I “King’s Singers” al Verdi di Brindisi: un viaggio tra secoli di musica

Documentario Norman Atlantic

BRINDISI- La stagione del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi comincia sabato 23 novembre alle ore 20.30 con il primo appuntamento della sezione “in Winter” del “Barocco Festival Leonardo Leo”, la rassegna di musica antica organizzata dalla Città di San Vito dei Normanni con il Comune di Brindisi, il Ministero della Cultura e la Regione Puglia. In programma, quale unica tappa per il Sud Italia e per la prima volta a Brindisi, il concerto dei “The King’s Singers”, uno dei più acclamati gruppi vocali a cappella a livello mondiale. Biglietti disponibili sul portale vivaticket.com e presso il botteghino del Nuovo Teatro Verdi, dal lunedì al venerdì, ore 11-13 e 16.30- 18.30. I prezzi dei biglietti sono pensati per garantire accessibilità, in linea con la politica adottata nelle precedenti produzioni del Barocco Festival 2024: 12 euro per il primo settore, 10 euro per il secondo e 8 euro per la galleria. Info: 347 0604118 e 0831 562554.

 

La serata vedrà la partecipazione della cantina “Otri del Salento”, che offrirà una selezione dei suoi vini premiati nel 2024. A completare l’esperienza, sarà offerto il “Pastorello”, un panettone d’autore dedicato a Leonardo Leo, frutto della collaborazione tra la produzione del Festival e la pasticceria “Emalu”. Un’occasione in cui cultura e sapori si incontrano dando vita a un’esperienza che esprime l’arte in tutte le sue forme.

 

Quattrocento anni fa, nel 1623, l’Inghilterra perse due tra i suoi più grandi compositori: William Byrd e Thomas Weelkes. Il programma celebra il doppio anniversario mettendo al centro le personalità audaci di due giganti della musica elisabettiana. Byrd e Weelkes, pur accomunati dall’anno della loro scomparsa, percorsero cammini distinti ma complementari nella storia della musica inglese. Byrd, figura longeva e influente, segna l’apice della produzione rinascimentale inglese con una vasta opera che attraversa il sacro e il profano. Weelkes, compositore di una generazione più giovane, si distinse come uno dei più brillanti creatori di madrigali, portando innovazione e vitalità in un genere che conquistò il pubblico inglese. La sua opera, ricca di inventiva e sensibilità, esprime la pienezza della vita attraverso un’ampia gamma di emozioni e tecniche musicali.

 

Presentato nello stile unico della originalissima formazione, quello del Verdi di Brindisi è un concerto pieno di bellezza, drammaticità e narrazione. Il programma, costruito con la cura tipica dei “King’s Singers”, intreccia brani celebri dei due compositori con opere meno conosciute, alcune delle quali mai registrate prima e raramente eseguite dal vivo. La capacità dei “King’s Singers” di raccontare storie attraverso la musica fa sì che lo spettatore non si limiti a sentire ma riesca a percepire lo spirito dei compositori, vivendo un’esperienza immersiva e unica. In un’epoca in cui il mondo della musica antica si rinnova e si conforma al tempo presente, la cifra del sestetto sottolinea l’importanza di mantenere vivo il dialogo tra le epoche. La seconda parte del concerto offrirà un repertorio “cross over” a conferma della versatilità dei “King’s Singers” nel passare dalla musica rinascimentale ai brani moderni attraverso un continuum musicale che sorprende e coinvolge.

 

Jonathan Howard (basso), Christopher Bruerton (baritono), Julian Gregory (tenore), Patrick Dunachie (controtenore), Nick Ashby (baritono) e Edward Button (controtenore), sono gli attuali coristi, ultimi di una lunga serie di voci che si è alternata dal 1968 ad oggi sotto il nome di “King’s Singers”. Nel corso dei decenni il sestetto inglese si è esibito nei maggiori auditorium e teatri del mondo, includendo le più importanti cattedrali europee e statunitensi, fino allo Shea Stadium di Hollywood. Hanno inoltre collaborato con importanti personalità del panorama musicale mondiale (tra i quali Paul McCartney, Bruce Johnston, Evelyn Glennie, Plácido Domingo e Barbara Hendricks) e con le maggiori orchestre del mondo. I due Grammy Awards, i 175.000 followers, la vastissima discografia, che conta più di 150 titoli, assieme alle molte citazioni e alle eccezionali recensioni comparse in varie pubblicazioni, hanno valso l’inserimento nella Hall of Fame della prestigiosa rivista inglese Gramophone.

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