Fotovoltaico, Ferrarese: “La politica si preoccupi di regolamentare la bonifica, prima che sia troppo tardi”

BRINDISI- Era stato il primo ad andare in Procura per segnalare alcuni sospetti sul divagare del fotovoltaico sui terreni del brindisino. All’indomani degli arrestati e dell’operazione messa a segno dalla guardia di Finanza, dai carabinieri del Noe di Lecce e dalla forestale, l’ex presidente della Provincia, Massimo Ferrarese riporta a galla il problema dello smaltimento dei pannelli di silicio, della bonifica di centinaia di ettari ricoperti dal fotovoltaico. “Ringrazio la Procura di Brindisi e le forze dell’ordine– afferma Ferrarese- Quando denunciavo queste anomalie erano in tanti ad opporsi e a tentare di crearmi problemi, anche politicamente. Già dopo pochi mesi dal mio insediamento, dopo aver notato quel proliferare di impianti, decisi di riunire tutti i sindaci della provincia per poter realizzare la mappatura di tutto il territorio. Fu cosi che ci rendemmo conto della grave anomalia per cui tanti impianti non erano stati sottoposti nè a V.I.A. (Valutazione impatto ambientale) della Provincia nè a quello della Regione.  Contestualmente fu da me proposto un nuovo regolamento per disciplinare gli impianti nella provincia; furono da me segnalate, in un incontro, le anomalie al Presidente della Regione Nichi Vendola; incaricai i dirigenti di accertare le autorizzazioni degli impianti in fase di realizzazione. Questa azione iniziò a frenare il proliferare selvaggio di nuovi impianti, ma non mi bastò. E fu cosi che decisi di andare oltre e nel Novembre del 2011 mi recai personalmente in Procura per segnalare queste grandi anomalie”.

Ferrarese ricorda come andarono le cose, ma oggi rinnova l’appello alla politica, che definisce cieca. ” Ho più volte denunciato pubblicamente – continua l’ex presidente della Provincia, leader di Noi centro– che i piccoli impianti (anche se uniti tra loro diventano enormi), proprio perché senza autorizzazioni, non prestano nessun tipo di fideiussione alla Regione per garantire il loro smaltimento al termine della produzione. Chi si occuperà in futuro di quegli smaltimenti se oggi facciamo fatica anche a rintracciare i proprietari (quasi tutti di altre nazioni), mentre sono ancora in produzione?  Bisogna subito intervenire per ottenere tali garanzie per evitare che tra pochi anni , dopo che queste multinazionali si sono enormemente arricchite a scapito della nostra terra, siano anche i nostri cittadini e i nostri figli a doversi far carico della bonifica e dello smaltimento di tutti quei pannelli in silicio. Sarebbe questa si l’ennesima beffa ai danni di un territorio che sotto l’aspetto energetico è stato sfruttato come nessun altro al mondo, senza aver ricevuto assolutamente nulla in cambio”.

BrindisiOggi

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