I medici di base: “Pronti a dare il nostro contributo per somministrare i vaccini, ma ignorati”

BRINDISI –  L’intersindacale medici FP CGIL – SIMeT – SMI – UGS medici, ritiene decisivo il coinvolgimento nella vaccinazione anti-Covid dei medici di medicina generale e di tutta la medicina del territorio per raggiungere l’obiettivo di vaccinare più persone possibili nel minor tempo possibile l’unico modo per controllare la pandemia e le temute, recenti, varianti del virus.

“Siamo convinti che la guerra contro la pandemia si vince con la risposta della medicina del territorio – scrivono i sindacati dei medici di base – Abbiamo assistito i pazienti Covid positivi asintomatici e paucisintomatici a domicilio; abbiamo continuato ad assistere i tantissimi pazienti affetti da patologie croniche ( ipertesi – diabetici –  cardiopatici ecc.… ) convinti , come siamo, che rientra nei nostri compiti seguire la cronicità, la disabilità e la domiciliarità;  abbiamo condotto in porto la campagna della vaccinazione antiinfluenzale con altissime percentuali di partecipazione dei cittadini. Questo, piuttosto che essere obbligati, da uno scellerato accordo del sindacato medico Fimmg con l’Assessorato alla Salute, ad eseguire compiti per noi  impropri quali tamponi, tracciamenti e quant’altro di pertinenza dei colleghi dei Dipartimenti di prevenzione. I medici di medicina generale sono stati messi in balia di piattaforme improvvisate e di una esasperante burocrazia dannosa per il nostro lavoro ed inutile per i cittadini confusi e disorientati”.

“Riteniamo – aggiungono – che la vaccinazione anti-Covid è un problema di grande importanza e di attualità tant’è che è al primo posto nel programma del candidato Presidente Draghi. La gravità della pandemia e non ultimo la presenza delle varianti del virus Sars-Cov2 richiede soprattutto una velocità nella somministrazione del vaccino stesso. Orbene, alcuni paesi, come Israele, ci hanno insegnato che per raggiungere questo obiettivo deve essere assolutamente ampliato il plotone dei medici somministratori del vaccino stesso. Le Autorità scientifiche internazionali (OMS) richiedono il raggiungimento della copertura del 70% della popolazione entro 4-6 mesi.  Non si riesce a comprendere come mai la categoria dei medici di medicina generale non venga interessata per il raggiungimento di tale obiettivo di salute, sia per quanto riguarda la programmazione, sia per quanto riguarda la facilità con cui un medico di famiglia può raggiungere i suoi pazienti, sia per l’effettuazione dello stesso vaccino che è pratica consolidata negli studi dei medici di famiglia da circa 15 anni. Eppure è risaputo da tutti che da quando la medicina generale effettua la vaccinazione anti-influenzale la percentuale dei pazienti vaccinati è passata dal 10 al 60-65% dei soggetti”.

I medici di base ripropongono la loro disponibilità già da tempo dichiarata, ma sino ad oggi inascoltata, sia nei confronti del Ministero della Salute che nei confronti delle Regioni, ricordando che il rapporto di fiducia che lega il cittadino al proprio medico di famiglia è la chiave del successo per il raggiungimento della copertura immunitaria della popolazione e dell’auspicata immunità di gregge.

“L’impressione – concludono – che abbiamo ormai da mesi è che, spesso, le scelte operate dai decisori politici ed attuate dagli amministratori della sanità, ricalchino più obiettivi di tipo strategico-localistici che non obiettivi di salute relativi all’assistenza sanitaria dei cittadini che dovrebbe essere tutelata dall’art. 32 della Costituzione”.

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