I rappresentanti sindacali di Enipower: “Serve un confronto pacato dove tutti andiamo nella stessa direzione”

BRINDISI –  Dopo la nota delle rappresentanza sindacali di Versalis, Basell arriva quella delle Rsu di Enipower.

“Il Covid-19 non è ancora passato, ma già si vedono gli strascichi di quello che questo periodo di Pandemia ha lasciato nell’economia dei vari settori del nostro Paese. A rafforzare questa difficoltà sociale che stiamo vivendo nel nostro già martoriato territorio, ci si mette anche il Sindaco di Brindisi, con le sue Ordinanze, che di fatto oltre a bloccare l’impianto di cracking dell’Eni-Versalis, tra qualche giorno produrrà la fermata complessiva delle produzioni e delle lavorazioni della filiera di trasformazione di riferimento e naturalmente di tutto l’indotto.

La storia insegna che dopo una pandemia come quella che stiamo vivendo, gli Amministratori seri e capaci pensano ad unire un popolo e non a dividerlo, a meno che nella divisione vi sia dietro un tornaconto politico, viste le imminenti elezioni a cui ci apprestiamo.

La divisione (non equa) in città, gli attacchi al petrolchimico e alla zona industriale in generale, che si sono scatenati in questo periodo, lasceranno una crepa ancora più grande tra tutti i cittadini che non sarà facile colmare nel tempo. E sempre rivedendo la storia ci viene da pensare che i “dittatori” mettevano i sudditi uno contro l’altro per cercare di tenerli quanto più sotto controllo possibile.

Come RSU, in rappresentanza dei Lavoratori dell’Enipower di Brindisi, possiamo confermare che l’aspetto principale che caratterizza la nostra attività quotidiana, è senz’altro quella riferita alla nostra sicurezza, a quella delle nostre famiglie e di tutti i nostri concittadini. Non ci piace quindi quando il nostro petrolchimico (tra l’altro, il più sicuro, il più moderno e quello in cui si investe di più nel panorama della chimica italiana) viene paragonato ad altri (Taranto, Livorno, Marghera, Gela, ecc.). Come non ci piace quando si mente alla cittadinanza dicendo che Eni non si confronta con l’Amministrazione/città e non vuole investire sull’ambiente. Caro Sindaco, quando Lei ha chiamato Eni- Versalis dicendogli che era ormai indispensabile progettare la torcia a terra in sostituzione di quella vecchia, l’azienda ha accettato la sua richiesta ed ha presentato un progetto per un investimento di circa 23 milioni di euro i cui lavori sono già partiti qualche settimana fa. Anche Enipower è partita con investimento per più di 10 milioni di euro per aumentare l’affidabilità della rete elettrica interna ed un altro progetto in partenza in questi giorni prevede il raddoppio dell’elettrodotto 400kV. Tutti investimenti a supporto della sicurezza dello Stabilimento.

Non vanno forse questi interventi nella direzione da tutti auspicata che è quella di evitare i blocchi con conseguente accensione della Torcia che negli anni precedenti hanno causato tanto allarmismo?

Quindi a nostro avviso, la strada del confronto serve, se le intenzioni vanno tutte nella stessa direzione. Se invece i progetti della sua Amministrazione nei confronti del Petrolchimico sono altri, allora ci troverà sempre in disaccordo.

Le prese di posizione unilaterali, come le ordinanze uscite, non hanno mai portato a nulla di buono, ma stanno portando sicuramente ad un innalzamento della tensione fra i lavoratori.

Auspichiamo quindi fortemente che l’ordinanza possa essere ritirata immediatamente e che le parti possano sedersi pacatamente ad un tavolo senza che ci sia una caccia alle streghe ad ogni costo.

“Parte” della città deve convincersi che noi lavoratori, insieme alle aziende, contribuiamo a tener alta la sicurezza del Petrolchimico e di conseguenza la sicurezza per i cittadini. L’altra “parte” invece, ne è già convinta !!!

2 Commenti

  1. Sarei curioso di sapere se, a parte Versalis, insistono nella zona industriale altre società capaci di emettere in atmosfera sostanze come il Benzene e il Toluene in quelle quantità.Oramai tutti sappiamo che queste sostanze sono degli idrocarburi aromatici e che sono altamente cancerogene.

  2. Sta di fatto che la “torcia” avrebbe continuato a bruciare e nessun investimento a favore di sicurezza e tecnologie migliori e meno inquinanti (torcia a terra) sarebbero cominciati se questa decisione fosse dipesa solo dall’azienda. Perché avete aspettato tutti questi anni?

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*