Giovane per sette ore su una barella con i sintomi dell’infarto, al Pronto soccorso dimenticano di registrarlo

BRINDISI- Giovane per sette ore su una barella con i sintomi dell’infarto, al Pronto soccorso dimenticano di registrarlo. Portato d’urgenza al pronto soccorso con una ambulanza del 118 con gravi disfunzioni cardiache , ha atteso per sette ore su di una barella per poi scoprire che non era stata fatta l’accettazione e di conseguenza non era stato registrato. Ha dell’incredibile quanto accaduto ieri pomeriggio intorno alle 14.30  ad un giovane fotoreporter di 36 anni.  Il ragazzo era nella sua casa di San Vito dei Normanni quando si è accorto di aver perso il controllo totale di braccia e gambe e non riusciva a parlare.  I famigliari così allarmati hanno chiamato l’ambulanza del 118. Gli operatori sanitari una volta giunti sul posto hanno eseguito l’elettrocardiogramma ma non essendo presente un medico hanno inviato in tempo reale i risultati all’ospedale di Bari. Da qui il cardiologo, notando una anomalia nel referto, ha subito consigliato il trasferimento d’urgenza presso l’ospedale Perrino di Brindisi per ulteriori accertamenti. Giuseppe, così si chiama il giovane fotoreporter, una volta arrivato all’ingresso del nosocomio brindisino è stato sottoposto ad un primo tampone per il Covid, così come prevede la procedura. Il caso ha voluto che per un problema tecnico non sia stato possibile avere il risultato ed allora i sanitari hanno dovuto ripetere il test. Una volta accertato la negatività al Covid, il ragazzo è stato portato all’interno del pronto soccorso e lasciato su di una barella. Giuseppe su quella barella ci è rimasto per sette ore senza essere sottoposto ad alcuna visita o analisi sino a quando intorno alle 23 ha deciso di chiamare sua cognata e andare via dall’ospedale. Nel mentre che lasciava il pronto soccorso, convinto di dover comunicare la sua decisione al personale sanitario ha scoperto che non esisteva alcun documento d’ingresso relativo al suo nome, tradotto: avevano dimenticato di registrarlo. Una assurdità vista la gravità della situazione del ragazzo. A quel punto Giuseppe ha deciso di raggiungere l’ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana dove i medici leggendo il referto dell’elettrocardiogramma si sono allarmati ed hanno sottoposto il giovane a tutti gli accertamenti del caso. I medici hanno diagnosticato un “blocco di branca sinistra”,  una anormalità della conduzione cardiaca. “Ho avuto paura- dice Giuseppe- sono stato lasciato su di una barella per tante ore senza sapere cosa mi stesse succedendo. Intorno a me nonostante medici, infermieri ed operatori sanitari andassero avanti e indietro freneticamente la gente si lamentava e chiedeva aiuto. Ieri al pronto soccorso di Brindisi era l’inferno. Mi sarebbe potuto accadere di tutto ma nessuno se ne sarebbe accorto perché di fatto il mio ingresso non era stato neppure registrato. Non so di chi sia la colpa, c’erano solo due medici che si occupavano delle visite ma ritengo che non sia possibile aver paura la dove dovresti in qualche modo sentirti al sicuro”. Giuseppe oggi sta meglio, nell’ospedale di Francavilla ha ricevuto l’assistenza necessaria ma ha voluto raccontare la sua storia affinchè chi di dovere prenda atto della situazione e delle difficoltà con le quali lavora il personale ospedaliero ed ancor di più  dei disagi degli utenti.

 

Lu.Pez.

 

 

2 Commenti

  1. Non ci sono parole che Dio li perdona di quello che fanno siamo nel 2021 e ancora c’è tanta ingnoraza al sud

  2. Medici ed infermieri del Pronto soccorso di Brindisi sono eroi che nessuno riconosce quotidianamente. La situazione di caos è molto frequente e non è colpa di un infermiere quello che può succedere. Bisognerebbe bloccare tutti i pazienti che, per un problema non grave si rivolgono subito al Pronto Soccorso invece che al loro medico di base.

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