La vasca di colmata e banchinamento di Capobianco inserite tra le opere commissariate

BRINDISI- La vasca di colmata e le opere di banchinamento di Capobianco commissariate. Lo aveva proposto qualche giorno fa l’on. di Forza Italia Mauro D’Attis quando rivolgendosi direttamente al viceministra Teresa Bellanova chiedeva di commissariare le opere del porto di Brindisi. Oggi il Senato della Repubblica, attraverso l’apposita Commissione Lavori Pubblici, ha esaminato e approvato all’unanimità  l’atto del Governo con cui si prevede la nomina di commissari straordinari per la realizzazione di opere infrastrutturali ritenute strategiche per lo sviluppo del paese.

Il senatore Massimo Mallegni, Forza Italia, in veste di relatore,  ha proposto di inserire tra queste opere da commissariare, anche il completamento del banchinamento di Capobianco, ma soprattutto la realizzazione di una vasca di colmata nel porto di Brindisi, entrambe di competenza dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Meridionale.

“Si trattava di opere che hanno avuto una gestazione lunghissima, opere che servono all’infrastrutturazione del porto di Brindisi- ha detto l’on. Mauro D’Attis nel corso di una conferenza stampa in diretta sul suo profilo fb- Per la vasca di colmata ci sono sessanta milioni di euro, per le opere di banchinamento di Capobianco circa novanta milioni”. Oltre a questo D’Attis entra a gamba tesa anche su di un altro argomento trapelato nei giorni dal Comune di Brindisi: lo spostamento della base anfibia della Marina Militare a Capobianco.

“I rappresentanti istituzionali, soprattutto il sindaco di Brindisi, le cui capacità sono limitatissime in questo campo- dice D’Attis- per educazione istituzionale , non possono intervenire su questi argomenti senza prima discuterne con tutti i soggetti interessati. Si tratta di una notizia autoreferenziale, di cui gli altri non ne sapevano nulla”. In pratica Rossi avrebbe interloquito con la Marina Militare sull’utilizzo di Capobianco , area che tra l’altro appartiene all’Autorità di Sistema, senza coinvolgere gli altri soggetti istituzionali. “Ci sono dei progetti su quell’area- dice D’Attis persino quello di una zona franca. Come si fa a parlare di una cosa che neppure ti appartiene. Questo non vuol dire che la base non possa essere spostata, ci sono valide alternative. Bisogna cambiare metodo, altrimenti ci ritroviamo come accaduto due anni fa per i CIS che non hanno portato a nulla. Invece, dirò di più, anche lo spostamento della base può essere finanziato con i CIS”.

BrindisiOggi

 

 

 

 

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