Mala vicina alle amministrazioni, Mariano: “La politica deve fare la differenza”

LECCE- “Una relazione precisa ma anche impietosa quella del Procuratore generale della Corte d’Appello di Lecce, Antonio Maruccia. Un discorso eccellente, equilibrato ed allo stesso tempo netto e coraggioso nei contenuti, a cui è seguito un lungo e sentito applauso. Sono stati tanti i passaggi di grande interesse sul processo Ilva e sulla difficoltà a conciliare salute e lavoro, sullo stato delle mafie”. Così l’onorevole del Partito Democratico , Elisa Mariano, commenta la relazione del procuratore generale della Corte d’Appello di Lecce, Antonio Maruccia, intervenuto all’inaugurazione dell’anno giudiziario.

“Tra i temi più importanti affrontati dal Procuratore generale – prosegue la parlamentare democratica – c’è il rischio che la chiusura della Corte d’Appello di Lecce possa creare allarme sociale ed episodi di giustizia negata. Una questione che insieme al collega Salvatore Capone abbiamo già posto al Governo e al Ministro Orlando con una interrogazione presentata nel mese di dicembre, per capire come scongiurare il rischio che la trasformazione della geografia giudiziaria pugliese possa lasciare i territori e i cittadini più soli e indifesi anche di fronte all’insidia della criminalità organizzata. Il Presidente Dell’Anna ha indicato un criterio più che condivisibile: la ragionevolezza. Un’esigenza della quale tornerò a farmi portavoce, con la consapevolezza che non si tratta di una questione campanilistica ma di una valutazione dei costi e dei benefici dell’operazione”.

“Preoccupa – aggiunge l’onorevole Mariano – che proprio come riferito dal Presidente i gruppi criminali nelle tre province salentine mostrino grande attenzione verso le amministrazioni pubbliche. Tant’è vero che i suoi rappresentanti sono comparsi in diverse indagini, sia come imputati che come parti lese. Immancabile il riferimento allo scioglimento per mafia dell’amministrazione comunale di Cellino San Marco ma anche all’elevato numero di attentati ai danni di amministratori pubblici, che pone il Salento ai primi posti nella classifica italiana”.

“Per la nostra provincia, in particolare, un riferimento che, purtroppo, non mi ha stupito – conclude la parlamentare democratica – alla fragilità del tessuto sociale ed istituzionale, alla opacità che spesso accompagna le gare d’appalto in alcuni Comuni, alla necessaria opera di accertamento ed indagine che la Procura di Brindisi ha svolto e sta svolgendo in modo serio e rigoroso nel campo dei rifiuti, delle energie rinnovabili e non solo. Riferimenti che rappresentano anche per noi una responsabilità in più. Una responsabilità nella selezione della classe dirigente, una responsabilità affinché gli autori di reati odiosi commessi ai danni delle nostre comunità siano isolati e marginalizzati. È l’assenza di controllo democratico, come ha denunciato Maruccia, che produce omertà e scarsa collaborazione, anche da parte delle vittime, con la giustizia. Ed è su quello, aggiungo io, che la politica può e deve fare la differenza”.

BrindisiOggi

3 Commenti

  1. fin quando una legge elettorale indecente fa entrare in consiglio comunale candidati con poco più di un centinaio di voti come succede puntualmente a Brindisi e fin quando si consente il cammellaggio tra un partito e l’altro cercando via via incarichi … e, ancora, fin quando i dirigenti e funzionari saranno degli yes-man interessati economicamente nel dare ragione a questo o quell’assessore .. LA POLITICA DEVE SOLO VERGOGNARSI PERCHè CONNIVENTE SE NON ARTEFICE DEI MECCANISMI DI CUI SOPRA …

  2. La differenza? Te la dico io la differenza che la politica deve fare: il coraggio di fare una legge che accorpi i comuni sotto i 10.000 – 15.000 abitanti, quindi meno assessori e consiglieri, meno stazioni appaltanti, meno possibilità di corrompere ed imbrogliare. Ma farlo subito, senza stare a cincischiare come per l’abolizione delle province. Meno pubblico, meno cesso della pubblica amministrazione, più soldi risparmiati.

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