Ex militare di leva nella vecchia Caserma Ederle, dopo 56 anni cerca i suoi ex commilitoni

BRINDISI- Ex militare di leva nella vecchia Caserma Ederle di Brindisi, dopo 56 anni Antonio Santomauro cerca i suoi ex commilitoni. E’ questa una storia dal sapore antico  che vive di ricordi di gioventù quelli di un “ragazzo” oggi  di 77 anni  legato con il cuore ad una città come Brindisi che nel 1967 lo ospitò da militare di leva. Antonio Santomauro originario di Capaccio Paestum  in questi anni ha realizzato un’impresa d’interior design che dirige con la sua famiglia ma non ha mai dimenticato Brindisi e quei giovani che con lui condivisero l’esperienza del militare nella Caserma Ederle di via Cittadella. I suoi ricordi sono legati a quei ragazzi che come lui trascorrevano le  giornate   sui camion a fare da spola tra Brindisi e Restinco, talvolta anche Taranto e Lecce. “Sono arrivato a marzo del 1967, venivo da Trani e prima ancora da Napoli. Mi trasferirono  a Brindisi presso la Caserma Ederle  perché serviva un autista. Sono stato lì dal marzo ’67 a dicembre ’67. Io ed i miei colleghi ci siamo congedati 15 giorni prima di Natale. Sono stati pochi mesi ma sufficienti per innamorarmi di questa città e della sua gente- dice Antonio- sono legato a questi luoghi, ho tanti ricordi”. Antonio racconta con affetto quel periodo così caro della sua vita, per tutto il periodo della leva ha vissuto all’interno della Caserma che all’epoca veniva utilizzata come deposito militare. “Ricordo benissimo dove dormivamo, il piazzale pieno di alberi, la guardiola- dice- In quel periodo c’era anche Sestini che giocava con il Brindisi , però in quanto calciatore non dormiva in Caserma perché era aggregato alla squadra di calcio , era militare e fu spostato proprio perché giocava”.  La vita di Caserma era fatta di spostamenti in camion ed Antonio come autista era sempre alla guida. “Io ero l’autista del gruppo e quasi ogni mattina andavamo a Restinco dove c’era un deposito di armi- racconta- Con noi c’erano anche degli operai civili. Spesso ci spostavamo anche a Lecce , avanti e dietro talvolta anche a Taranto. Insomma lavoro di ordinaria amministrazione. Quello che però ci rendeva felici era lo stare insieme. Durante quel periodo eravamo circa sette , otto ragazzi, in Caserma. Normalmente pranzavamo in Questura, all’epoca si trovava vicino piazza Santa Teresa, ma certe volte andava a mangiare in un ristorante che si trovava giù al porto, proprio davanti alle scalinate di Piazzale Lenio Flacco. Era un ristorante di pescatori. Mentre andavamo a fare il bagno in una spiaggia , l’unico stabilimento balneare da cui si vedeva il polo industriale, penso la spiaggia di Santa Apollinare”.  A distanza di anni Antonio ricorda ancora quei compagni di gioventù , in particolare ricorda il maresciallo Saponara. “Con noi c’era un maresciallo di Brindisi che si chiamava Saponara- dice- abitava poco distante dalla Caserma tanto è vero che lui arrivava in bicicletta . Era rimasto molto legato a me, lui si spostava sempre con me  nel camion. Mi piacerebbe rivederlo, sapere che c’è ancora. In questi anni ho provato a contattare i miei commilitoni ma senza fortuna. Mi ricordo anche  di Rodolfo Benigni  anche di lui non ho avuto più notizia. L’unico con cui ero rimasto in contatto era Sergio Cesaroni. Erano trascorsi un paio d’anni dal nostro congedo e dovevamo rivederci ma quando lo chiamai mi rispose la moglie e mi disse che era morto di leucemia”. Dal 1967 ad oggi Antonio è ritornato diverse volte a Brindisi, o meglio tutte le volte che è stato in Puglia ha fatto in modo di passare i città. “Spesso sono ritornato con piacere a Brindisi, sono sempre rimasto legato a questa città, ho tanti ricordi e mi faceva piacere rivedere i luoghi dove sono stato- dice- Ci sono tornato spesso a Brindisi per andare ad Atene e per andare per qualche raduno Ferrari in Puglia. Tutte le volte sono passato vicino alla Caserma e purtroppo l’ho trovata in stato di abbandono. C’erano sempre i due cancelli grandi, ora arrugginiti, uno per la portineria ed uno da dove uscivamo con il camion. Mi è spiaciuto vederla così. Il porto, invece, è rimasto sempre lo stesso, solo con meno turisti. Ricordo ancora quando le navi attraccavano dentro ed in giro c’erano tante persone straniere che passeggiavano. Brindisi mi è rimasta nel cuore”. Oggi della Caserma Ederle così come la ricorda Antonio resta ben poco. Del resto la storia ci racconta che era sorta nel 1919, in origine occupava per intero tutto l´isolato, perfettamente rettangolare, delimitata da quattro strade: via Castello, via Cittadella nuova, viale dei Mille e viale della Libertà, anche se quest’ultima all’epoca non esisteva ancora ed era una strada interna alla Marina Militare, cosí come lo era anche l’´attuale Viale dei Mille. La caserma un tempo conteneva anche il palazzo del Presidio Militare. L’intera area, stabile compreso, in origine apparteneva al Demanio dello Stato, ma  a febbraio del 2018 la stessa caserma, assieme ad altri 27 beni immobili, è stata definitivamente ceduta al Comune di Brindisi affinchè la potesse valorizzare e le potesse dare una nuova destinazione d’uso. L’area ancora oggi è molto vasta e comprende, oltre ad un ampio spazio verde anche diversi caseggiati. Proprio a ridosso dell’ingresso, appena superato il cancello, sulla sinistra, c’è ancora la vecchia portineria che anticamente costituiva l’entrata principale. Poi vi sono ancora due piazzali distinti sui quali si affacciano quelli che un tempo erano i depositi delle armi, gli uffici e le stanze dei soldati.  Oggi il Comune di Brindisi è in procinto di darle una nuova destinazione, dopo aver recuperato il parco vorrebbe realizzare al suo interno un asilo nido. La prossima volta che Antonio sarà in città non troverà più quei vecchi ruderi a cui è tanto legato, ma sicuramente troverà le panchine magari dove sedersi e ricordare i tempi della gioventù con il maresciallo Saponara o con un commilitone che tanto desidera rincontrare.

Lucia Pezzuto per Il7Magazine

 

 

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