Mandanti ed esecutori, 18 arresti tra vecchi e nuovi

BRINDISI- Tredici anni di storia criminale brindisina, quella della Sacra Corona Unita, sono stati ricostruiti grazie al certosino lavoro della Dda di Lecce, del procuratore capo Cataldo Motta, con la preziosissima e indispensabile collaborazione dei pm Valeria Farina Valaori e Alberto Santacatterina.

I frutti degli sforzi investigativi dei magistrati, di polizia e carabinieri hanno portato alla positiva conclusione dell’operazione “Zero” che ha prodotto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per 18 soggetti riconducibili a vario titolo all’organizzazione criminale avente come centro nevralgico Mesagne.

Dei 18 indagati, 10 sono già in carcere a scontare pene per altri reati, 2 erano agli arresti domiciliari e 6 erano liberi. I fatti verificati dagli inquirenti che hanno coinvolto i 18  presunti affiliati alla Scu si riferiscono a 4 omicidi, 4 tentati omicidi e 2 lesioni aggravate commessi tra il 1997 e il 2010 e che ancora non avevano un colpevole.

Gli indagati raggiunti dall’ordine di custodia cautelare in carcere sono: Francesco Campana, 40 anni di Mesagne; Marcello Cincinnato, 46 anni di Mesagne; Francesco Gravina detto “Gabibbo”, 34 anni di Mesagne; Franco Locorotondo, 39 anni di Mesagne; Salvatore Solito, 31 anni di Mesagne;  Diego Dello Monaco, 30 anni di Mesagne; Antonio Epicoco, 39 anni di Brindisi; Giuseppe Locorotondo, 40 anni di Mesagne; Carmelo Vasta, 35 anni di Ostuni; Ronzino De Nitto, 38 anni di Mesagne; Francesco Argentieri, 39 anni di Mesagne; Carlo Cantanna, 62 anni di San Vito dei Normanni; Giovanni Colucci , 41 anni di Ostuni; Carlo Gagliardi, 38 anni di Mesagne; Francesco Gravina, 53 anni di Mesagne; Emanuele Guarini, 39 anni di Mesagne; Massimo Pasimeni, 45 anni di Mesagne; Vito Stano, 44 anni di Mesagne.

I fatti contestati ai 18 arrestati, invece, si riferiscono agli omicidi di Antonio Molfetta, detto “Toni Cammello”, avvenuto a Mesagne tra il 29 maggio e il 3 ottobre del 1998, di Nikolaj Lippolis a Bar, in Montenegro, tra il dicembre 1999 e il settembre 2000, di Tommaso Marseglia, a San Vito dei Normanni, il 22 luglio 2001 e di Antonio D’Amico, il 9 settembre 2001.

Per 4 dei 18 colpiti dall’ordinanza, Carmelo Vasta, Franco Locorotondo, Salvatore Solito e Diego Dello Monaco, è scattata l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, capo già imputato agli altri protagonisti della vicenda.

Il grandissimo lavoro d’indagine effettuato dalla Dda di Lecce, dalla Procura della Repubblica di Brindisi, dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri ha permesso di ricostruire la storia recente dell’organizzazione criminale di casa nostra anche grazie all’aiuto delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Tra i 9 pentiti della Scu, spiccano il ruolo di Ercole Penna e di Cosimo Giovanni Guarini. Durante la conferenza stampa, il procuratore Cataldo Motta ha sottolineato anche due rarissimi casi di collaborazione: uno nel quale determinante è stato l’apporto dei familiari della vittima, con le dichiarazioni della moglie e del figlio nell’omicidio Marseglia; l’altro nel quale è stata determinante la vittima stessa, nel tentato omicidio Greco.

Maurizio Distante

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