Grido di dolore dei lavoratori ex Termomeccanica: “Annientati dalla burocrazia. Dove è la politica”

BRINDISI-Finiscono gli ammortizzatori sociali, mentre continuano i rinvii degli organi tecnici sulle autorizzazioni per la la piattaforma polifunzionale della zona industriale. Gli ex 20 dipendenti di Termomeccanica chiedono l’intervento della politica affinchè sblocchi la situazione, e dia una risposta al loro futuro occupazionale. Riceviamo e pubblichiamo integralmente una nota a firma di tutti i lavoratori.

“Ci chiediamo fino a che punto sia tollerabile accettare che la burocrazia annienti, allungando oltremodo i tempi del percorso autorizzativo, il progetto di ristrutturazione della Piattaforma Polifunzionale Asi. Fino a che punto sia lecito consentire che un impianto di proprietà pubblica, realizzato con soldi dei cittadini, sia oggetto insieme ai lavoratori, di un complesso e perverso sistema, quello del rilascio delle autorizzazioni ambientali, che non aiuta l’ investitore, ma anzi quasi lo spinge a mollare l’ appalto. Troppe lungaggini, troppi rinvii, troppe indecisioni dei burocrati mal si conciliano con le esigenze di un’ azienda, la Termomeccanica Ecologia, che ha finora mantenuto in toto gli impegni presi nel febbraio 2012: rispetto dell’ accordo siglato nella Prefettura di Brindisi nel 2009 per rilevare da subito tutto il personale in forza all’ impianto,versamento anticipato dell’ importo della CIGS ai lavoratori, copertura di tutte le spese di gestione (superati già i 2 milioni di euro) senza ancora aver avviato l’ attività.

Temiamo, col passare del tempo, che possa sfumare il progetto di ristrutturazione di un impianto che ha già esercito in maniera corretta e a norma di legge per 8 anni (dati emissioni e caratterizzazioni ambientali alla mano). Le ripercussioni di carattere occupazionale per noi 20 dipendenti diretti sarebbero devastanti; dopo 4 anni di vero calvario ci troviamo ad oggi con l’ ammortizzatore sociale scaduto e non rinnovabile, in una fascia d’ età che non ci consente ulteriori inserimenti nel mondo del lavoro. Ma sarebbe una grande occasione persa anche per oltre 150 unità da impiegare, come indotto, nei lavori di cantierizzazione, nonchè una mancata spinta produttiva alle numerose aziende del comparto industriale brindisino che l’ impianto in questione servirebbe.

Siamo rammaricati nel non constatare alcun interesse, tranne rare eccezioni, da parte di forze politiche alla risoluzione del problema, nonchè l’ atteggiamento di chiusura e scarsa sensibilità dimostrato in più momenti da alcuni movimenti ambientalisti (supportati da qualche esponente politico), i quali piuttosto che spingere verso un opportuno miglioramento della funzionalità dell’ impianto (l’ azienda vorrebbe investire diverse decine di milioni per renderlo di ultimissima generazione, ricorrendo alle Best Available Technologies) propendono per la sua chiusura, senza per questo aver mai pensato o proposto soluzioni valide per evitare una fine anticipata per 1 20 dipendenti.

Noi lavoratori, insieme ai sindacati UIL, UGL, CISL e CGIL esprimiamo forte la nostra preoccupazione per come una possibilità di rilancio di un impianto pubblico, sancita tra l’ altro da un accordo risalente ad aprile 2009 (a firma di Prefetto di Brindisi, Provincia, Regione, ASI e OO.SS.) si possa trasformare in un vero e proprio “flop”, a cui seguirebbe l’ ennesima, inevitabile bomba sociale. Per evitare ciò, numerosi incontri istituzionali si sono svolti alla presenza tra gli altri del commissario della Provincia, Castelli, il quale ci ha garantito il suo interesse. Confidiamo in un attenzione maggiore alla nostra vicenda, affinchè si eviti l’ ennesimo, clamoroso “nulla di fatto” e che si pongano le basi per portare a una conclusione positiva l’ infinito iter autorizzativo, dando il tanto atteso avvio ai lavori di ristrutturazione, scongiurando l’ ennesimo inaccettabile caso di mala gestione della cosa pubblica. Lo speriamo vivamente perchè crediamo ancora e sempre più fermamente che l’ unico motore in grado di rimettere in moto la nostra economia sia il lavoro”.

 

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