Imprenditore scomparso la vigilia di Pasqua, il fratello Dino: “Vi racconto chi era Nico Chianura”

BRINDISI- (Da Il7 Magazine) Nico Chianura, 55 anni, imprenditore brindisino, una vita vissuta al massimo. Amato, stimato da tanta gente, un gran lavoratore con  una grande passione: le corse in moto. Quella stessa moto che alla vigilia di Pasqua gli ha tirato un brutto scherzo. Destino, fatalità, una semplice distrazione, chi può dirlo. Nico è morto sulla strada provinciale che collega Monopoli ad Alberobello, nei pressi della Selva di Fasano. La tragedia si è consumata in un pomeriggio di sole mentre faceva quello che amava di più: correre in sella alla sua Aprila Rsv 1000.

“Era la sua fidanzata, ne aveva una cura particolare- racconta Dino Chianura, suo fratello- non era uno sprovveduto. Sapeva come guidarla. E’ morto davvero per una sciocchezza”.

La scomparsa di Nico ha lasciato una ferita profonda nella comunità brindisina che il giorno di Pasqua ha partecipato ai suoi funerali presso la chiesa di Iaddico. Centinaia di persone hanno voluto accompagnare Nico nel suo ultimo viaggio anche i suoi amici bikers che con le loro moto hanno formato un corteo.

“C’era da aspettarselo, tutti volevano bene a Nico- dice Dino- è stato un grande in ogni cosa che ha fatto”.

Nico Chianura è cresciuto in una famiglia con quattro fratelli: Gianna, Massimo, Dino e Alessandro. I suoi genitori erano originari di Francavilla Fontana ed eredita il mestiere della lavorazione del legno dal padre.

“Siamo cresciuti nelle difficoltà, io e mio fratello Nico abbiamo cominciato a lavorare da piccoli. Avevamo 10 e 11 anni quando aiutavamo mio padre a montare le cornici. Era faticoso ma mio fratello lavorava sempre con il sorriso- racconta Dino- Siamo cresciuti con un padre autoritario ma quando il fine settimana portavamo a termine tutto i lavoro lui ci sorrideva, ci gratificava ed era felice”.

Il padre di Nico si trasferisce da Francavilla Fontana a Brindisi quando i figli sono ancora piccoli. A casa non è facile andare avanti, pochi soldi e tante bocche da sfamare. Ma la volontà e l’impegno non manca e il padre di Nico alla fine il lavoro se lo inventa creando piccole opere artigianali con il legno: le cornici.

“Noi siamo nati a Francavilla, io avevo due , tre anni quando ci siamo trasferiti a Brindisi- dice Dino- Io e Nico ci passavamo diciotto mesi. Vivevamo ai Cappuccini, in via Addis Abeba. Mio padre all’inizio aveva uno sgabuzzino, se lo è inventato il lavoro. Faceva i bastoncini di legno che servivano da cornicette sui muri. Noi piccolini, io e Nico abbiamo imparato da nostro padre. Con il tempo mio padre ha aperto un negozietto alle spalle del carcere, in via Imperatore Augusto “La Cornice”. Io Nico e mio fratello avevamo sette anni e mio padre già ci portava a lavoro con lui. Si faceva la fame in quel periodo. Ricordo che avevamo una bici rotta, io la incollavo e Nico me la rubava. Mio padre era molto severo sul lavoro e nella famiglia. Nico per molti versi gli assomigliava. Abbiamo fatto una vita frenetica”.

Nico sin da ragazzino era uno sveglio, mille cose da fare e sempre la soluzione giusta per portarle a termine. Quella intraprendenza sarà la sua forza nell’affrontare le difficoltà della vita ed riuscire a cavarsela anche nei periodi più bui.

“Nico è stato sempre quello più sveglio, lavoravamo insieme. Aveva undici anni e lui riusciva a farmi fare sempre la parte più faticosa. Ma lui era più preciso- prosegue Dino- A volte il lavoro si accumulava ma insieme riuscivamo a incorniciare anche cento quadri in un giorno e quando arrivava sabato e il lavoro era stato fatto, mio padre era felice”.

Nico Chianura vive con entusiasmo la sua vita, non si ferma mai, lavora ma si diverte anche tanto, ama ballare, frequentare i locali della movida e la sua simpatia diventa una dote apprezzata da tutti.

“Andava a ballare nelle migliori discoteche, nei migliori locali aveva amici ovunque. Lui era il migliore in ogni cosa che faceva. A volte mi veniva a prendere da casa e diceva vieni con me e poi ci ritrovavamo, per dire, a Riccione- sorride Dino- Era un forte , era un potente sotto tutti i punti di vista. Era preciso e in gamba alla guida. Lui ha perso la vita per una fesseria, una distrazione. Certo ha trascorso anche periodi difficili, periodi in cui non aveva soldi ma lui riusciva lo stesso a frequentare i locali migliori perché tutti gli volevano bene, da Bari a Lecce. Personaggi che avevano una posizione sociale rilevante. Lui era sempre sorridente, simpaticone. E poi era pazzo per le moto, nella sua vita c’è sempre stata la moto. In certo senso eravamo in competizione, anche io amo le moto e facevamo a gara a chi aveva la moto più potente”. Nico Chianura, come dice il fratello, era un uomo forte di carattere e non si lascia scoraggiare neppure quando la vita ad un certo punto sembra voltargli le spalle.

“All’inizio stava bene, poi a causa di alcuni problemi famigliari si ritrovò in difficoltà economiche. Quello è stato un periodo difficile- dice Dino- Io ho cercato di aiutarlo in ogni modo, era mio fratello, eravamo cresciuti insieme e avevamo cominciato a lavorare insieme. Quando è rimasto senza lavoro io l’ho coinvolto nella costruzione dei gazebo. Da lì è ricominciato tutto. Era bravo, bravo in ogni cosa che faceva. Ci metteva impegno e sceglieva sempre i materiali migliori. Diceva che quello che lui costruiva doveva durare negli anni. La gente notava queste cose e lo volevano. Ha realizzato cose eccezionali. Nel 2005 Nico apre Edilegno, prima una piccola bottega poi un capannone alla zona industriale. L’attività da lì in poi è andata benissimo e oggi lui era contento per il lavoro che aveva realizzato, per la famiglia e le figlie che aveva sistemato e per quella fede ritrovata”.

La fede è un’altra costante della vita di questo imprenditore. E’ la fede che lo porta a dedicarsi al Santuario di Iaddico dove negli ultimi anni aveva realizzato numerose opere in legno.

“Nico negli ultimi anni si era avvicinato tanto alla chiesa, frequentava il Santuario di Iaddico, ne era devoto. Poi proprio per quella chiesa aveva realizzato tanti lavori in legno”.

E tra le passioni di Nico c’era anche la politica e il partito della Lega. Nico Chianura faceva parte del coordinamento cittadino della Lega Salvini Premier Brindisi. “Tante volte io gli ho detto di lasciare perdere. La politica è un terreno difficile. Credeva in Salvini-dice Dino- lo aveva conosciuto e lo aveva portato a Brindisi”.

Il funerale di Nico si è svolto il giorno di Pasqua proprio nella chiesa di Iaddico. Quel giorno centinaia di persone hanno preso parte alla funzione , gente arrivata da tutta la provincia di Brindisi. Gli amici con cui condivideva la passione per la moto lo hanno accolto in sella alle loro due ruote. L’affetto di tutti è stato incredibile. “Se fosse stato ad angolo a vedere la gente e le parole che tutti hanno avuto per lui, Nico avrebbe detto: ecco il funerale che volevo”. Era un uomo che pensava e agiva in grande. Io sono sicuro che mio fratello era una persona felice. Ha avuto una vita piena, ha coltivato le sue passioni senza limiti”.

Lucia Pezzuto per Il7 Magazine

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