Il paradosso: risultati mai arrivati, rifatti i tamponi ai pazienti sospetti

BRINDISI – Rifatti i tamponi ai pazienti sospetti per i quali ancora non si conosceva l’esito nonostante fossero passati numerosi giorni. Questa mattina gli operatori sanitari hanno rifatto il test anche al vigile urbano di Mesagne che dal 20 marzo attendeva di conoscere se avesse contratto il virus. L’uomo è a casa in isolamento, ha avuto cinque giorni di febbre alta e tosse. Aveva fatto il tampone il 20 marzo ma dopo 7 giorni ancora nulla, e questa mattina si è ritrovato i sanitari in casa che lo hanno sottoposto nuovamente al test.

Il tampone sarebbe stato rifatto a circa 30 persone, tra ricoverati e pazienti a casa,  che ancora non avevano ricevuto il risultato. A quanto pare ci sarebbe stato un intoppo nel percorso di andata e ritorno, si fa per dire, tra Brindisi e Foggia. I tamponi sono stati mandati, e quanto pare sarebbero stati anche analizzati, ma poi non si è saputo più nulla. E certamente, in tempi in cui Emiliano parla di mancanza di reagenti e tamponi questi intoppi sono intollerabili. Medici e infermieri continuano una lotta titanica dove si il sistema si inceppa con poco. I tamponi rifatti questa mattina saranno esaminati presso il laboratorio dell’ex Di Summa attivo da oggi.

BrindisiOggi

4 Commenti

  1. Per non parlare del numero verde regionale che assicura di richiamare a fronte di ben due chiamate a distanza di una settimana per sospetto contatto con parente di persona positiva a corona virus (poi deceduta) ma non si sono mai più fatti sentire a distanza di un mese….i tamponi solo per pochi eletti

  2. Vergogna… La gente è positiva sa di saperlo ancor prima del tampone.. Siamo abbandonati.. Altro che fiducia che tutto passerà e andrà bene. I tamponi ci sono per voi politici e familiari.. La vostra vita vita conta più della nostra? La Puglia sta vivendo così… Vor gognatevi.. Avrete per sempre le nostre vite sulla coscienza.. Semmai esiste un anima in voi

    • Sarebbe cosa buona giusta e onesta che chi ha i minimi sintomi si metta in auto-quarantena comunicando a famiglia amici colleghi del proprio sospetto consigliando loro di fare la stessa cosa. 15 giorni non è un’eternità ma una carezza di speranza. In bocca al lupo a tutti

  3. Leggo cose incredibili. Quando tutto questo sarà finito dovremo pretendere che chi ha causato questo disastro organizzativo venga rimosso. Esiti che nel 2020 vengono smarriti, laboratori che forse sono partiti. Spero che il sindaco intervenga

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