Grimaldi come possibilità per salvare il porto, il centrodestra: “Raggiungiamo un accordo con la compagnia”, si anche dal Pd

BRINDISI- Dopo i primi rigidi interventi contro la concessione alla compagnia Grimaldi delle banchine del porto di Brindisi,  i maggiori partiti politici si espongono pubblicamente con posizioni più aperte.  Centrodestra e Partito democratico sulla stessa linea.

Questa mattina  le forze politiche di centrodestra, che hanno incontrato con parlamentari e consiglieri regionali oltre ai consiglieri comunali il presidente dell’Autorità portuale Hercules Haralambides, hanno palesato la loro posizione.  Forza Italia e la Puglia prima di tutto non chiudono le porte a Grimaldi, chiedono però che questa partita venga giocata bene. Se bisogna dare in concessione le banchine per 20 anni, secondo gli esponenti azzurri, bisogna farlo bene. La proposta è quella di firmare con la compagnia di navigazione un protocollo d’intesa, ovviamente con nessun valore giuridicamente vincolante, per concordare alcuni punti, come l’assunzione della forza lavoro del posto, le opere infrastrutturali e una verifica di queste ciclica. Ovviamente la compagnia non è  assolutamente tenuta a fare questo, non lo prevede nessuna legge.

Il problema che si pone il centrodestra è quello del futuro del porto, con un’Autorità portuale che sulle carte ministeriali è stata già cancellata. In corso infatti la redazione della nuova legge che ridisegnerà il sistema portuale italiano. Per ora il ministro Lupi ha preso tempo, ma il futuro del porto di Brindisi sembra segnato. “Intendiamo portare avanti una battaglia in difesa del porto – afferma l’onorevole Nicola Ciracì- vogliamo incontrare il ministro per portare le istanze del territorio. Capire come stanno le cose. Al momento al ministero nessuno ha portato il caso Brindisi. Proponiamo a tutte le parti politiche una battaglia bipartisan affinchè il porto non perda la sua autonomia.”.

Il centrodestra si è fatto due conti parlando con Haralambide: se Grimaldi ottiene la concessione aumenta il traffico merci e le tratte. Con questi dati davanti al ministro il porto è più forte. “Iniziamo la nostra battaglia per questa infrastruttura- spiega il senatore Piero Iurlaro- anche se tardiva-. Chiediamo  che siano messi da parte i pregiudizi contro l’operato di Haralambides, ma si valutino i progetti”.

“Abbiamo sempre denunciato- afferma Mauro D’Attis, capogruppo al Comune di Brindisi di Forza Italia- una volontà politica del centrosinistra di voler indebolire il porto di Brindisi a favore di quello di bari. Le politiche attuate sino a questo momento sembrano in questa direzione”.

D’Attis fa riferimento anche alla posizione assunta dai parlamentari del Pd, Tomaselli e Mariano, che durante il monotematico sul porto non si sono schierati contro la chiusura dell’Autorithy di Brindisi. Il consiglio comunale infatti votò contro la chiusura, ma gli interventi di parlamentari e consigliere regionali andarono su altre direzioni, compresi i consiglieri regionali non democratici.

 Intanto questa sera sulla questione Grimaldi scende in campo anche la segretaria del partito democratico che apre a Grimaldi e non lesina critiche agli attori portuali di presente e passato. Il Pd condivide la proposta di Forza Italia

“ L’iniziativa imprenditoriale della Grimaldi- si legge in una nota della segretaria democratica- non va respinta o soppressa ma va domata come si doma un cavallo di razza. Le sue necessità possono diventare la nostra forza per una grande rivincita in un futuro prossimo; basterebbe che, con un pizzico di intelligenza, si riuscisse a costruire con tale vettore un accordo che possa essere un buon ritorno economico per lui e un miglioramento e/o ammodernamento delle strutture portuali per l’Autorità Portuale di Brindisi.”

Il pd propone, così come hanno fatto i colleghi dello schieramento opposto, di creare un tavolo tecnico formato dai rappresentanti degli Enti locali, delle Amministrazioni portuali e degli operatori portuali, per redigere  un protocollo d’intesa che punti a dare in concessione le banchine alla Grimaldi in  “un’ottica non rigida ma variabile in base alle eventuali necessità dell’Ente portuale e che, al tempo stesso,  dia agli operatori portuali  la certezza che non si crei un circolo chiuso che vada a peggiorare le loro condizioni di lavoro e che possa contribuire a tutelare  il livello occupazionale delle imprese portuali oramai estremamente ridimensionato.”

Che sia chiaro però, i protocolli non sono vincolanti e la compagnia è libera anche di non firmalo.

Lu.Po.

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