Le amiche di Rintì: «Ha bisogno di cure e di una casa, non lasciamolo solo»

BRINDISI – Rintì non ha più la catena al collo, è vero, ma la strada che ha davanti è ancora molto lunga. Per questo motivo le volontarie che venerdì pomeriggio lo hanno liberato stanno lanciando un accorato appello a tutta la popolazione brindisina e non solo, affinché non lascino al proprio destino questo cane pastore di 8 anni che tante ne ha viste in vita sua ma che, nonostante tutto, non ha perso la sua inesauribile voglia di dare e ricevere amore. «Ora Rintì – dicono le volontarie che lo hanno salvato – si trova in una clinica dove sta ricevendo le cure di cui ha vitale bisogno. Chiediamo a tutti di mettersi una mano sul cuore e aiutaric a salvare, definitivamente, questo cucciolo buonissimo e dolcissimo».

Rintì ha bisogno di un aiuto economico per sostenere le spese delle cure, per questo motivo è stato anche creato un evento su Facebook, per mettere in rete chiunque voglia dare una mano in questo senso, e ha bisogno anche di uno stallo temporaneo per quando abbandonerà l’ospedale, in attesa di un affido definitivo. «Ci sono due richieste di adozione, è vero – proseguono le volontarie – ma bisogna verificare la compatibilità dei possibili affidatari con le condizioni di Rintì. Se ci fosse ancora qualcuno intenzionato a prendere con sé Rintì, non esiti a contattarci tramite Facebook: insieme valuteremo, per lui, la soluzione migliore». Guardando negli occhi Rintì, le volontarie raccontano della grande omertà che grava su Brindisi quando si parla di diritti degli animali. «Nelle sue condizioni – chiosa il gruppetto – ci sono tantissimi altri cani. La gente, semplicemente, fa finta di non vedere, si volta dall’altra parte. Rintì e Willy, il suo compagno che, fortunatamente, ha trovato una casa, vivevano così, in un cortile sul quale si affacciano molte case e molti balconi. Non costa nulla fare qualcosa: basta una chiamata ai vigli urbani o alle autorità per togliere da situazioni estreme questi poveri animali. Noi, poi, interveniamo subito dopo. Non si tratta di amore per i cani, buon cuore o altro, qui si parla di senso civico che, molto spesso, purtroppo, manca».

La città, molto spesso, si è dimostrata più che solidale nei confronti dei suoi amici a quattro zampe con iniziative organizzate o anche solo personali volte a evitare che storie come quella di Rintì finiscano nelle colonne di cronaca: purtroppo il cane pastore di 8 anni è stato tanto sfortunato e, per questo, merita più che mai una seconda occasione, la possibilità di vivere la vita circondato dall’amore di una famiglia e dal calore di una casa.

Maurizio Distante

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