L’assessore avvocato del boss, chi l’attacca e chi la difende

MESAGNE – Difensore di presunti boss della Scu in processi di mafia dove il suo Comune d’appartenenza si costituisce parte civile e amministratrice del suddetto ente locale. Questa la doppia veste di Rosanna Saracino, il noto avvocato penalista e assessore all’urbanistica e all’ambiente del Comune di Mesagne, che tanto sta facendo discutere il paese nelle ultime ore. L’”affaire Saracino” è stato sollevato, come spesso accade in questo tipo di situazioni, dalla locale cellula del Movimento 5 Stelle che, con un post lanciato sulla propria pagina Facebook, ha denunciato il duplice ruolo dell’assessore/difensore che, secondo i pentastellati, costituirebbe una sorta di conflitto d’interessi.

La forma usata dai cinquestelle per denunciare questa presunta stortura, però, non è delle più eleganti: il post presenta una foto dell’avvocato Saracino in toga al fianco di un’immagine del suo assistito, Massimo Pasimeni, già noto alle cronache come Piccolo Dente. A un occhio poco attento, infatti, l’invettiva lanciata dai pentastellati potrebbe suggerire una qualche connivenza tra il difensore/amministratore e il suo assistito. L’accusa dei grillini, quindi, ha prodotto un’immediata levata di scudi telematica da parte dei colleghi amministratori e politici del legale: solidarietà alla professionista è arrivata da Fernando Orsini, presidente del consiglio comunale e avvocato come Rosanna Saracino; Ginacarlo Canuto, vicesindaco e storico esponente della sinistra mesagnese; Maria De Guido, compagna di giunta dell’avvocato.

Anche Toni Matarrelli, deputato di Sel molto vicino al presidente della Regione, Nichi Vendola, ha voluto dire la sua, sempre via social network: «Inviterei gli amici mesagnesi a non parlare più del nulla; tutti sanno chi è Rosanna, tutti sanno che si tratta di una persona per bene e capace», taglia corto l’onorevole. In questo pienone di solidarietà, però, i pentastellati non ci stanno a fare la parte dei complottisti a tutti i costi, di quelli che gridano contro la “kasta” senza alcuna ragione concreta cui appellarsi. Sempre da Facebook, piattaforma che si dimostra sempre più veicolo preferito per la comunicazione politica diretta e indiretta, il Movimento 5 stelle mesagnese replica a chi li bolla come inquisitori.

«Nessun attacco personale, nessuna insinuazione come sostengono i politicanti. La signora Saracino riceve le nostre scuse per le strumentalizzazioni avvenute. La questione posta riguarda una considerazione basata su fatti. È contraddittorio che un assessore in carica in un Comune costituito parte civile si ritrovi come avvocato a difendere accusati nello stesso processo soprattutto se si parla di processi contro la mafia». Insomma, i cinquestelle, nel concreto, chiedono: che gioco è quello in cui gli sfidanti indossano la stessa maglia? È come se in una partita di tennis ci fosse un solo giocatore che corre da una parte all’altra del campo, rincorrendo una pallina che lui stesso ha colpito. Alla fine tutti vincono. O tutti perdono.

Maurizio Distante

5 Commenti

  1. Vi posso solo garantire… che al estero una cosa del genere non sarebbe mai accaduta.
    Qual ora un giorno non incontri delle diramazioni e allora vi posso anche assicurare che si impiega molto… molto poco tempo a risolverla, piuttosto che a parlarne ulteriormente.

  2. Buona norma vorrebbe che chi nomina gli assessori dovrebbe fare queste ricerche, anzicché poi ritrovarsi con gli stessi avvocati che fanno causa al comune mentre nel altra stanza si vanno a sedere negli assessorati! Ma vi sembra normale?!

  3. Un problema mai risolto quello di chi ha Mesagne non ha mai deciso da che parte stare, di fatti, i fatti basta ricercarli con una semplice richiesta sul web dato che questa notizia si legge da sola mò fa l’anno.

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