“Il Comune faccia come Taranto e Bari elimini l’Irpef alle famiglie in difficoltà”

BRINDISI – ( di Enzo Albano, già consigliere comunale) La crisi economica che assilla da  troppi anni la nostra città,  sta corrodendo la vita di un numero sempre crescente di persone, di famiglie, di imprese, che si trovano ad agire  in un contesto sempre più difficile.

Ce lo dicono con tutta evidenza   gli indicatori economici della nostra città, che evidenziano  un mercato del lavoro in affanno, che offre sempre meno opportunità per chi cerca lavoro, che ha determinato un calo pauroso dell’occupazione, un numero  crescente di lavoratori  messi in mobilità o passati dal  precariato al nulla, privi di reali prospettive future. Ma soprattutto ce lo dice la quotidianità della vita di tutti i giorni.

Una crisi che non ha risparmiato alcun comparto. Dopo aver colpito  i gruppi sociali più deboli,  si è estesa rapidamente al  ceto medio  penalizzato anch’esso da un reddito diventato sempre più inconsistente rispetto al costo  della vita.

Molte sono infatti le persone, le  famiglie che faticano a pagare l’affitto, le bollette, il mutuo, la ta.ri,  che per alimentarsi hanno a disposizione somme irrisorie , che non riescono a far fronte alle necessità della vita.

Una situazione difficile che  ha costretto un sempre maggior numero di persone e famiglie a rivolgersi ai servizi sociali del comune, ma anche alla Caritas e alle associazioni di volontariato,  per poter sopravvivere.

Molto può fare il governo per contrastare la crisi e alimentare  la ripresa, agendo sui tanti versanti che influenzano il reddito ed il suo potere di acquisto ( tasse, tariffe, esenzioni, incentivi, investimenti,  ecc.)

Ma molto possono fare ed  hanno fatto molti  enti locali mettendo in campo  diverse iniziative per intercettare le situazioni di difficoltà dei propri cittadini, rinforzando le reti di protezione e di sostegno sociale, ma anche e principalmente con una valida azione di  sostegno del reddito, attivando forme di flessibilità della pressione tributaria locale, con un sistema articolato di  riduzioni ed  di esenzioni correlate alle condizioni economiche delle famiglie.

In quest’ultimo contesto il  DL  138/2011 fa riferimento ad   un sistema di progressività  dell’addizionale comunale irpef,  collegando la percentuale del prelievo alle  condizioni economiche dei cittadini.

Una indicazione che il comune di Brindisi ha  superato sin dall’inizio applicando l’aliquota massima dell’ 8 per mille per tutti,  prescindendo dal reddito, fissando il livello di esenzione della tassazione per redditi fino a 10.000 euro.

Molti   comuni,  mostrando nei fatti una sensibilità diversa dal nostro nei confronti  dei cittadini,  hanno tempestivamnte provveduto  ad adeguare  il livello di esenzione dal pagamento dell’addizionale comunale irpef all’aumento del costo della vita.

A Brindisi tutto è rimasto fermo. Niente è stato modificato, nonostante  i segnali di grande disagio che venivano trasmesse dai cittadini.

In questa situazione di difficoltà economica,  l’Amministrazione comunale di Brindisi,  recuperando le risorse mettendo mano agli sprechi esistenti in bilancio, potrebbe  adeguarsi a quanto hanno fatto i comuni di   Bari e  Taranto esentando dal pagamento dell’addizionale irpef i cittadini con reddito fino a 15.000 euro, che comprende tutti i  cittadini in stato di povertà assoluta e relativa .

Ma anche come hanno fatto tantissimi altri comuni italiani che sono arrivati persino ad elevare la quota di esenzione a 23.000 euro, alcuni dei quali come Lecce l’hanno elevata  a  28000  per le famiglie nel cui nucleo familiare  è compreso un disabile con assegno di accompagnamento.

Ma l’obiettivo rimane sempre quello di  commisurare l’entità del tributo alle effettive  capacità  economiche dei cittadini, articolando   in misura  progressiva  l’aliquota da applicare al reddito per la determinazione della tassazione dell’addizionale irpef, confermando la tassazione dell’8 per mille solo  per i redditi superiori ai 75.000 euro.

Credo che anche su questo terreno si possa misurare la  capacità del Sindaco e della sua maggioranza politica di poter reggere il peso della propria responsabilità, uscendo dal letargo con provvedimenti concreti,  che sappiano andare al di là delle visioni, delle tante dichiarazioni,  delle promesse di attenzione, ripristinando da subito  il principio di equità e di giustizia sociale, attraverso un’equa distribuzione del carico tributario  dei cittadini, come  previsto dall’ art 53 della costituzione.

 

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