I genitori dei bambini con bes del Comprensivo Casale: “I nostri figli lasciati casa, non rispettata la norma”

BRINDISI – La lettera dei genitori dei bambini con bisogni speciali che frequentano il Comprensivo Casale di Brindisi che denunciano le inefficienze rispetto al processo di inclusione dei loro figli. In ultimo contestano la scelta della scuola di lasciare questi bambini a casa senza prevedere la presenza in questo periodo di zona rossa.

“Non c’è più alcun dubbio su quanto l’Istituto Comprensivo Casale di Brindisi non sia più da anni volenteroso di accogliere i bambini e i ragazzi con bisogni educativi speciali. Nel corso del tempo tanti genitori hanno lamentato le inefficienze della scuola rispetto al regolare processo di inclusione degli utenti con disabilità. È Inutile elencare tutte le difficoltà incontrate dalle famiglie e fatte presenti ai Dirigenti Scolastici avvicendatisi negli anni che, invece di trovare soluzione, si sono inasprite ulteriormente. La goccia che infine in questi giorni ha fatto traboccare il vaso è stato l’ennesimo pugno nello stomaco, l’ennesima porta sbattuta in faccia a queste famiglie dalla scuola: la sospensione in toto, senza alcuna deroga, delle attività didattiche in presenza anche per i bambini e i ragazzi con BES, a seguito di una interpretazione del tutto personale dell’ultimo Decreto che ha visto entrare in zona rossa la
regione Puglia. Con la circolare n. 104 del 13 marzo, è stato comunicato agli studenti e alle loro famiglie che le lezioni, dal lunedì successivo e fino al 6 aprile, si sarebbero svolte a distanza per il 100% degli utenti ad eccezione degli alunni in condizione di disabilità o con BES certificati (cosi recitava la circolare). Tutto bene sin qui. In tanti dunque, sempre su indicazione data dalla scuola, ci siamo adoperati ad inoltrare entro i tempi indicati, le relative richieste utili a usufruire della didattica in presenza. Alla circolare è stata allegata anche la nota ministeriale n. 622/21 la quale recita che: “Ciò premesso laddove per il singolo caso ricorrano le condizioni tracciate nel citato art 43 le stesse istituzioni scolastiche non dovranno limitarsi a consentire la frequenza solo agli alunni e agli studenti in
parola, ma al fine di rendere effettivo il principio di inclusione valuteranno di coinvolgere nelle attività in presenza anche altri alunni appartenenti alla stessa sezione o gruppo classe – secondo metodi e strumenti autonomamente stabiliti e che ne consentano la completa rotazione in un tempo definito – con i quali gli studenti BES possano continuare a sperimentare l’adeguata relazione nel gruppo dei pari, in costante rapporto educativo con il personale docente e non docente presente a scuola.” Speranzosi che i nostri figli potessero rientrare in classe quanto prima abbiamo aspettato fiduciosi ulteriori comunicazioni, ma le nostre speranze sono andate perdute quando abbiamo ricevuto la circolare n. 106 del 15 marzo che invece riportava queste testuali parole.
Il Dirigente: CONSIDERATA: l’impossibilità di svolgere attività didattica in presenza secondo il principio dell’inclusione. RITIENE: di non poter accogliere le istanze pervenute promosse dalla circolare n. 104 del 13 marzo e
sospende fino a nuova disposizione la didattica in presenza. A fronte di quanto appena raccontato, come gruppo di genitori di bambini con disabilità che frequentano da anni IC Casale, abbiamo deciso di rendere nota a tutti la reale sostanza di questo Istituto che dimostra ancora una volta di non essere assolutamente riguardoso nei confronti di quei bambini che, a nostro parere, meriterebbero invece il massimo delle attenzioni. Il Dirigente, pur se sollecitato affinché insieme al Consiglio di Istituto rivedesse la propria posizione, ha rigettato le richieste senza ulteriori chiarimenti ma con uno sbrigativo “il Collegio dei Docenti ha deliberato a riguardo in maniera definitiva” . Evidente è apparsa così la completa indifferenza nei confronti di ventiquattro bambini e ragazzi con particolari bisogni educativi. Non comprendiamo assolutamente quale sforzo avrebbe dovuto fare l’Istituto per organizzare la didattica
in presenza per questi ventiquattro bambini speciali, accompagnati da eventuali piccoli gruppi di studenti volontari disponibili a frequentare in presenza. La pandemia imperversa orami da un anno in tutto il mondo e la scuola ha avuto tutto il tempo per organizzarsi per garantire questo diritto. Non comprendiamo perché non sia stata rispettata la normativa del Ministero dell’Istruzione che ha stabilito come obbligatoria la didattica in presenza per gli studenti con BES e il mantenimento del principio di inclusione sempre e comunque valido nelle attività didattiche sia in tempi “normali” che in situazioni di emergenza come questa, come previsto peraltro anche dalla nostra Costituzione.
Non comprendiamo infine come si sia potuto pensare di realizzare una didattica realmente inclusiva in modalità “virtuale”. Ventiquattro bambini (24!) sono a casa nonostante abbiano necessità di frequentare la scuola per imparare, in quanto a distanza non ne sono capaci, e perché la loro aula è l’unico posto in cui possono ritrovarsi con i coetanei, unico posto in cui sia possibile creare relazioni. L’Istituto ha chiuso le porte in faccia alla disabilità e questa volta noi diciamo basta! Non resteremo più in silenzio per il bene dei nostri figli. I ritardi organizzativi da parte delle scuole sono comprensibili e queste famiglie hanno sempre rispettato pazientemente tali ritardi ma i no non sono ammissibili. Non è accettabile per noi dover subire questa totale indifferenza!”

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