A Brindisi niente medico e pediatra per gli immigrati, la legge c’è ma nessuna la applica

BRINDISI- Sei uno immigrato che vive a Brindisi, munito del codice Stp (Straniero Temporaneamente  Presente, quelli che risiedono per 6 mesi) o con codice ENI (Europeo non Iscritto, come nel caso degli stranieri provenienti dai paesi dell’est) ? Allora non puoi avere assegnato né un medico di base, né un pediatra. Il sistema informatico della sanità pugliese non permette a queste due “categorie” di stranieri di vedersi assegnato un medico.

Quindi un immigrato in caso di febbre o per una banale patologia, ma anche solo per un consiglio medico deve rivolgersi al Pronto Soccorso o alla guardia medica.

Eppure nel 2009  è stata varata un legge dalla Regione Puglia in cui sarebbe garantito questo diritto. Al momento esiste solo una circolare inviata dalla direzione in cui si legge:  “In attesa di direttive specifiche circa le modalità, le competenze e le procedure di applicazione della succitata legge, sarà cura di questo distretto promuovere le azioni necessarie per garantire l’effettività dell’accesso e della fruibilità dei servizi sanitari da parte dei cittadini immigrati titolari di STP/ENI i quali allo stato per ricevere le cure necessarie si rivolgo alle strutture di continuità assistenziale, quali la guardia medica e il pronto soccorso, anche per prestazioni che rientrano nell’assistenza sanitaria di base. Si invitano pertanto le signorie vostre ad esprimere la propria disponibilità a prendere in carico volontariamente i titolari di STP/ENI in attesa che la Regione definisca meglio le modalità e le procedure di scelta del medico di base e pediatra di libera scelta così come stabilito nella predetta legge”. Insomma si rimanda tutto alla coscienza dei medici e alla loro disponibilità. Opera di volontariato quindi.

In alcune realtà regionali sono state trovate delle soluzioni alternative, a Brindisi invece resta il vuoto.   A Foggia e nella provincia Bat sono stati creati degli ambulatori per ospitare queste persone. A Lecce invece l’assegnazione dei medici avviene attraverso un  registro cartaceo.

Il problema sta appunto nel sistema informatico che non prevede l’ assegnazione del medico generale e del pediatra, tale che ciascun medico venga retribuito per questa “tipologia” di pazienti”.

A sollevare il problema è Salute Pubblica, che a firma dell’avvocato Stefano Palmisano ha inviato una lettera all’assessore regionale alla Sanità Elena Gentile e alla direzione sanitaria brindisina per sollecitare una soluzione. “O si interviene sul sistema informatico, oppure si trovi un’alternativa”, chiedono dall’associazione .

“Si chiede pertanto- si legge nella lettera dell’avvocato Palmisano– di dare attuazione anche a Brindisi della  legge regionale in considerazione  del fatto che per gli stranieri della base ONU, i quali non rientrano nelle predette tipologie, sono state già deliberate nel maggio scorso linee guide per l’accesso ai servizi sanitari. Non si vorrebbe che si facessero due pesi e due misure tra stranieri ricchi e stranieri poveri”.

 Lucia Portolano

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