L’odissea di una mamma: le bloccano il reddito di cittadinanza perchè risulta detenuta, ma non è vero

BRINDISI –  (da il7 Magazine) È separata, ha due figli piccoli da mantenere e vive in una casa in affitto. Dalla primavera del 2019 percepisce il reddito di cittadinanza, circa 800 euro al mese, con i quali paga l’affitto, le bollette e compra il necessario per i bambini. Da quasi un anno e mezzo il 27 di ogni mese si vede ricaricare la famosa scheda gialla, necessaria per portare avanti la sua famiglia. Ma questo 27 luglio i soldi non sono arrivati. Raffaella, 35 anni,  è andata più volte a controllare se fosse stata fatta la ricarica. E nulla. Per lei e suoi figli non è arrivato neanche un centesimo. Eppure la donna a gennaio aveva ripresentato tutta la documentazione richiesta per il rinnovo, e sino a giugno i soldi erano sempre arrivati puntuali. Ha chiesto spiegazioni, prima al Caf dove però non sapevano dare una risposta e successivamente all’Inps. Ha chiamato direttamente agli uffici dell’Inps di Roma, e qui le è stata data una risposta che ha lasciato Raffaella senza parole. Una risposta dalla quale ancora oggi non riesce a venirne a capo. Da giorni le sembra di vivere in un incubo. Improvvisamente si è ritrovata nella vita di un’altra persona.  “Mi hanno detto che mi è stato bloccato il reddito di cittadinanza – racconta la donna – perché risulto detenuta. Io come tutti i componenti della mia famiglia per l’Inps saremmo in carcere, compresi i miei bambini di 10 e 13 anni”. Una storia assurda. La donna non ha mai avuto una denuncia, la sua fedina penale è pulita. “Mi sembra di vivere in un incubo – spiega Raffaella – non so come fare. Io non sono una brava ragazza, non ho mai commesso nessun reato, basta fare una verifica. E poi non è possibile che risultino detenuti anche i miei bambini. Non capisco come sia potuto accadere, forse c’è stato uno scambio di persona”.

Dall’Inps di Roma le hanno detto sarebbe stata ricontattata, ma mai nessuno l’ha richiamata. La donna si è rivolta direttamente agli uffici di Brindisi, che non hanno saputo dare una spiegazione, hanno solo confermato che il reddito le è stato bloccato perché risultano problemi giudiziari a suo carico, e lei risulta in regime di detenzione. Nel frattempo, per la prima volta, mentre per l’Inps era in carcere, le è arrivato un messaggio dal Centro per l’Impiego in cui le proponevano un colloquio di lavoro come cameriera in un locale della città, proprio in virtù del fatto che fosse beneficiaria del reddito di cittadinanza. Ma al momento anche questa opportunità è sfumata. “Mi avevano fissato un appuntamento direttamente con il datore di lavoro – aggiunge Raffaella –  era la prima volta che mi veniva offerta un’opportunità e avrei voluto coglierla. Nel mio curriculum avevo inserito la mia esperienza da cameriera. Ma poi ho spiegato al Centro per l’Impiego cosa mi fosse accaduto e chiaramente anche loro hanno bloccato tutto per evitare che ci fossero ulteriori problemi”.

La donna ora non sa cosa fare, è difficile comunicare con gli uffici centrali e risolvere la questione. Nessuno riesce ad aiutarla e a darle una dritta per dimostrare che lei e i suoi bambini sono liberi, e che è una persona onesta, che non ha mai commesso un reato ora come in passato. “Dall’oggi al domani mi è piombata addosso questa cosa – dice ancora – e non so dove sbattere la testa. Io ho bisogno di quei soldi, devo pagare l’affitto e mantenere i miei figli. Come faccio. Non so neanche se arriveranno mai e se ne verrò a capo”.

Intanto all’Inps di Brindisi le hanno suggerito di ripresentare la domanda, esattamente come fece un anno e mezzo fa, con tutta la documentazione. La pratica sarà nuovamente valutata, con la speranza che non ci sia qualche altro intoppo visto che nel sistema a carico del suo nome c’è quella condizione penale. “Non posso che sperare che la nuova pratica vada a buon fine – conclude la 35enne – Spero anche di non perdere questa mensilità perché non so davvero come fare con le spese. E chissà se mi chiameranno mai per un altro lavoro”.

Lucia Portolano

7 Commenti

  1. Non riesco a capire che regole ci siano.
    Io sono stata licenziata nel 2017. Ho avuto la NASPi fino al 2019. Richiedo il RDC nel 2019 lo respingono perché nel 2017 supero il reddito.
    Nel 2020 a gennaio presento domanda e la respingono perché nel 2018 supero il reddito.
    Ma non ho un centesimo in tasca l’età avanza non ti prendono a lavorare perché a 56 anni ti considerano vecchia.
    Neanche i soldi per le medicine.
    Boh…

  2. Noi siamo nella stessa situazione, con una bambina di 5 anni da circa sei mesi. Nessun sussidio e la domanda corretta con modulo esteso che l’INPS ha fatto finta di non avere mai ricevuto. La pratica è decaduta e ci hanno obbligato a farne una nuova di cui ancora oggi non abbiamo mai ricevuto risposta. Abbiamo sporto anche un esposto in procura di cui come sopra non abbiamo mai ricevuto nessuna risposta. L’assistenza sociale si rifiuta di darci qualsiasi forma di sussidio o di attivare qualsiasi progetto per trovare un’attività lavorativa.

  3. Anche a me sembra assurdo… È vero che la nostra burocrazia è a volte ridicola… ma per gli esiti delle richieste all’inps è previsto un ricorso addirittura on line dove viene valutata la doc che si deve presentare (in questo caso bastava il casellario giudiziario) e sono anche veloci nel risolvere…..

  4. Anche al mio compagno con isee 0 sono già 3 mesi che non riceve il reddito non so con quale criterio lavora l Inps è una vergogna

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*