La vertenza Dema sul tavolo del MISE, l’incontro con i sindacati lascia l’amaro in bocca

BRINDISI- “Il territorio di Brindisi ha già pagato dazio». Lo hanno urlato a squarciagola per tutta la durata della riunione, i lavoratori dell’azienda Dema presenti ieri a Roma, in occasione dell’incontro tenuto al Ministero dello Sviluppo economico, in rappresentanza dei tanti colleghi gravati da tempo dalla crisi, rivendicando il sacrosanto diritto al lavoro. Un incontro come tanti altri fin qui consumati, che non ha prodotto nulla di positivo. Siamo delusi dall’illustrazione aziendale”, ha dichiarato al termine del tavolo ministeriale il segretario generale della Fim Cisl Michele Tamburrano.
“L’azienda si è limitata ad effettuare una disamina sul percorso intrapreso negli ultimi cinque anni, che ha visto circa 190 milioni di perdite. Come sindacato – dice Tamburrano – abbiamo sempre denunciato le inadeguatezze del management che si susseguiva al comando”.
Non sono mancati i momenti di tensione durante le due ore di riunione. “L’aver evidenziato come influisce il costo del personale sui bilanci continuamente in perdita – ha evidenziato ancora il segretario della Fim Cisl – sa più di provocazione che non di approccio consapevole al problema. Non è stata spesa alcuna parola sulle decine di milioni di euro utilizzati in consulenti e dirigenti, che nulla hanno prodotto di positivo. Non una sola commessa in più degna di tal nome”.
Amareggiato anche l’operatore territoriale della Fim Cisl Taranto Brindisi Celestino Bruni, che ha ribadito l’esigenza di creare le giuste condizioni affinché si possa tornare al tavolo per parlare di contenuti.
“Non siamo disposti ad un confronto che ha come punto di partenza i costi del personale. Serve subito una dichiarazione formale dell’azienda – dice Bruni – in cui dimostra un serio impegno a costruire un percorso industriale fatto di investimenti, commesse e lavoro. Solo così possiamo costruire un percorso alla pari e costruttivo per un rilancio.  Siamo aperti al confronto per trovare la soluzione utile ad uscire dalla crisi, ma l’uscita deve essere fatta tutti assieme. Questo atteggiamento che l’azienda continua ad avete – conclude Celestino Bruni – lo condanniamo fermamente”.
Le parti sociali prendendo atto delle dichiarazioni aziendali e dell’impegno del MiSE e delle Regioni a supportare il piano con gli strumenti disponibili, hanno ribadito la propria posizione, ovvero, che nella redazione del futuro Piano industriale sia garantito il mantenimento dei livelli occupazionali e la continuità produttiva dei presidi esistenti.
BrindisiOggi

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