Gli uffici di Nervegna trasformati in un deposito tra muffa e sporcizia: Il reportage

BRINDISI ( da Il7 Magazine) Difficile immaginare che quello che era stato il luogo simbolo della città, dove venivano accolti i personaggi illustri e sede degli ex sindaci, potesse diventare  in soli due anni un posto spettrale con muffa sulle pareti scrostate, tende che cadono e faldoni di documenti sparsi per terra. I

l secondo piano di palazzo Granafei Nervegna è ormai abbandonato da tempo e lasciato alla mercè di tutti. Basta superare la porta del corridoio della sala di rappresentanza, quella dove una volta si svolgevano le varie conferenze stampa, per perdersi in stanze semivuote, alcune arredate ancora con qualche scrivania, ma oltre a questo regna il degrado. Anche il maniglione della porta antiincendio ormai è stato smontato. Queste stanze per almeno 12 anni hanno ospitavano i componenti dell’ufficio di Gabinetto, la segretaria del sindaco, qualche dirigente, lo stesso primo cittadino e le riunioni della giunta comunale.

La maggior parte delle stanze non è chiusa a chiave, basta girare la maniglia e chiunque può introdursi.  Nella stanza a sinistra dell’ex ufficio del sindaco sono rimaste delle scrivanie e sopra c’è di tutto: montagne di carte, vecchi giornali e libri, ma anche tanti documenti; ci sono anche delle comunicazioni scritte tra Comune e Multiservizi,  con così come atti stilati con l’Università. A terra alcune carte hanno anche fatto la muffa. A pochi metri c’è una vetrinetta aperta con all’interno dei faldoni con tutta la documentazione sui bilanci 2012- 2013, rendiconto di gestione dell’ente comunale, ma anche tutti i certificati dei dipendenti Lsu (lavoratori socialmente utili) in merito a malattie e ore di straordinario dal 2009 al 2014.

Questi solo per citarne alcuni. In questa stanza c’è una porta che conduce nell’ufficio che prima era di Angelo Roma (ultimo capo di gabinetto in questa sede), qui è rimasto solo un grande tavolo in legno con qualche foglio sopra. Accanto c’è quella che era la stanza del sindaco e della sua segretaria, anche qui l’immagine è la stessa: l’umido sta divorando la parete vicino alla finestra, a terra migliaia di carte con libri e vecchi fascicoli, buste istituzionali con il logo del Comune di Brindisi, ed anche una stampante. Nella stanza del sindaco invece, dove prima c’era stato Domenico Mennitti e poi Mimmo Consales, c’è invece solo il monitor di un pc appoggiato per sul pavimento, sulle mura sono appesi due quadri di Garibaldi. Il resto dei mobili sono stati trasferiti in un garage della Multiservizi, pare che essendo antichi abbiano bisogno di essere ristrutturati perché divorati dal tarlo.

La situazione non cambia nelle altre camere, pezzi di computer abbandonati per terra, targhe, una tastiera. C’è anche una pianta ormai secca con le foglie ingiallite anche se qualche fogliolina verde resiste ancora (miracoli della natura). Su una delle scrivanie strapiene di fogli c’è ancora un grosso libro intatto, una guida normativa  per l’amministrazione locale del 2008, sul pavimento invece sacchi neri per i rifiuti pieni di chissà cosa.

Gli ultimi inquilini di queste stanze sono stati i componenti dell’ufficio di presidenza dell’amministrazione di Angela Carluccio. Hanno dovuto sbaraccare a giugno 2017 con la caduta della sindaca. Ad agosto 2016 poco dopo la sua elezione, Carluccio stabilì di riportare, dopo circa 12 anni, gli uffici di rappresentanza e dello staff a palazzo di piazza Matteotti all’interno del Comune. A Nervegna fu trasferito invece, in quella che era la stanza del sindaco, il presidente del consiglio comunale Pietro Guadalupi, accanto c’era il vice presidente Damiano Flores, mentre in quella che era la sala giunta si tenevano le commissioni consiliari. “Quando ancora c’eravamo noi – spiega Pietro Guadalupi – abbiamo più volte inviato delle richieste di intervento strutturali per le  infiltrazioni. Inoltre capitava che piovesse nella struttura per la mancata manutenzione delle grondaie sul soffitto. Ma nessuno è mai intervenuto. Per il resto però era tutto in ordine, non so cosa sia accaduto dopo”. Una parte degli arredi sono stati distribuiti nei vari uffici del comune.

Nel giro di due anni il degrado ha preso il sopravvento. “Non è accettabile ridurre in questa maniera il salotto buono della città – afferma Roberto Covolo, assessore Brindisi Smart – in questi giorni ho fatto vari sopralluoghi in alcuni beni pubblici della città, diversi sono in stato di abbandono e sottoutilizzo. Stiamo visionando dei finanziamenti per il loro recupero di queste strutture affinchè diventino anche opportunità di lavoro”.

Questa situazione non riguarda solo palazzo Granafei Nervegna, ma anche il primo piano dell’ex convento Santa Chiara che prima ospitava il conservatorio, per non parlare di palazzo Guerrieri. Tutti beni recuperati e ristrutturati circa 14 anni fa.

Lucia Portolano

(da Il7 Magazine)

2 Commenti

  1. È sempre la solita storia, quando una cosa non ti serve più!!! è nell’indole e nel DNA DEL BRINDISINO,viene abbandonata e non si trova mai un Responsabile.

  2. peccato non ci sia + il nostro amatissimo MIMMO! LE COSE SAREBBERO ANDATE DIVERSAMENTE: stavamo cominciando a vedere una città viva e vera in tutti i sensi. o no?

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