Inseguimento sulla statale e colpi contro l’auto, nel mirino il presidente dell’antiracket

BRINDISI – Un normale rientro a casa dopo una giornata di lavoro che si trasforma in un incubo, purtroppo già vissuto, per Fabio Marini presidente dell’associazione antiracket “Legalità e Sicurezza”. Un inseguimento sulla strada statale 613 (il secondo per l’esattezza in soli 20 giorni ndr) avvenuto ieri sera intorno alle 22.30 e che ha avuto inizio all’altezza dell’uscita per San Pietro Vernotico direzione Brindisi. Marini viaggiava su una Fiat Grande Punto mentre l’auto che aveva alle calcagna era una Lancia Lybra con a bordo – si sospetta – tre individui di sesso maschile. Immediata la telefonata al 113. Le volante della polizia della questura di Brindisi sono giunte in aiuto del presidente antiracket alle porte del capoluogo, nei pressi dell’incrocio della morte. Gli investigatori pensano che si tratti più di una tentata truffa e non di un atto intimidatorio.

 “Il fatto è successo all’altezza dello svincolo per San Pietro Vernotico. – racconta Fabio Marini a BrindisiOggi.it dopo pochissime ore dall’accaduto  – Ho sentito un botto sulla fiancata ma non mi sono fermato. Hanno iniziato a seguirmi e lampeggiare con i fari. Per cui ho provato a chiamare il 113 ma avevo difficoltà a mettermi in contatto sia per la mia linea che per quella loro poi finalmente ho potuto spiegare ciò che mi stava accadendo e mi hanno assistito telefonicamente in attesa che le volanti arrivassero in mio aiuto”.

Sono stati minuti concitanti ed infiniti quelli vissuti da Fabio Marini ieri sera. Il presidente antiracket nonché agente di spettacolo e location manager di produzioni cinematografiche, quando si è accorto di ciò che gli stava capitando, non ha perso la calma ed infatti ha proseguito verso Brindisi senza esitare,  cercando immediatamente di mettersi in contatto con la polizia.

“Quasi certamente è stato appurato che il botto che ho avvertito sull’auto – continua Marini –  è stato procurato da un pallino sparato da una pistola a piombini e non come invece inizialmente avevo pensato da uno tamponamento. La polizia, una volta giunta a casa a Mesagne, fin dove sono stato scortato una volta che la Lybra ha abbandonato l’inseguimento, ha analizzando la mia macchina scoprendo il segno sulla carrozzeria”.

Marini era di ritorno da Lecce, dopo una giornata di lavoro. Ha  visto puntarsi i fari sull’auto  più volte, la Lybra a grande velocità non lo mollava, ha capito subito che stava succedendo la medesima azione di 20 giorni fa. Da una primissima ricostruzione fatta dagli investigatori pare che all’interno della Lancia Lybra ci fossero tre persone, due giovani e una persona più adulta, tutti e tre di sesso maschile.

“Bisogna sollecitara a fare denuncia oppure sensibilizzare a stare attenti sulla dinamica e avvisare subito le forze dell’ordine, – continua il presidente Fabio Marini –  se l’hanno fatto a me per ben due volte le stesse persone a distanza di 20 giorni sicuramente l’avranno fatto ad altri. Stesse persone, stessa auto. Solo che l’altra volta ho pensato veramente fosse saltato qualche sasso dal tonfo avvertito sull’auto in movimento e quindi non ho dato importanza. Stavolta invece no”.

Inizialmente, mentre il presidente dell’antiracket era in contatto telefonico con la centrale operativa della questura di Brindisi, si era pensato al peggio che si potesse trattare di un attentato o di una rapina.

“Non mi sono reso conto quando loro hanno mollato la presa. In mio aiuto sono arrivate diverse volanti della polizia, anche perchè nei primi momenti si pensava ad un attentato. Poi, però, con calma, ho raccontato loro l’episodio di 20 giorni fa e la polizia mi ha spiegato che la dinamica è quella delle truffe”.

Marini è stato scortato fino a casa a Mesagne. “Lunedì mi recherò in questura per fare denuncia. Un po’ di spavento ma è tutto ok” – conclude Fabio Marini.

Il presidente dell’antiracket Legalità e sicurezza è già stato preso di mira diverse volte da organizzazioni criminali visto il ruolo che ricopre. L’ultimo episodio, in ordine di tempo, l’attentato incendiario avvenuto il 5 maggio 2012 alla sua auto, una Mercedes Classe E parcheggiata sotto la sua abitazione in piazzetta S.Antonio a Mesagne fatta saltare in aria dopo essere stata cosparsa da liquido infiammabile.

 Maristella De Michele

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