Minacce, violenze ed estorsione alla ex compagno, in carcere 50enne brindisino

BRINDISI- Minacce, violenze ed estorsione alla ex compagno, brindisino di 50 anni finisce in carcere.

L’arresto, eseguito dagli uomini della squadra mobile di Brindisini, arriva dopo la denuncia della vittima un uomo brindisino stanco delle vessazioni e del clima di terrore in cui il suo ex compagno l’aveva costretta a vivere.

I due avevano avuto una relazione sentimentale  durata circa un anno, dall’estate del 2016 a febbraio 2017. Dopo essersi lasciati apparentemente in modo cordiale, lui ha cominciato a perseguitare l’uomo con “un atteggiamento caratterizzato da continue molestie e minacce (anche tramite messaggistica) che, nel tempo (si legge nell’ordinanza) giungevano a divenire vere e proprie aggressioni tanto fisiche che verbali.

Ad un certo punto gli episodi di minacce e violenze si fanno più frequenti tanto che la vittima decide di denunciare l’uomo che nel frattempo ha cominciato a pretende immotivatamente una somma di danaro pari a 1400 euro e poi una maggiore di addirittura 10.000 euro. Gli atti persecutori continuano a marzo, aprile, maggio e quindi giugno. La vittima è costretta a cambiare abitudini di vita. Le pesanti e gravi minacce, alcune delle quali a mezzo di coltello o mazza da baseball, diventano  fonte di grave disagio e ingenerano nella vittima un forte stato d’ansia ad un punto che, per alcuni giorni,  lascia la propria dimora trasferendosi altrove.

Il culmine di tali fatti (pedinamenti, aggressioni fisiche e verbali, minacce etc.) si raggiunge  nella giornata del 23 giugno  quando la vittima, raggiunta presso la propria abitazione dal 50enne lo vede con una bottiglia di plastica contenente liquido di colore verde (presumibilmente benzina). L’uomo sentendosi scoperto fugge via.  Qualche ora dopo il pm di turno, Francesco Vincenzo Carluccio,  chiede al gip  la custodia cautelare in carcere per i reati di atti persecutori aggravati, tentata estorsione e danneggiamento seguito da pericolo di incendio.

La stessa sera del 23 giugno scorso, gli investigatori della Specializzata Sezione Reati Contro la Persona della Squadra Mobile di Brindisi, guidati dal vice questore aggiunto Antonio Sfameni, hanno rintracciato l’uomo e lo hanno tratto in arresto.

Ultimate le formalità di rito e dato avviso al Pubblico Ministero che aveva richiesto l’applicazione della misura cautelare, C.S., 50 anni di Brindisi, è stato associato alla locale casa circondariale a disposizione della autorità giudiziaria.

Le denunce di atti persecutori non sono mai tantissime e ciò per i motivi più svariati: il terrore delle vittime di una ritorsione, preoccupazione di sciogliere un vincolo familiare o relazionale cui si tiene particolarmente nonostante le umiliazioni, le minacce e le continue vessazioni.

In questo settore tanto fanno però le unità specializzate della Polizia di Stato (le Sezioni Investigative che trattano i reati contro la persona e la violenza di genere presso le Squadre Mobili) che, attraverso operatori qualificati e dotati di particolare sensibilità ed esperienza nel settore, riescono ad affrontare difficili percorsi investigativi fatti di delicati approcci con le vittime che, solo se accolte in un ambiente favorevole, riescono ad aprirsi ed a fornire quei dettagli che, seppur sgradevoli e dolorosi per le stesse interessate, risultano di assoluta rilevanza per le indagini e per la cristallizzazione di quel quadro probatorio assolutamente necessario per determinare un intervento, investigativo e giudiziario, che possa garantire al meglio le persone offese dalla tipologia di reati in argomento.

Lo stesso Capo della Polizia, in una sua recente direttiva, ha sensibilizzato tutte le articolazioni della Polizia di Stato a porre una maggiore attenzione a tutti quegli indicatori che possono rivelare comportamenti di natura violenta e vessatoria nei confronti di quelle categorie di soggetti rientranti nelle  cosiddette  fasce deboli proprio per la particolare vulnerabilità che le contraddistingue.

BrindisiOggi

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