Il castello Alfonsino corteggiato dal gruppo Caltagirone

BRINDISI – C’è anche il gruppo Caltagirone Spa, oltre al colosso alberghiero Sheraton, tra gli interessati a gestire il Castello Alfonsino di Brindisi. I primi contatti con l’amministrazione comunale sono avvenuti nei giorni scorsi, poco prima che il sindaco Mimmo Consales convocasse la conferenza stampa di mercoledì scorso. Il gruppo, attraverso la società Acqua Pia Antica Marcia, possiede già alcuni alberghi a Palermo, Catania e Taormina che ha acquistato dal Banco di Sicilia.

L’operazione a Brindisi, però, passa necessariamente attraverso la manifestazione d’interesse internazionale indetta dal Comune. E’ questo l’unico modo per avviare l’iter, già concordato con la Soprintendenza per i beni monumentali, che prevede quattro incontri nei prossimi sei mesi. Il progetto su cui i privati dovranno misurarsi è l’utilizzo dell’opera a corno come struttura turistico-alberghiera e la completa fruizione del Castello per i turisti: una sorta di compromesso che renda possibile l’investimento e ne assicuri la remunerabilità per il privato. Del resto, come ha sottolineato il primo cittadino, dal 1984 (anno in cui la Marina ha lasciato la proprietà) la mancanza di manutenzione e pulizia hanno reso Forte a mare ostaggio di vandali e ladri. Persino l’impianto di illuminazione artistica, realizzato da Enel Sole nel 2008, è stato distrutto per rubare i fili di rame. E, anche a dispetto della presenza degli uffici dell’Avvisatore Marittimo, i furti si sono susseguiti in questi anni senza alcun disturbo. Tra pochi mesi, il progetto di ristrutturare e gestire il Castello Alfonsino sarà affidato ad uno di questi gruppi.

Francesca Cuomo

2 Commenti

  1. Michele Paloscia risponde al soprastante commento di Cosimo De Matteis.

    Condivido tutto quello che Cosimo ha scritto solo precisando che, per me, bisognerebbe riflettere INSIEME e che ciò sembra almeno molto difficile per l’assenza o l’esiguità, prima di tutto, della mentalità che apprezza la discussione, poi di luoghi fisici o elettronici per incontrarsi che siano pure decenti.

    Ciò nonostante a tale collettiva riflessione mi dichiaro in linea di massima disponibile.
    [do16fe14 14e05]

  2. Piuttosto che il degrado
    sempre meglio la “vendita” ad un privato.
    (ma nessuno si illuda su ricadute occupazionali, almeno dirette).

    E però resta una sconfitta
    -la ennesima-
    della città e della Amministrazione
    (in questo caso le Amministrazioni degli ultimi 30 anni)
    che è incapace di gestire e valorizzare un simile gioiello.

    Ancora una volta c’è da riflettere.

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*