Masseria a Savelletri, la Corte d’appello conferma la condanna per Donadoni

FASANO- Quella masseria a Savelletri è costata cara a Roberto Donadoni l’ex tecnico della Nazionale italiana di calcio.  La Corte d’Appello conferma la sentenza di primo grado  che lo vedeva condannato a 5 mesi di reclusione e al pagamento di un’ammenda di 45 mila euro, per dei lavori di ristrutturazione svolti in un’antica masseria a nord del brindisino. Confermata la condanna anche per il  geometra Giovanni Gallo e Antonello Carrieri dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Fasano all’epoca dei fatti.  Erano stati gli stessi imputati a ricorrere al secondo grado di giudizio, ma i giudici confermano la sentenza di Genantonio Chiarelli.  Già in primo grado era stata invece assolta la moglie dell’ex calciatore.

La storia iniziò nel 2009 quando fu presentato un esposto in Procura  per alcuni lavori che si stavano svolgendo alla masseria della famiglia Donadoni in via Pettolecchia. Alla guardia di finanza  furono assegnate le indagini. Le fiamme gialle dopo il sopralluogo sequestrarono l’area della masseria interessata ai lavori, successivamente dopo la sentenza di primo grado  la struttura  fu dissequestrata. Il tribunale stabilì che non c’era lottizzazione abusiva ma solo alcune difformità  tra progetto e realizzazione delle opere, questo costo al tecnico della Nazionale  e ad altri due imputati la condanna a 5 mesi e 45mila euro di multa. Che oggi viene confermata.

BrindisiOggi

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