Lettera di uno studente su Brindisi capitale della cultura : “Vergognoso ritirare la candidatura”

BRINDISI- Riceviamo e pubblichiamo di seguito l’intervento di uno studente universitario di Brindisi, Fabrizio Di Rienzo sulla rinuncia da parte del comune di candidare la città di Brindisi a capitale Europea della cultura sostenendo quella di Lecce.

 “Ne abbiamo viste davvero tante di cose strane , in particolare in quest’ultimo anno,  ma credo davvero che il livello  toccato in questi giorni sia davvero degradante per una città come la nostra.

Sono convinto che la resa sia una delle cose più sconfortanti  per una città ed una popolazione,  quella brindisina, che ha bisogno di credere in qualcosa, di credere in sé stessa e nelle potenzialità della propria splendida città,che a dire il vero solo noi non abbiamo ancora imparato ad apprezzare. Quando poi anche coloro che dovrebbero difendere, tutelare e promuovere il nostro splendido  territorio non  ci credono più,  allora sono convinto che si è arrivati davvero alla frutta.

Forse  mai nel passato ci siamo sentiti così poco rappresentati, forse mai così offesi,  dal comportamento di chi dice di agire in difesa della gente e dei suoi diritti; ma che poi puntualmente prende decisioni  che i brindisini non condividono assolutamente anzi che contestano con tutte le loro forze nonostante la maggior parte delle volte gli  venga presentato già tutto pronto e deciso. Noi brindisini,quelli veri, siamo stanchi di dover aspettare l’elemosina da altre città che puntualmente non è mai arrivata,anzi tutt’altro;piacerebbe anche a noi come in tutte le città normali credere che ci sia qualcuno che davvero agisca nel nostro bene e della nostra città,e non che sempre debba rendere conto a schifose pressioni e direttive politiche che giungono da chissà chi e che storicamente hanno visto lo splendido capoluogo adriatico soccombere per interessi dei politicanti di turno.

Ciò che è accaduto nei giorni scorsi nelle” segretissime” stanze dei bottoni di Brindisi è di una gravità inaudita; e non solo per  il fatto che sia stata presa una decisione vergognosa,anzi due, ma anche perché sono state prese senza consultare la popolazione,che sarebbe un mezzo democratico troppo sviluppato,ma addirittura senza neppure interpellare chi , come i consiglieri comunali, dovrebbe arginare lo strapotere di gente incapace di governare questa città.

Parlo di due decisioni vergognose perché oltre al provvedimento, a tutti incomprensibile, di ritirare la candidatura della città di Brindisi a capitale Europea della cultura 2019; la giunta comunale si è “fregiata “di un’altra macchia, credo difficile da cancellare nel tempo, e cioè quella di sostenere la candidatura di Lecce, che a dire proprio del primo cittadino pare abbia più requisiti della cittadina adriatica.

 Premettendo, e ci tengo a sottolinearlo, che non si tratta di un mero ragionamento campanilistico, tutt’altro; è soltanto l’indignazione e la tristezza di chi ama e vive continuamente per questa città. La nostra amata Brindisi ripetutamente  stuprata e privata della sua dignità e del suo orgoglio come se fosse una prostituta,si proprio una prostituta perché forse chi davvero dovrebbe amarla non la rispetta ed anzi ne abusa continuamente. E’ chi rappresenta Brindisi che per la seconda volta, dopo la scandalosa questione della Provincia, si prostra completamente e quasi naturalmente al maggiore offerente dimostrando come se fosse ovvio che la nostra città debba per forza accontentarsi delle briciole lasciate da qualcun altro o di un ruolo di sostenitore o promotore,che dir si voglia,della candidatura di un’altra città. Sarebbe inutile, ai più, ricordare la storia più che millenaria della nostra città, eppure sembra che ciò non serva per farci sentire orgogliosi di Brindisi, o almeno sembra che per più di qualcuno non basti. Se qualcuno si sente inferiore e crede che la nostra città,con le sue importantissime infrastrutture,debba solo asservire le necessità di un’altra città vicina mi dispiace ma credo che non abbia capito nulla,ma siano dei suoi problemi personali.

Forse è tutta una conseguenza, in una Provincia ormai allo sbando  grazie all’abbandono della giunta Ferrarese,che prende la decisione di non puntare più su un luogo di cultura come l’università che ha dato fortissime risposte a livello numerico e non solo; per non dimenticare poi che sempre la stessa Provincia sono due anni che tiene chiusa la biblioteca provinciale e non riesce a riaprirla per alcune firme ed alcune responsabilità che non si capisca bene neanche a chi spettino,costringendo gli studenti brindisini e non ad arrangiarsi in un’auletta improvvisata.

Forse questa candidatura non avrebbe portato gli stessi benefici dell’elezione a città europea dello sport,bellissima iniziativa di cui però accuratamente si evitano precise notizie sul beneficio economico che ne trarrebbe la città;o forse non avrebbe portato lo stesso ritorno di immagine visto che sembra che si cerchi minuziosamente di distruggere e cancellare ciò che di buono è stato fatto o programmato in passato. Anziché parlare in terza persona come se fossero situazioni e tematiche non competenti a chi invece ne dovrebbe rispondere in prima persona,addossando colpe alla precedente gestione e dimenticando invece che da un anno dovrebbero essere loro a decidere le sorti di Brindisi, la gente vi chiede con il cuore in mano di ammettere la vostra palese incapacità e quindi fare qualche passo indietro. Come già detto abbiamo bisogno di credere in qualcosa,noi vogliamo credere in Brindisi,e per favore almeno questo cercate di non provare a togliercelo; magari con la speranza che finalmente tutti i brindisini si innamorino della loro città e sfoggino quel senso di appartenenza,quell’ orgoglio di essere brindisini che voi per primi dimostrate non essere parte di voi”.

                                                          Uno studente universitario,di 21anni follemente innamorato della sua città.

  Fabrizio di Rienzo

 

BrindisiOggi

 

 

 

 

6 Commenti

  1. Anch’io ex studente universitaria, quando frequentavo l’Universita’ a Lecce, mi confrontavo con Brindisini come me, che non facevano altro che parlar male della nostra citta’… convincendo i nostri”amici Leccesi” che Brindisi fosse una citta’ da disprezzare e non da amare come il concorso voluto dalla nostra municipalita’.
    Invece io non facevo altro che cogliere l’occasione per promuovere infrastritture e pregi e difendere la nostra citta’.

    Una goccia d’acqua nel deserto !
    Un deserto fatto dai Brindisini.

    Per non parlare della biblioteca, quante battaglie quando la fequentavo: orario d’ufficio(8,00-13,00/ 15,00-19)quando nelle maggior parte delle biblioteche si effettua l’orario continuato, emeroteca senza quotidiani,nessun acquisto di libri di testo universitari (l’ultimo testo di grammatica inglese da me consultato, risaliva al 1987). Per non parlare dei servizi per i disabili, inesistenti e del continuo rumore del montacarichi mentre studiavamo. Che peccato, la nostra biblioteca era molto frequentata e poteva essere un polo culturale…

    Ci sarebbe tanto da fare, non basta puntare l’interesse sui servizi, di cui ringrazio tantissimo, per i nostri amati cani.

  2. Caro Fabrizio,
    per far “crescere” una città, la nostra città, non serve candidarla in modo velleitario a diventare capitale europea della cultura, più utile sarebbe lavorare, giorno per giorno,individualmente e tutti insieme, in varie direzioni: quelle del lavoro, la salute, la convivenza civile, il funzionamento dei servizi pubblici, la tutela del territorio e del patrimonio storico. A queste “priorità” dovrebbero essere destinate le scarse risorse disponibili. Bisognerebbe sentirsi maggiormente frustrati ed in colpa, non per la rinuncia di cui tu parli, ma per il fatto che vi siano ancora troppe persone, elette con gran massa di voti, che occupano da decenni posizioni di rappresentanza dei cittadini, senza mostrare competenza, coerenza, correttezza.

  3. Caro Angelo il mio voleva essere solo un pensiero,le assicuro privo di strumentalizzazioni,su quello che in questi giorni è successo nella nostra Brindisi. Mi sarebbe piaciuto solo stimolare un dibattito sulla discussione che non poteva passare inosservata. Ovviamente pretenendo delle solide certezze con un pizzico di voglia di sognare,che non creda che faccia mai male,voglio essere partecipe della vita della mia città. Ma a quanto ho capito mi dispiace, il mio segnale non l’ha percepito.

  4. l’esuberanza giovanile può essere persino utile in certi momenti in cui è necessario un cambiamento radicale. In questo caso appare semplicemente l’apologia di una brindisinità di parte che cerca di utilizzare una “scusa” per fini puramente propagandistici. Fare l’interesse di Brindisi o volerne il bene, credere in un suo riscatto lo si fa non inseguendo “sogni” ma creando solide realtà. Bisogna prendere atto che Brindisi è indietro su tanti punti di vista, forse su altri è avanti, come sicuramente lo è sulla “cultura”, sul senso diffuso di “cultura”. Un esempio Santa Maria del Casale, chiesa di inestimabile valore inserita in un contesto urbano che la pone più come un’ostacolo che un monumento da valorizzare. La sua tutela e fruibilità è affidata all’azione volontaria di pochi contro l’indifferenza di tanti. E ci sarebbero tanti altri esempi di mancanza di cultura diffusa. Non è la mancanza della saletta per lo “studio” per qualche studente il vero problema (qui si evidenzia la strumentalità di questa lettera) della cultura a brindisi, e non ha neanche senso recriminare o essere invidiosi se territori a noi contigui su questo temma sono molto più èpronti e preparati di noi. Bisogna fare di necessità virtù. Questo discrimnina una mente giovane da un giovane di mente.

  5. Per fortuna che siamo noi, la nuova generazione, i brindisini veri:quelli che amano la propria città fino allo spasmo…
    Ed i di Rienzo, l’amore ed il rispetto per la terra natia, lo portano nel cuore difendendolo a spada tratta.

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