Micorosa, il Comune fa ricorso al Consiglio di Stato, e si avvale dell’inchiesta di Brindisioggi

BRINDISI- Dopo tre mesi dalla sentenza del Tar che aveva dato torto al Comune di Brindisi, stabilendo che l’unico soggetto a  bonificare l’area fanghi dell’ex Petrolchimico doveva essere la società Micorosa e non Enichem, la giunta comunale ha deciso di presentare ricorso contro questa decisione del tribunale Amministrativo.

L’esecutivo Consales il 22 aprile scorso ha votato la delibera con la quale ha dato mandato all’ufficio  legale di presentare opposizione alla sentenza e di procedere con un ricorso al Consiglio di Stato. Era stato lo stesso dirigente del settore Affari Legali l’avvocato Francesco Trane a sollecitare tale ricorso, in quanto il principio  menzionato nella sentenza del Tar  “che chi inquina paga” sarebbe stato utilizzato in maniera contraddittoria,  avendolo previsto solo per la società Micorosa che aveva acquistato quei terreni che avrebbe dovuto bonificare, e non per le società di Enichem che li avevano inquinati.

Nella sentenza di gennaio il  Tar di Lecce aveva dato ragione a Enichem, basando la sua decisione sul fatto che   quando il Comune ( nel 2001) ha intimato l’azienda del petrolchimico a procedere alla bonificare, il proprietario di quell’area era diventato Micorosa.

Ma proprio su questo punto emergono altre riflessioni. Spunti, anche legalmente interessanti venuti alla luce con l’inchiesta giornalistica di Brindisi, documenti e carte che saranno allo studio del settore Affari Legali del Comune. Nel nostro servizio, vengono citati alcuni pre accordi firmati tra Enichem e  Micorosa, registrati e validi nel contratto finale, nel quale si dice che Micorosa sarebbe diventata proprietaria dei 50 mila ettari, dove sono stati stoccati i fanghi, solo a bonifica completata, in caso contrario sarebbe tornati di proprietà della Montedipe (vecchia società di Enichem). La bonifica non è mai stata completata, quindi stando ai pre accordi, la proprietà non è attualmente passata nelle mani di Micorosa srl, oggi in fase di curatela fallimentare.

Questa nostra inchiesta giornalistica è al vaglio dell’avvocato del Comune  di Brindisi,  che sta esaminando gli atti che abbiamo menzionato nel servizio, sulla base di questi documenti il ricorso potrebbe avere una maggiore consistenza. E forse a pagare quella bonifica non saranno più i cittadini. L’ultima parola ora al Consiglio di Stato che sarà chiamato ad esprimersi sulla vicenda che ha fatto discutere per 30 anni.  

Lucia Portolano

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