Lsu: stabilizzati 22 lavoratori, ma ne restano fuori altri 53

BRINDISI – L’amministrazione comunale, per volontà della gestione commissariale, ha avviato il processo di stabilizzazione dei Lavoratori Socialmente Utili, integrati da venti anni negli uffici del Comune di Brindisi. Sono 22 i primi lavoratori che hanno potuto traguardare nella giornata di giovedì (15 marzo) il primo giorno da dipendenti del Comune. Ne restano fuori però altri 53.

“Un risultato che compie un lungo percorso finalizzato al superamento di una condizione di precarietà che era diventata ormai cronica. – scrivono i lavoratori – Da neodipendenti vogliamo anzitutto ringraziare il commissario prefettizio, Santi Giuffrè, il segretario generale, Pasquale Greco, e il vice segretario comunale, Angelo Roma, per l’attenzione che hanno dedicato all’annosa problematica”.

“Desideriamo altresì – continuano – auspicare che il processo di stabilizzazione si estenda all’intera platea di lavoratori ponendo fine a un’attesa troppo lunga fatta di speranze e delusioni, oltre che di iniziative sindacali”.

Venti anni di lavoro precario, che si traducono in una critica compressione dei diritti dei lavoratori, sono finalmente alle spalle. Ma al momento, solo per 22 di loro. Infatti, il piano redatto dall’ex giunta Carluccio prevedeva la stabilizzazione solo di 22 persone. Il governo dopo 19 anni non ha più rinnovato le convenzioni annuali che hanno permesso a queste persone di lavorare. Gli ex Lsu hanno lavorato al Comune di Brindisi per circa 20anni: svolgendo diverse funzioni, avevano anche una postazione, un pc e alcuni di loro anche una pec istituzionale.

“Esprimiamo pertanto tutta la nostra soddisfazione per un obiettivo che restituisce dignità alla nostra condizione di lavoratori” concludono.

Un gruppo di lavoratori, qualche mese fa, ha deciso di correre alle vie legale. Si contestano i criteri di scelta, che ha creato una guerra tra poveri. Tutti contro tutti per portare il pane a casa.

Oggi, 22 su 75 sono stati stabilizzati, ma per ora gli altri 53 restano fuori “dai giochi”. Ovviamente, quello che si spera, è che il processo di stabilizzazione si possa estendere a tutti.

BrindisiOggi

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