“La risonanza va fatta subito, ma il primo posto è a luglio 2019”

BRINDISI – Una risonanza al cranio prescritta da uno specialista con “sollecitudine” e da fare il prima possibile, ma la risposta della Asl di Brindisi è: “Primo posto disponibile luglio 2019”. La denuncia arriva da una donna della provincia brindisina che questa mattina si è recata presso il Cup (centro unico di prenotazione) della Asl per prenotare l’esame diagnostico, ma il primo posto utile è tra 12 mesi.

Non è una novità che le liste di attesa per un esame sono in aumento. Aumentano così le segnalazioni per i tempi eccessivi di visite e accertamenti. I pazienti così sono costretti ad emigrare su privati o in altre regioni.

“Ma chi ha ridotto la sanità in questo modo?” si chiede la donna. “Nei giorni scorsi, dopo un malessere, mi sono recata in Pronto soccorso all’ospedale Perrino di Brindisi e dopo diverse visite e controlli, il neurologo, mi ha prescritto di eseguire “presto”, me l’ha anche sottolineato, una risonanza e di non far trascorrere troppe settimane”. Ma questa è la risposta della sanità: “Primo posto disponibile per una ‘risonanza all’encefalo con mdc + angioRmn +vasi endocranici’ luglio 2019”. L’operatore allo sportello mi ha anche detto che questo esame viene eseguito solo all’ospedale Perrino di Brindisi”.

Troppo lontano per la richiesta effettuata con impegnativa dal neurologo, che chiedeva appunto di fare l’esame nel più breve tempo possibile. Questa segnalazione non è che una delle tante che toccano uno dei temi più sentiti dai pugliesi alle prese con il sistema sanitario regionale: quello delle liste di attesa troppo lunghe per gli esami specialistici.

“Adesso mi toccherà rivolgermi fuori provincia o addirittura regione pur di eseguire la risonanza. Sono arrivata in pronto soccorso con un disturbo e il neurologo mi ha consigliato di fare la risonanza subito. Da lì la sua richiesta con ‘sollecitudine’” continua la donna.

Tale problematica è nota alla Regione nonché alla Asl, che più volte ha ipotizzato o messo in campo interventi straordinari per risolvere il problema.

“Adesso sarò costretta a recarmi da un privato e sappiamo benissimo, che il costo per una risonanza magnetica ad alto campo, è altissimo. Oppure proverò fuori regione. Se questa è l’alternativa non posso fare altrimenti. Ma la Regione e la Asl dovranno porsi degli interrogativi perché così non si può andare avanti” conclude la signora.

BrindisiOggi

1 Commento

  1. se non ricordo male: quando i tempi di attesa sono “fuori range”, e si è costretti a rivolgersi a strutture private, è dovuto il rimborso da parte della ASL.

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