del tracollo del territorio o sarà sciopero generale”

INTERVENTO/ Prima la sofferenza nel settore metalmeccanico, con la perdita di migliaia di posti di lavoro in pochi anni. Poi la quella del settore aeronautico con centinaia di lavoratori ancora in bilico. E ancora la decarbonizzazione che si sapeva sarebbe arrivata, con un preavviso di almeno sette anni, e ora in atto con le sue prime nefaste conseguenze. E poi il disastro sul fronte della chimica di base con la crisi della Lyondellbasell, e di quella farmaceutica con la “bomba” EuroApi esplosa nelle ultime ore, e per finire persino i timori per un altro colosso, quello della Jindal (ex Exon Mobil). A Brindisi è in corso un autentico tsunami industriale che rischia di sprofondare l’economia del territorio in un baratro da cui – nonostante i tanti allarmi, le proposte, i progetti lanciati dalla Cgil negli ultimi anni – sarà difficile uscire. A dispetto dei tanti segnali di crisi non colti per tempo, della mancata programmazione, della incapacità di attrazione di risorse necessarie per cantierizzare interventi e insediamenti produttivi e sostenibili, continuiamo, purtroppo, ad assistere all’assenza di attenzione da parte di questo governo non solo per il Sud, ma in particolare per Brindisi, che continua sempre più ad essere marginalizzata e lasciata sola a se stessa, in balìa di uno tsunami industriale senza precedenti nella sua storia. Ci chiediamo dove sia finita la responsabilità sociale, non solo dei grandi player che operano su Brindisi e che hanno attinto a ingenti finanziamenti pubblici per poter consolidare le proprie attività e produzioni, ma soprattutto dove sia finita la responsabilità sociale di uno Stato che vede una provincia storicamente industrializzata che rischia di essere spazzata via lasciandola da sola con tutto il suo carico drammatico di sofferenza e disperazione che rischia di seguire. Da anni in questo territorio assistiamo solo ad annunci, passerelle e  vacue promesse: non si è mai vista una tale assenza istituzionale. Tante promesse e puntualmente tradite a cominciare dall’esclusione dalle risorse del Just Transition Fund per la riconversione della centrale di Cerano alla ripartizione delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza che avrebbe dovuto accorciare le distanze tra nord e sud e colmare i divari delle realtà del paese che si trovano in difficoltà. Avevamo chiesto che le conseguenze del phase out dal carbone – giusto e necessario – non ricadessero sulle spalle dei lavoratori e delle loro famiglie, delle imprese e delle attività commerciali di questo territorio. E invece? Invece ci troviamo ad assistere non solo alla crisi del comparto energetico, ma anche di quello metalmeccanico, aeronautico e chimico ormai in stato di “allarme rosso”. E a fronte di questo nessuna iniziativa concreta, finanziamento, attenzione da parte dei tanti ministri e rappresentanti istituzionali che negli ultimi mesi sono passati dal capoluogo messapico solo per “mettere il cappello” su una vittoria elettorale, ma senza mai mostrare attenzione sulla gravità delle situazioni di crisi che ora rischiano di esplodere tutte insieme. Anzi sono già esplose con conseguenze sul piano sociale ed economico difficilmente calcolabili. La Cgil rivendica un impegno concreto per Brindisi, già da martedì  prossimo (5 marzo), quando si terrà la riunione del Comitato di coordinamento per la riconversione delle aree industriali della Centrale di Cerano. Il tempo dei proclami e degli annunci è finito, ora servono fatti ed investimenti. E serve un impegno in prima linea dei governi nazionale e regionale ad hoc per Brindisi. La Camera del lavoro non resterà a guardare passivamente il declino economico-sociale di questo territorio e si batterà con tutte le sue forze per invertire la rotta, avviando tutte le iniziative di mobilitazione possibili compresa quella dello sciopero generale per accendere i riflettori su Brindisi e impegnare il governo a trovare le soluzioni più giuste e ormai improrogabili per questo territorio.

  Antonio Macchia

 Segretario Generale

  Cgil Brindisi

 

1 Commento

  1. ma dopo tutto il bailamme trentennale fatto sul “no al carbone” per la carriera politica di sindacalisti e politici e adesso vi fa paura il tracollo industriale? Ci sarà da divertirsi.

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