Matarrelli: “Brindisi in una palude, l’amministrazione Consales ne prenda atto”

INTERVENTO- L’anno «politico» brindisino si è appena consumato dopo diversi mesi di dibattito pubblico sul PD, sullo stato dell’arte del PD, sul tesseramento del PD, sui riverberi che la crisi del PD getta sull’amministrazione della città di Brindisi, sul commissariamento del PD, sulle levate di scudi del PD di fronte al commissariamento, sul sindaco del capoluogo che non si capisce se sia del PD o fuori dal PD.

Ora, ignorando tanta inutile monografia, fa specie che molti tra i protagonisti di tale dibattito abbiano concentrato i propri sforzi dialettici e, si presume, politici guardandosi il dito ed ignorando la luna. Come se, in questa dimensione francamente surreale, il problema da risolvere fosse il Partito Democratico e non altro di ben più importante.

Certo, magari il PD per come si manifesta a Brindisi costituirà pure un problema – e, a giudicare da ciò a cui assiste l’opinione pubblica, si tratterà anche di una grossa grana – ma ciò, se prevalesse il senso di responsabilità, non dovrebbe ledere la comunità cittadina. A me dunque il PD in quanto «problema» interessa soltanto nella misura in cui in capo al PD ricadono enormi responsabilità di natura politica ed amministrativa rispetto al governo del capoluogo. Provo a riassumere: la giunta Consales ha cambiato assessori (e quindi maggioranza, natura politica e, in definitiva, volto) per ben 7 volte. Il primo cittadino è fiaccato da procedimenti giudiziari. La città, a dispetto dell’autopropaganda e dei presunti consuntivi di fine anno, è affossata in una palude da cui sembra assai difficile che possa essere emancipata. Mi riferisco ad una grossa mole di problemi, tra i quali certamente le vertenze occupazionali (Petrolchimico, aziende dell’indotto aerospaziale, polo energetico) e le relative questioni ambientali intorno a cui si gioca il destino immediato e futuro del territorio e che non sembrano interessare all’attuale amministrazione, più intrigata dal proprio destino.

Il segretario regionale del PD Michele Emiliano e la commissaria Sandra Antonica hanno provato a dipanare la matassa, concludendo il percorso con la richiesta di sfiduciare l’amministrazione comunale. Per tutta risposta, molte delle fazioni che compongono questo PD hanno respinto le conclusioni di commissaria e segreteria regionale. Ciò mentre la città di Brindisi, in tutte le sue articolazioni sociali (mondo produttivo, associazionismo, pulpiti culturali) sollecitano ed anzi reclamano lo stop.

A nessuno, in questo PD così frastagliato, sembra interessare il destino di una comunità dalla storia lunga ed importante, centro nevralgico di sviluppo nell’intero meridione. Non si può certamente continuare ad occupare le istituzioni per finalità estranee al bene comune: credo di non essere il solo a pensarla così.

Toni Matarrelli

Camera dei deputati (gruppo misto)

 

2 Commenti

  1. Siamo alla deriva, ostaggio di folli e incompetenti, un’ armata Brancaleone a cui manca l’astuzia e la simpatia. Affonderemo presto e non per colpa di questi che in realtá non sanno perchè son li nel teatro di mangiafuoco. Burattini senza fili. Mi auguro che quel 70% della popolazione Brindisina rinsavisca e tornino quei pochi ma capaci politici Brindisini che strategicamente si sono eclissati.

  2. No, on. deputato. Non è il solo a pensarla così. Come lei la vedono tutti coloro che ne fanno una questione di partito e non di amministrazione. C’è una grossa mole di problemi, certo, come Petrolchimico, indotto aerospaziale, polo energetico. Secondo lei se il sindaco si dimette i problemi si risolvono? O forse li ha causati il sindaco? Oppure abbiamo bisogno di un sindaco diverso per tentare di risolverli. Saprà certamente cosa sia il mercato, che influenza la produzione e quindi le aziende. Il nostro Comune ha in corso lavori per circa 150mln. Da quanto non succedeva a Brindisi? Ma a lei e altri interessa obbligare il sindaco a rispettare la linea del partito di appartenenza. Di quale parte del partito?
    Chi reclama lo stop di questa amministrazione? Chi sono questi pulpiti culturali, associazionismo e mondo produttivo? Non abbiamo certamente un sindaco da santificare. Ma questo non vuol dire che sia giusto defenestrarlo. Abbiamo degli uomini eletti e tra quelli il sindaco, e non il partito, ha facoltà di scegliere la squadra.

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