La sovrintendenza fa cancellare i murales dalla stazione di Latiano

LATIANO- Una gigantesca spugna pare essere passata sui muri dei locali della stazione ferroviaria di Latiano, fino a ieri ricoperti dai murales di “Cromatika”, la manifestazione che due anni fa ha contribuito a rifare il look allo stabile fatiscente e imbrattato dagli scarabocchi che ne ricoprivano la quasi totalità. La decisione sembra essere arrivata dalla soprintendenza per i beni culturali a seguito della segnalazione dell’ex assessore provinciale ai trasporti e viabilità, Donato Baccaro, risalente, appunto, a due anni fa.

I rappresentanti dell’associazione culturale “Civico73”, responsabili dell’evento, sono stati i primi a dare la notizia su Facebook, pubblicando le foto dei locali “messi a nuovo” dagli imbianchini. La prima reazione dei ragazzi di “Civico73” è stata di spaesamento, cui poi è subentrata la rabbia per una decisione che, per molti versi, è sembrata sproporzionata e oltremodo conservatrice. «Non riusciamo a capire – affermano alcuni giovani iscritti all’associazione – perché a due anni di distanza si sia deciso di rimuovere tutti i murales. In questo tempo abbiamo sopportato anche le infamanti accuse che ci volevano come beneficiari di grosse somme da parte della comunità europea per la riqualificazione della stazione di Latiano. Abbiamo inghiottito queste menzogne, difendendoci solo in privato, perché crediamo in quello che abbiamo fatto, nella bontà del nostro progetto. Lo stabile internamente è inagibile e i fondi in questione, probabilmente, servirebbero a quel tipo di interventi».

L’associazione, per la realizzazione della manifestazione, godeva delle autorizzazioni del Comune di Latiano e delle Ferrovie dello Stato, proprietarie dello stabile da rivalutare. «L’unica sovvenzione che abbiamo avuto sono state le bombolette spray che ci hanno consegnato quelli delle Ferrovie – spiegano da “Civico73” – Nient’altro che un po’ di materiale per realizzare i murales. Se qualche lacuna burocratica c’è stata, non è da addebitare alla nostra associazione che è partita solo quando aveva tutte le carte in regola per farlo».

L’idea di quelli di “Civico73” era di strappare al degrado quelli che, negli anni, sono diventati dei non-luoghi, rendendoli degli angoli colorati di periferia sottratta al grigio dell’incuria e dell’abbandono. Il successo della manifestazione di due anni fa portò i ragazzi a bissare l’evento, replicandolo nel piazzale della scuola media “Benedetto Croce” dove, ora, campeggia un enorme murale dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L’opera di punta della manifestazione organizzata in stazione, invece, fu a firma del grande artista latianese Carmelo Conte. La fama dell’autore non ha però impedito alla creazione di patire la stessa sorte degli altri graffiti, realizzati, comunque, da artisti della bomboletta. «Per me è stata una brutta sorpresa – spiega Conte – partecipai volentieri a quella manifestazione e misi in gioco i miei 40 anni d’esperienza. Vivo questo colpo di spugna come una ferita per ogni forma d’arte. Se tutti ragionassero così, allora si dovrebbe cancellare la Biennale di Venezia e tutte le manifestazioni artistiche di questo tipo».

Maurizio Distante

1 Commento

  1. Rispettiamo la disposizione della Soprintendenza ai Beni culturali di ridipingere una parte del fabbricato stazione e di rimuovere i murales. Ovviamente non siamo d’accordo con questo provvedimento e riteniamo esagerate e tendenziose tutte le polemiche che hanno scaturito questo epilogo. Siamo convinti della genuinità del nostro intervento di decorazione e della sua regolarità in quanto da parte nostra furono esplicate tutte le dovute richieste di autorizzazioni agli enti interessati. E’ forte lo scoraggiamento e la delusione da parte nostra. Tanti sforzi, sacrifici e impegno sono stati cancellati e perduti. Tante decorazioni di notevole pregio cancellate e fatte sparire per sempre. Ma con grande umiltà e lucidità ci teniamo a ricordare alcuni punti prima che questa storia finisca nel dimenticatoio:
    Cromatika è socializzazione, aggregazione giovanile, stimolo a un impegno diretto di rispetto e protezione del patrimonio civico, dei beni della comunità e degli spazi condivisi. Cromatika ha richiamato centinaia di giovani presso la zona stazione, gente da tutta la Puglia, ha dato modo a tanti ragazzi altresì destinati alla passività di conoscere e appassionarsi a nuove discipline, ha messo insieme decine di apprezzati artisti e importanti collaborazioni. Cromatika ha colorato i muri ma anche gli occhi e l’animo di tutti quelli che hanno seguito negli anni le varie edizioni. Cromatika ha dato forte impulso alla rivalorizzazione della zona stazione e non solo, Cromatika ha dato visibilità a una situazione di degrado e mal conservazione di una nostra zona del paese. Nonostante le continue opere di manutenzione dell’Amministrazione comunale e di RFI , abbiamo trovato prima delle decorazioni una situazione di degrado e abbandono che non facevano della stazione di certo un monumento cittadino, il vanto di una popolazione, il luogo in cui poter perpetrare uno scempio. Solo e soltanto perchè lo “scempio” come alcuni hanno battezzato il tutto era già avvenuto. Chissà dov’erano gli esteti e gli appassionati difensori del decoro estetico quando la stazione è stata preda di orde di incivili pre Cromatika o quando a 40 gradi sotto il sole imbiancavamo i muri attorno alla stazione per tentare di recuperare questo bene dal grigio e dallo sporco. Il nostro esperimento e tentativo ha dato comunque frutti insperati, i muri decorati e soggetti a lavorazione non sono più stati imbrattati in alcun modo, sono stati rispettati, gli stessi incivili che avevano più volte imbrattato la stazione di fronte al colore e all’arte dei murales hanno desistito. Un ottima esperienza da non dimenticare. Speriamo vivamente che le pareti tinteggiate possano mantenere il loro aspetto estetico e che la stazione divenga finalmente un vero monumento cittadino, in piena agibilità e funzionalità degli ambienti interni. Noi ci abbiamo provato, credevamo che il colore fosse più forte del grigio e dello sporco, così è stato. Ma il colore e la creatività non sono stati più forti di tanti altri fattori che incupiscono e rendono nero il futuro del nostro sud .
    Di vero cuore, noi tutti del Civico 73

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